Pippa Bacca nel marzo 2008, mentre lava i piedi all’ostetrica Iljana a Sofia (Bulgaria) |
«Perché vedi, con la giusta rete di solidarietà molte donne avrebbero potuto salvarsi. Potrebbero salvarsi», mi ha ricordato. «Invece ancora facciamo finta di non vedere. In uno dei miei monologhi la madre di una delle vittime si giustifica, smarrita: "Avevamo il mostro in casa, e proprio non ce ne siamo accorti"».
Il fatto è che quel che dice questa madre non è mica vero. Perché di solito, chi sta attorno - alla donna abusata, al suo carnefice - se ne accorge. Benissimo. «Ma allora, se tutti sapevano, perché nessuno ha parlato?» si chiede (a ragione) una delle protagoniste dello spettacolo teatrale della Dandini, Ferite a morte, tentativo riuscito di ri-dare la parola alle vittime, e alle loro storie, attraverso il contributo volontario di attrici, cantanti, show-girl: da Paola Cortellesi a Lella Costa, da Geppi Cucciari a Ilaria D'Amico, da Ambra Angiolini a Elisa. Donne diverse in diverse città , un tour che si prolunga a grande richiesta, con teatri gremiti (anche) di uomini: «Poi spesso a fine spettacolo li trovi piegati in due al bar: mi dicono che hanno bisogno di bere qualcosa "per riprendersi". Loro», mi ha spiegato ridendo la Dandini.
Se in Italia, ogni due-tre giorni, una donna muore per mano di un uomo - spesso un marito, un padre, un amante, un ex compagno - è anche perché di fronte a un tentativo di denuncia c’è ancora chi dice: «Su, fai la brava, torna a casa». E l'epilogo drammatico è solo la punta di un iceberg fatto di violenze quotidiane, fisiche e psicologiche; di minacce e botte, che non è detto debbano sfociare in assassinio, ma davanti alle quali troppo spesso (quasi sempre?) noi che siamo nei paraggi tendiamo a voltare la testa dall'altra parte.
Quante ne conoscete, che potrebbero essere state abusate? Voi che siete donne, quante altre donne avete finto, per imbarazzo o perché non sapevate come affrontare l'argomento, di non vedere soffrire? Voi che siete uomini, quante di loro avete cercato di aiutare? Lo chiedo a voi e un po' anche a me stessa. Ieri sera avevo comprato cinque biglietti per lo spettacolo (il ricavato va in beneficenza), poi - sfiga - sono rimasta a casa per via della dannata influenza. Ma chi ci è andato al posto mio mi ha raccontato: le attrici sul palco avevano tutte abiti neri e le scarpe, solo le scarpe, rosse, un'immagine che ho trovato bellissima. Poi mi han detto che c'era pure il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia; ha patrocinato lo spettacolo e firmato una convenzione per mettere in rete le risorse del territorio contro la violenza sulle donne. Lo possiamo dire, che è un inizio? Solo un inizio, eh.
Spose in viaggio Una lettrice di questo blog si chiama Giulia e mi ha ricordato proprio stamattina la storia di Pippa Bacca, che avevo dimenticato. Pippa è morta in Turchia proprio cinque anni fa, violentata e strangolata dal camionista a cui aveva chiesto un passaggio, mentre attraversava in autostop undici Paesi colpiti da conflitti bellici, sempre con indosso un abito bianco. Il suo era un messaggio di pace e di innocenza, anche se all'epoca ricordo di aver pensato: «Poverina. Però, era un po' fuori di testa». Ora invece provo ad andare oltre. E mi chiedo: se tra qualche anno la Pupa venisse a raccontarmi di voler fare lo stesso, cosa le risponderei?
Ps: Ferite a morte, ora, è anche un libro. Dopo averlo letto ho detto alla Dandini: se avessi un'amica in difficoltà . Se non sapessi come aiutarla a trovare il coraggio. Se non riuscissi a farla parlare, ecco, io comincerei col regalarglielo.
Grande Popi! Damn. Quanto scrivi bene.
RispondiEliminaMic the mix
Ci ho preso gusto, e adesso ti dico: grande post, popi. Damn!
RispondiElimina(sempre io)
ahah che carina che sei grazie! ma tu cosa diresti ad Alù se lei ti dicesse che vuol fare come la Pippa Bacca, un giorno?
EliminaLe direi "no Alù, stai nel collegio a Mendrisio dove ti ho messo, che stai sempre bene. C'è anche il lago".
RispondiElimina(sempre io)
"No Alù, con tutti i sacrifici che abbiamo fatto io e tuo padre per tirarti su, non parti ora vestita da sposa per attraversare mezza Europa e rischiare di non tornare". (Chi è Alù?)
RispondiEliminaEhm, Alù sarebbe mia figlia. Non si chiama proprio così, ma insomma quasi.
RispondiEliminadomanda, ma voi la vedete la foto di Pippa lassù? cioè io la vedo, ma una lettrice mi ha detto che non la vede.
RispondiEliminaLa mamma di Pippa ha rilasciato una intervista dove ricorda che Pippa aveva 33 anni al momento della partenza, come avrebbe potuto impedirle di partire? Il viaggio era comunque una cosa molto seria, Pippa l'aveva programmato per mesi, forse anni, non era una cosa improvvisata e l'autostop è proprio un modus vivendi dell'intera famiglia. Poi vabbe' se Cecilia evita di mettermi di fronte a una scelta (sua) del genere, io son più contenta.
RispondiEliminaA Chicca direi di no, è ovvio, e sarei ipocrita se per fare la madre liberata qui dicessi che la lascerei partire.
RispondiEliminaPoi lei, con il caratterino che ha, partirebbe lo stesso, ma questa è un'altra storia.
La foto la vedo!
Io a mia nipote di 12 anni non solo sconsiglierei vivamente di attraversare l'Europa in auto stop, ma le proibirei anche di andare al paese vicino, che dista 2 km, in autostop.
RispondiEliminaE'triste, ma trovo che ci voglia anche un po'di sano realismo. Certo sarebbe bello se fosse possibile che le donne si sentano sicure di notte, per strada, da sole, ma questo non capita ora e non credo capiterà mai. Forse ci abituiamo troppo presto alle limitazioni, e forse non dovremmo.Quello di Pippa Bacca è un sogno spezzato, una speranza che si scontra con la dura realtà .
Per quanto riguarda la violenza sulle persone che ci stanno vicino per fortuna non mi è mai capitato, ma di certo non volterò la faccia dall'altra parte.Questo è un insegnamento importante da dare alle ns. figlie: non essere indifferenti al dolore degli altri, non aver paura di denunciare il proprio dolore.
No la foto non la vedo!!
RispondiEliminaQuesta sera presso http://www.frigoriferimilanesi.it/ verrà presentato il primo film sul viaggio di Pippa Bacca, dal titolo La Mariée/La Sposa (anteprima milanese), poi non so come verrà distribuito, ma se vi capita di poterlo vedere, guardatelo, è molto delicato, ma colpisce ugualmente e aiuta a comprendere.
RispondiEliminama tu sei andata giulia?
EliminaSicuramente a mia figlia direi di NO!!! Cercherei di convincerla in tutti i modi a non partire, perché insomma, diciamocelo, di fuori di testa c'è pieno il mondo purtroppo, proprio andarsele a cercare non mi sembra il caso... Con tutto il rispetto per l'iniziativa in sé, a volte bisogna guardare in faccia la realtà .
RispondiEliminaIo le risponderei: "se vuoi far qualcosa per la pace fai qualcosa di più sensato e concreto, non rischiare la tua vita solo per farti notare con un gesto che, peraltro, non porta nessun bene a chi visiti."
RispondiEliminaVa bene, bisogna essere realisti. Farei un viaggio come quello Pippa? Francamente no. Però non dovremmo cominciare a cercare di cambiare le cose, invece di imprigionarci sempre di più in quello che è sicuro e basta? Sono stata allo spettacolo della Dandini l'altro giorno. E' agghiacciante e quello che è peggio, è vero. Quando sono uscita avrei voluto regalare il libro a tutte le persone che conosco.
RispondiEliminaun'ottima domanda. qualcuno ha detto: "dovresti fare ogni giorno qualcosa che ti fa paura". io ci provo. anche se come Pippa non credo partirei.
Eliminacara paola, avrei voluto commentare anche il bellissimo post precedente ma il tempo che manca mi fagocita, in ogni caso... per noi donne la strada è lunga ed in pericolosa salita troppo spesso. vorrei rispondere alla tua domanda indirettamente, attraverso le parole della madre di Vittorio Arrigoni che ha presentato il libro scritto sulla vita del figlio nel luogo in cui lavoro. Questa incredibile donna ha detto che, nonostante il dolore per la scomparsa di Vittorio, i figli sono sì nostri, ma devono viaggiare sulla strada scelta da loro: non si è mai opposta alla scelta del figlio nè mai pentita di avergli trasmesso il coraggio di lottare per i diritti umani. Suo figlio è stato brutalmente ammazzato dopo essere stato rapito. Detto questo, non sarei felice se mia figlia mettesse in pericolo la propria vita per cambiare anche quella degli altri, ma non so se mi opporrei vietandole di partire. Poi, sai, a parole...
RispondiEliminaAmo la Dandini da sempre e credo di avere un paio di amiche cui regalare il libro.
Greta (cuocamattarella, l'url non funziona, boh, ma la foto la vedo benissimo)
Donna, tu m'ispiri.
RispondiEliminaSappilo ;).
http://susibita.blogspot.it/2013/03/siccome-sono-una-gne-gne.html
Un abbraccio,
Susibita
grazie!
EliminaCiao Paola, ti leggo spesso in silenzio. ma quando si parla di violenza non si deve mai tacere, casomai alimentare il dibattito affinché ci si possa avvicinare quanto più possibile all'ombra di una spiegazione...
RispondiEliminase mia figlia mi dicesse di voler fare una cosa del genere la sosterrei e poi le direi "sai che?! vengo anch'io", perché si sa: l'unione fa la forza.
complimenti per il blog!
ciao
denise
Cara P, con la doverosa premessa che io mi incatenerei a mia figlia pur di non farla partire, faccio qualche considerazione (questo post mi ha "centrato" come gulglielmo tell con la mela): io e Monir stiamo educando le nostre bimbe a provare (e manifestare) la propria buona disposizione d'animo verso il prossimo partendo da gesti semplici ma significativi(come per esempio non mangiare gli animali se "da vivi" ti suscitano affetto e senso di vicinanza). Con gli strumenti a disposizione di due creaturine di 4 e 2 anni, le bimbe rispondono con sensibilità , attenzione verso le cose e compassione verso la formica come il copagno di classe. E adesso vengono i pensieri:se cresceranno coerentemente con questi stimoli, quando si troveranno di fronte le varie schifezze della vita, il MALE! (che non necessariamente è lo stupratore turco ma anche solo il vicino di casa mediamente indifferente alle cose della vita e ripiegato solo su se stesso), come potranno porsi se non in modo allineato con quello che è sempre stato il loro atteggiamento? E, inevitabilmente, soccomberanno. E' per questo che io provo molta tristezza per la vicenda di Pippa Bacca, perchè pur non condividendo il principio di fare del bene con una performance artistica (meglio qualche ora di volontariato scegliendo fra le migliaia di associazioni a disposizione)capisco il valore altamente SIMBOLICO della sua (drammatica) scelta. E' la storia di sempre: il bene che incontra il male. Capisco chi pensa "chi gliel'ha fatto fare", ma capisco anche che questa ragazza avesse un fondo buono (altrimenti sarebbe rimasta nel suo studio a ritagliare foglie)e volesse offrirlo al mondo nel modo che più le si confaceva. Mi incuriosisce anche un altro tipo di pensiero (prendetela come un puro esercizio intellettuale):tutti pensano che avrebbe dovuto essere "realista", ma col realismo, difficilmente Ghandi e Gesù avrebbero fatto quello che hanno fatto: intendo dire che chi è animato da questo trasporto verso gli altri, difficilmente si pone il problema del realismo ma va dritto per la sua strada. Adesso qualcuno si risentirà di questo paragone e risponderà che non è possibile paragonare Gesù a Pippa Bacca, ma allargando il campo visivo, quello che io vedo è che i buoni sentimenti che animano il mondo si trovano nelle persone più disparate, da Ghandi a Pippa Bacca, appunto e che giudicare sommarriamente serve a poco. In sisntesi: Pippa ha scelto un modo forse inutilmente pericoloso per portare se stessa nel mondo, ma lo spirito che ha animato quel gesto mi sembra altamente nobile, di grande apertura. Avercene!E quando i nostri figli (perchè tutti li educhiamo ad essere buoni), compiranno qualche gesto sconsiderato per puro altruismo? Che cosa gli diremo? Io incrocio le dita e mi organizzo per qualche "sano" pedinamento quando faranno le prime uscite da sole, comunque.
RispondiEliminaGrazie per questo stimolo alla riflessione: mi sa che mi vado a rivedere Mission (a proposito di come stare dalla parte del bene).
Grazie. Paola
grazie a te per questo commento. precious
EliminaPaola (non so perchè non risco a rispondere direttamente sotto il tuo commento), no, non sono stata alla presentazione ieri sera ma ho visto il film-documentario (visione privata) la sera prima.
RispondiEliminae com'è?
Elimina@Paola. Io sono stata una di quelle a invitare al realismo, ma in fondo sono perfettamente d'accordo con cio'che hai scritto:Pippa sicuramente era animata da buoni, ottimi, propositi, ma come hai anche tu a me pare abbia scelto un modo inutilmente pericoloso per esprimere le sue idee. Scontrandosi così con la realtà , e cioè che nel mondo ci sono buoni e cattivi, bene e male, gioia e dolore. E ci saranno sempre. Con questo non voglio dire che si debba smettere di lottare, anzi, non c'è nulla di piu'necessario, per fare anche solo un piccolo passo verso un mondo migliore.
RispondiEliminasì non hai torto Milk. però Paola fornisce degli ottimi spunti. e io non so. intendo dire che non so cosa farei se mia figlia mi dicesse: voglio partire.
Elimina@ Milkfree. Condivido quello che scrivi e ti ringrazio perchè è stato,insieme al post di paola, un ulteriore invito alla riflessione su un tema che è sempre molto sentito dalle donne, perchè, anche se non abusate, penso che tutte abbiamo, almeno una volta nella vita, sentito cosa potrebbe essere "in potenza" un abuso alla propria persona, e non è certo un bel sentire. saluti, paola.
RispondiEliminagrazie paola x questo post e il titolo del libro.....domenica mi sono guardata a la puntata di presa diretta e un'altra volta mi sono sentita disarmata di fronte ad uno stato che non protegge.......
RispondiEliminaelo
n.b. io scrivo una marea di c.....per questo le notizie serie le leggo sempre volentieri!!!!
viste da "dentro" le cose non sono MAI facili. La violenza non é solo fisica, spesso e' psicologica e uscirne è altrettanto difficile. Si può fare ma devi avere unA grande famiglia intorno. Brava Serena Dandini .........
RispondiEliminaE no.......mia figlia tenterei di nn farla partire ....
Ancora non riesco a rispondere sotto i commenti, sorry. Dunque Paola (non Maraone): grazie per il tuo lungo commento ricco di spunti e vicino al punto, a te - ma non solo a te - consiglio di vedere il documentario-film. Pur essendo molto delicato, colpisce e contiene molte verità . Ad esempio che l'unico colpevole della morte di Pippa è il suo assassino. E' comunque molto forte, per me lo è stato. Una cosa per me pazzesca (non trovo un aggettivo migliore) sono alcune frasi di Pippa, pronunciate chiaramente prima di saper "come sarebbe finita" (nel film, c'è Pippa non un'attrice): sembrano decise a posteriori, fanno sembrare il film una fiction, ma non è una fiction. Ma io lo dico sempre che la realtà supera la fantasia, nel bene e nel male. Il finale è agghiacciante. Dura 40'. Da vedere (e così rispondo anche a Paola Maraone, grazie)..
RispondiEliminaC'è partire e partire secondo me. Fare l'autostop è pericoloso pure in Italia, non parliamone se all'estero, soprattutto in paesi dove la donna è considerata poco. Si può viaggiare da sole quasi ovunque, questo non significa farlo da irresponsabili: bisogna avere rispetto per il valore della propria vita
RispondiEliminaSono legata alla famiglia di Pippa Bacca da un profondo affetto e non riesco a non sentirmi dispiaciuta quando leggo (non qui, dove i commenti sono sempre di buon senso) frasi tipo "se l'è cercata". Se ci pensate bene è un po' lo stesso pensiero che viene appiccicato a tutte le donne che subiscono violenza. Il "se l'è cercata" è sempre dietro l'angolo (e perché ci si è messa insieme? e perché c'è rimasta insieme? E perché quella volta gli ha aperto la porta?...).
RispondiEliminaNon so che farei se mio figlio mi dicesse che parte in autostop per portare un messaggio di pace. Forse cercherei di dissuaderlo o forse gli manderei dietro una scorta eheheh, non lo so. Ma per Pippa provo solo grande tristezza e gratitudine. Gratitudine perché credeva nella parte buona degli esseri umani. E per farla uscire questa parte buona c'è bisogno di persone che credano in lei. Tristezza perché basta un solo "mostro" a togliere una vita e a cancellare le azioni di mille buoni.
Non conosco donne maltrattate, ma un anno fa si sono traferiti nell'appartamento sotto di noi una coppia con due figli. Le urla dei bimbi e i pianti disperati che sentivo salire da quella casa mi facevano rabbrividire. Dopo due settimane non ho resistito. Sono scesa e ho suonato per vedere come stavano i bambini. Fortunatamente sono solo due fratelli maschi che se le danno di santa ragione e hanno una mamma che urla come una pazza. Ma a costo di far la figura della rompipalle io sono andata a vedere.
E anche io cerco di insegnare a mio figlio la gentilezza e il rispetto di tutti gli esseri. E anche io ho paura che lo scontro col "male" possa ferirlo. Il sensibile Benji che ieri, al parco, ha detto ad un suo amico che rincorreva una bimba " fausto, guarda che per conquistare le femmine devi avere i begli occhi e il sorriso buono..." Chissà , alle volte penso che un figlio "troglo" mi farebbe stare meno in pena eheheheheh
Buona settimana a tutte e grazie Paola per tutti i tuoi spunti di riflessione. Mamma Jane
anche a me la storia di Pippa mise una tristezza profonda. gratitudine non saprei, però non direi. come Vetekatten, credo che bisogna avere rispetto per il valore della propria vita. E Pippa mi sembrò - fin dal giorno in cui partì, poverina - un po' troppo "leggera" rispetto a un tema senza il quale, per me, il suo viaggio non aveva un gran senso: quello della sua sicurezza. Come fai a cambiare il mondo se metti a repentaglio in quel modo la tua stessa vita? Io pure cerco di insegnare ai miei figli la gentilezza e il rispetto, ma spero che acquisiscano, crescendo, un sano istinto di autoconservazione che li protegga dalle "buche più dure". Per Pippa resta il rispetto ma il suo gesto io non l'ho capito fino in fondo. (sul "se l'è cercata", invece, ovviamente no comment...)
RispondiEliminabrava Paola, riesci sempre a centrare il tema con poche e precise parole ! (quello della povera Pippa)
EliminaPer il resto se vuoi ti scrivo in privato e ti racconto un pò di roba
Cara Paola, credo che i miei sentimenti siano influenzati dal conoscere la famiglia. E sono pienamente d'accordo con te sull'insegnare ai propri figli a proteggersi dalle batoste toste. Bacio jane
RispondiEliminama tu mamma Jane conosci Giulia? oppure: tu Giulia conosci mamma Jane? No, perché entrambe conoscete la famiglia di Pippa...
Eliminacredo di averla intravista ad una "festa del neurone" ma non la conosco personalmente. Io sono amica di una delle sorelle ma non sono del loro giro...bacio mamma jane
RispondiEliminaEcco io non credo di riuscire a dare un volto a Jane - ora però sono troppo curiosa. Però, si sono stata a molte edizioni della festa del neurone: da single, da sposata, incinta, con 2 figli... perchè conosco "le sorelle" da 15 anni (in particolare Rosalia, la maggiore). Ma loro hanno tantissimi amici. Per fortuna.
RispondiEliminaGentile Paola la dovrei contattare per una proposta, questa è la mia mail 95cento@gmail.com
RispondiEliminagrazie di questo bel post, e degli spunti nei commenti! Io la foto non la vedo, ma ora cerco il film!
RispondiEliminaCiao Paola, commento raramente ma volevo ringraziarti per i tuoi post, sono sempre un piacere da leggere e da rifletterci su, anche e sopratutto quelli più seri. Se mia figlia volesse fare come Pippa penso che tenterei di metterla in guardia e di fargli cambiare idea per fargli fare quacosa di meno pericoloso. Ma poi alla fine un figlio adulto decide quello che vuole e anche una madre non può farci niente. La storia di Pippa mi rimase impressa e la trovai molto triste.
RispondiEliminaElaijza
io invece la violenza la conosco molto bene e conosco anche il profondo senso di colpa che colpisce una donna quando è vittima di violenza. capisco che possa sembrare un paradosso ma credetemi una donna quando è vittima di violenza da parte dell'uomo che ama si chiede spesso:dove ho sbagliato?Io ho conosciuto a mie spese questo senso di colpa che tende a farti giustificare l'ingiustificabile....Avevo 25 anni quando ho conosciuto un uomo che sembrava il mio principe azzurro,il concentrato di tutto quello che desideravo finchè durante un banale litigo arrivò la prima sberla...ne seguirono altre finchè un giorno durante un bellissimo viaggio,per un banale bisticcio non ho rischiato di volare giù dal 5 piano di un albergo a Madrid...e credetemi mi chiedevo l'avrò provocato io??ho esagerato???Per fortuna sono rinsavita e mi sono fatta aiutare...
RispondiEliminaè da tanto che postavo più un commento al tuo blog, causa malattie varie che per due settimane mi hanno tenuta occupata tra casa e lavoro...
RispondiEliminanon ho figlie femmine (due maschi) e non so come reagirei, da figlia però ricordo che ai no dei miei genitori, spesso le cose le facevo di nascosto, che pensandoci ora è una cosa terribile, spero che i miei due ometti si fidino di me, e spero di non essere troppo fuori tema...
Se tua figlia decidesse di fare lo stesso, secondo me, sarebbe la dimostrazione che hai fatto un ottimo lavoro.
RispondiEliminaCiao! E' sempre un piacere leggerti!!!Amo il tuo blog! Ho avuto un po' di casini ed ero rimasta come al solito indietro (alla fine del mondo)e così in questi giorni ho fatto una full immersion e ho scoperto che faccia (bellissima)hanno i pupi, come si chiamano, che ora hai un cane e che è normale che i bimbi piccoli si trastullino un po', un caro saluto, Katy
RispondiEliminaParlando di arte pura, la stessa Abramovic ha rischiato grosso durante le sue performance estreme, in un caso perfino lo stupro, ma avete mai visto la Abramovic performare sola, magari in pericolo per la propria salute o incolumità , senza possibilità di venire prontamente soccorsa? Esistono dei limiti a tutto, dettati dal buon senso.
RispondiEliminaVa bene che mia figlia voglia mettersi in gioco così, ma che ci siano dei limiti di sicurezza, altrimenti si scivola nell'incoscienza.
A tutti piacerebbe che il mondo fosse tutto sicuro e innocente, ma non sarà mai così, tutelarsi non è da stupidi, è realismo.
Gli ultini racconti che ho scritto riguardano proprio la violenza sulle donne. E' la realtà ad ispirarmi e recentemente questo è l'argomento sempre più drammaticamente presente.
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