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venerdì 30 agosto 2013

Back to school?

Ancora una volta, ho fallito
Piccoli stagisti operosi.
Mi sono appena ricordata che, quando lavoravo a Mtv, gli stagisti venivano chiamati "intern" - non che questo cambiasse qualcosa rispetto alle paghe da fame e agli orari lunghissimi. I Pupi, 4 e 8 anni, quest'estate li ho messi a lavorare nelle cave di marmo di Carrara. Compenso molto basso ma almeno rientriamo dei costi vivi di mantenimento; in più, purché non superasse una certa dimensione, potevano portarsi a casa la sera un pezzettino di marmo ciascuno, da utilizzare per giocare a "campana" o al "mondo" (il marmo sbriciolato funziona anche come gessetto, cfr. il naso della Pupa in foto).
La sindrome settembrina è parente stretta dell'umor nero È ciò che scrive la mia arguta collega Ilaria Solari su Gioia, il giornale per cui lavoro. Il pezzo in realtà lo leggerete la prossima settimana, ma posso darvi qualche spunto in anteprima: «Il mio lunedì è il tunnel lungo 340 giorni, al netto delle ferie, tutto in salita, che si prepara a inghiottirmi al ritorno delle vacanze». In effetti manca pochissimo alla riapertura delle scuole e al «castello di carte degli impegni sportivi, sociali, con lo strascico di passaggi, lavaggi, levatacce mattutine e corse a perdifiato».
Addio alle vacanze, dunque E, a quanto pare, ai loro privilegi: «Niente più kimono da tirare a lucido, borsoni fetenti, accappatoi fradici. E soprattutto: niente più calcio nel weekend». Mentre leggevo queste righe sono stata colta da un misto di inadeguatezza e sincero stupore. Perché, mi sono chiesta - e vi chiedo - certe cose, a me, non vengono nemmeno in mente? Non sarei mai riuscita a scrivere un articolo come quello della mia amica. Cioè: come tutte le mamme (e un discreto numero di papà) i bambini io li accompagno in piscina e dal pediatra, li iscrivo a danza, giocodanza, giocoleria e pianoforte, organizzo gli incastri su chi li porta e chi li va a prendere, ma...
I primi successi
Faccio quello che a voi non viene concesso (cit.) «Ogni cosa che accade mi piace», cantava Morgan. Parlandone con una collega, ho capito che tendo ad attraversare la vita con inconsapevolezza. «È perché non ti fai stressare, tu», mi ha detto lei (non ho capito se era un complimento). Tipo, quelle che la mia amica chiama «estenuanti transazioni in libreria» e descrive come un inferno, per me sono piacevoli passeggiate tra scaffali pieni di romanzi. Non temo nemmeno «dell'arsenale di cancelleria, da consegnare il primo giorno sull'unghia». Anzi, mi sono appena resa conto di aver fallito nuovamente il classico Appuntamento di Ogni Estate: prenotare entro fine luglio i libri scolastici (in questo caso, della Pupa). Ma voi ve lo ricordate sempre? Se sì, che trucchi usate?
Non mi piace la musica drammatica, preferisco il vento
So già che la cartolaia mi sgriderà, proprio come l'anno scorso:
«Signooora, ma cooome ha fatto a dimenticarsi».
«Non lo so proprio. Mi scusi».
«Adeeesso è un problema, come facciamo?».
(Io, annuendo lievemente come quei peluche che alcuni anni fa si piazzavano sulle cappelliere delle auto): «Eh».
(Lei, scuotendo la testa con vigore) «Eeeh, cooosa? Signooora, se tutti facessero come lei qui andremmo a rotoli».
«Non so cosa dirle se non che mi dispiace moltissimo».
«Guardi, siccome per caso avevo l'elenco con il numero degli alunni di ogni classe, li avevo già presi del numero giusto. Tenga, ecco i suoi. Mi raccomando, l'anno prossimo si ricordi».
Effettuato lo scontro si riparano i danni Nel frattempo, domani Mike Delfino andrà al mare a recuperare i gattini, cioè i Pupi. Nell'arco dell'intera estate, il Pupo è riuscito a prendere solo un pesce lungo circa un centimetro e mezzo, grazie al mio aiuto, col retino: lo vedete nella foto sopra. Il suo intento era liberarlo dopo averlo mostrato agli amici della spiaggia. Sono andata a prendere un caffè e al ritorno l'ho trovato esanime sul fondo del secchiello. «Pupo, ma com'è possibile? Un attimo fa stava benissimo».
«Prima l'ho preso per mostlarlo a un bambino, e forse l'ho abbracciato un po' troppo forte».
Tranquilli passatempi
Giochi senza frontiere Micro-bilancio dell'estate fin qui: i Pupi, in vacanza assieme, hanno litigato tutti i giorni, più volte al giorno. Gli unici momenti di quiet durante il sonno (anzi, il Pupo che è diventato molto pauroso tendeva a dormire sopra sua sorella, abbracciandola come quel disgraziato di un pesce). Il Pupo ha sviluppato se possibile un carattere ancora più deciso che in passato, e se gli girano i cinque minuti dice frasi minacciose, tipo: «Mamma, te la pagherò».
«Cosa vuol dire "te la pagherò"? Intendi "Me la pagherai?"»
«No, è come dico io. Te la pagherò con tutti i miei soldi. Così impari». Gli unici verso cui mostra grande rispetto (sconfinante in timore reverenziale) sono i maschi over 10, tipo il figlio di un mio amico che si chiama Lucas Pavel, dal Pupo ribattezzato "Luca Spaven". Peccato che dopo cinque minuti questi bambini più grandi, come è fisiologico, lo mandino a stendere.

giovedì 15 agosto 2013

Frrancia, Frrancia, Frrancia (ancora sullo scambio casa)

Là, dove vive la Gente Segreta
In quest'ultimo tratto di pigra estate, una manciata di giorni prima di tornare al lavoro, combatto a fronti alterni con il sonno e l'insonnia. Reduce da una vacanza nella Loira traggo una provvisoria conclusione: forse non sarei in grado, come sogno da tempo, di abitare in una casetta indipendente con un giardino tutto mio. Perché ogni volta che laggiù, circondata dai boschi, mi svegliavo di notte, con diabolica precisione tra le 2 e le 2.30, per far pipì – si sa che le donne incinte, eccetera – cominciavo a immaginarmi mostri e ladri acquattati in un angolo buio, pronti ad attaccarci.

Queste sono balle.
Cadute di stile Ciò detto: il nostro quinto scambio casa è andato molto bene. I loiresi sono persone a modo, civili, affabili. In cambio della nostra casa-cantiere milanese (ancora non ho finito di capire cosa ci vengano a fare, i turisti stranieri, d'estate nella mia città) ci hanno offerto una graziosa villotta nascosta nel verde. A parte i mobili di casa, con tutta evidenza scelti grazie al metodo Braille, e i regali di benvenuto - una discutibile bottiglia di bianco frizzantino che in Italia avremmo definito pumante e un fiasco di rosso prodotto attorno al 1812 - per il resto esperienza indimenticabile. 
Ragionevoli dubbi Quando sei in vacanza e passi tante ore con i tuoi figli hai occasione di accorgerti che stanno diventando grandi: le loro domande cambiano, si fanno più complesse e articolate, le riflessioni profonde, sempre più sofisticate. Tipo:
(Ovunque) «Perché i francesi, che hanno inventato il bidet, poi a casa non ce l'hanno?». 
(Durante una gita in campagna, immersi nella quiete e nel silenzio) «Dove vive la Gente Segreta?». 
(Durante una gita in campagna/2) «Mi sa che siamo finiti in un dicolo cieco, non credi?».
(Al museo di Storia Naturale) «Mai visto tanti animali impanati tutti assieme, e tu?».
(In vari luoghi) «Posso fale un lutto e una puzzetta contempolaneamente?».
Nuove passioni Come è, come non è, la Loira è piena di castelli. I castelli sono pieni di fossati, i fossati sono pieni di carpe. Il Pupo, 4 anni e mezzo, le ha osservate a lungo prima di annunciare ufficialmente che avrebbe voluto imparare a pescare. Durante la vacanza ha guardato una ventina di coinvolgenti tutorial intitolati «Trota a lago», «La pesca con la granata finisce male», «Catture sul Tevere», «L'esca giusta per il salmerino», «Vertical jigging, spinning e traina». 
Bilanci Danni procurati da noi ai francesi: 1. rotte due (su quattro) fibbiette di plastica per sigillare il coperchio della Jacuzzi in giardino. D'altro canto oggi come oggi possedere una Jacuzzi è da sboroni, e qualcuno provi a contraddirmi in questa sede se ha il coraggio. 2. Bevuta (e non rimpiazzata) molta Perrier, con gran godimento di papille mie e della Pupa (i maschi di casa non apprezzano l'acqua frizzante).
Danni procurati dai francesi a noi: 1. schiantato uno stendibiancheria, a proposito del quale ci hannno lasciato un enigmatico biglietto con scritto «It's very sick». 2. Stranamente esaurita una luce al neon sotto i pensili della cucina 3. Dispersa la vaschetta riponi-formaggio che stava dentro al frigorifero. 4. Trovate tracce di origine organica non meglio definita sulle mie lenzuola di lusso (quelle in raso color porpora che mi regalò 15 anni fa il mio coinquilino). In compenso ci hanno lasciato in omaggio una frusta elettrica nuova di pacca, che effettivamente in casa mancava. 
Il mistero delle cose E la pesca? Vi chiederete forse, se avete letto attentamente fin qua. Ebbene, tornati a Milano e prima di scendere in Liguria ci siamo procurati il necessaire: uno starter kit con canna+amo a 5,90 euro, più un retino telescopico con secchiello a due vani separati tipo "explore", antiestetiche ciabatte di gomma antiscivolo. Il Pupo, in assenza di suo padre che sta facendo un trasloco di lavoro, mi costringe ad acrobazie di svariate ore sugli scogli. «Guarda quella, è incinta. È pazza», è il commento più frequente (e più gentile) che mi sento rivolgere. Del resto mia madre e mio padre si rifiutano di supportarmi in alcun modo. Il massimo del sostegno per loro è pronunciare le frasi: «Digli di scendere», «Digli che si fa male», «Digli che andiamo a casa». Di pesci non ne abbiamo visto mezzo, finora, ma il Pupo ha imparato a pescare i granchi con le mani (inutile perciò anche il retino), a staccare le patelle dagli scogli prendendole a sassate, a fissare minaccioso i pomodori marini sperando che, preda del terrore, gli si consegnino spontaneamente.
E ora, la madre di tutte le domande Mentre il Pupo si allena a pronunciare la "erre", piazzandosi davanti allo specchio e scandendo «Frrancia, Frrancia, Frrancia», io ripenso alle mie estati infantili. La mia madeleine: ore interminabili passate a costruire castelli di sabbia, a scavare buche e tunnel, a giocare con le biglie di plastica. I miei figli disdegnano questo tipo di attività: piuttosto giocano - però senza palette né rastrelli - con i sassolini in riva al mare, e poi fanno il bagno, si tirano la sabbia, si tirano la sabbia, si tirano la sabbia. Del resto, nel capanno del Lido che frequentiamo giacciono intoccati, dimenticati, sacchi pieni di giochi per bambini. Possibile che siano passati di moda? Gli under 10 che conoscete ne fanno uso? Ho pensato che magari dipende anche dalla latitudine. Noi per dire al mare andiamo a Marinella di Carrara, diciamo per capirci all'inizio della Versilia, quella povera però.