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giovedì 29 novembre 2012

Mi sono nascosta ancora vicino all'acqua gazata

Se il Pupo nel buio si stringe a me
Siamo diventati tutti fanatici del nascondino. Ve lo consiglio: è terapeutico. Dopo una frenetica giornata fuori, in pochi minuti ti rilassa e ti spegne il cervello. Noi ne abbiamo previsto due varianti: una in cui giochiamo chiusi in dispensa e una in cui, invece, ci si nasconde in tutta la casa. Pur essendo la dispensa uno spazio ristretto, una piccola stanza per giunta affollata di oggetti, questa variante presenta i suoi vantaggi. Il primo dei quali è che la Pupa non se la fa addosso per la paura. Il secondo è che, quando tocca a lei stare sotto, il Pupo mi salta in braccio nel buio, poi comincia a baciarmi sul collo e mi sussurra: «Mamma, ti amo. Adesso nascondimi». L'oscurità gli trasmette l'ardore che a volte alla luce gli manca.
Capitano, qua e là, dei problemi logistici Perché il Pupo si imbizzarrisce random, e quando tocca a lui contare non sai mai se si fermerà a venti, a otto, a quattordici, a quattro. Perciò, sei lì che nemmeno hai cominciato a valutare in quale angolo schiaffarti ed eccolo già lì a brancicarti con le manine, a dire: «Mamma, ti ho preso! Perché ti sei nascosta ancora vicino all'acqua gazata?».  Di tanto in tanto, pretende di far giocare anche il Ma (il ratto di peluche da cui non si separa mai), salvo poi arrabbiarsi con lui perché non sa contare.
Alla scuola materna le maestre del Pupo Ieri, in un colloquio durato un'ora intera, per fortuna nessun riferimento all'utilizzo del biberon. Ci hanno detto in sostanza che il bambino è vivace e intelligente - e noi: oh, davvero? - ma, a tratti, indisciplinato e provocatorio.
(Maestra): «Per esempio, si mette le scarpe e la giacca al contrario pur di uscire al più presto a giocare. Se perde una scarpa in giardino non si preoccupa, ma continua tranquillo le sue attività. Per fermarsi all'improvviso, mentre sta correndo, si butta in ginocchio e buca i pantaloni».
(Io): «Sì, lo so. Mi ha spiegato che è il suo modo di frenare».
(Maestra): «A tavola frega con nonchalance la frutta dai piattini dei compagni».
(Io): «Ma loro vorrebbero mangiarla?».
«No, è quella avanzata».
«Ah».
(Maestra): «A tavola vostro figlio a volte toglie le scarpe e si siede a gambe incrociate, come se stesse facendo yoga».
(Io): «La schiena però la tiene dritta?».
«Drittissima».
«Bene, nello yoga questo è fondamentale».
(Maestra, sospirando): «Insomma, questo bambino non rispetta La Regola».
(Io): «Temo che abbia preso da me. Per esempio, dove lavoro io, all'entrata, dovrei passare il badge per il rilevamento delle presenze, ma non lo faccio».
«Perché, scusi?»
«Così, senza motivo. È questo il bello. Però, come vede, per il resto ho una vita abbastanza normale».
Tutto dipende (da che punto guardi il mondo) E stamattina, già che c'ero, colloquio con la maestra della Pupa. In pasticceria.
(Maestra): «Sua figlia è troppo forte. Stavamo studiando sce, sci, schie, scie e lei ha scritto: "Mi piacciono moltissimo gli sceriffi coi baffi". E poi: "Adoro nuotare in piscina sulla schiena della mamma". Sente com'è armonioso e creativo l'alternarsi dello sci e dello sce
(Io): «Ne sono felice. A proposito, ieri a scuola ha perso una scarpa, una ballerina viola. Mi aiuta a recuperarla?».
«Certo. Mi raccomando, a Natale niente regali a noi insegnanti. Ah, è arrivato il finanziamento del Coni per l'educazione motoria. Ora che mi viene in mente, le interessano le arance biologiche? Ha visto che belle, le foto della marcia dei diritti dell'Unicef? Come sta quel fenomeno di suo figlio?»
«Bene, però mi hanno detto che ha qualche problema con La Regola. Fa cose gravissime, tipo rubare la frutta avanzata dai piatti degli altri».
(Lei, prendendo senza farsi vedere un biscottino dal tavolo del vicino): «Uhm. Gravissimo. Vuole un altro bigné?».
Questa è un po' sottile ma so che la capirete Ieri sera cercavo di mettere a letto il Pupo, argomento su cui temo mi toccherà scrivere presto un altro post. Abbiamo discusso parecchio, mi sono quasi arrabbiata, lui si è a sua volta seccato e roteando su sé stesso tipo Ken Shiro mi ha guardato minaccioso e muovendo le braccia tipo marionetta mi ha detto: «Mamma. Se non la smetti ti dò un colpo di carattere».
A questo punto mi piacerebbe tanto sapere da voi a) cosa fate per rilassarvi assieme ai vostri figli e b) cosa pensate (se pensate qualcosa) di un bambino che non si preoccupa di correre in giardino senza scarpe.



giovedì 22 novembre 2012

Giro d'Europa in 72 ore

Una cosa allucinante che non farò mai più
Io, cioè la cavia, in aereo con Rihanna.
Intendo rassicurare coloro che si fossero nel frattempo chiesti (alcuni in effetti mi hanno scritto anche via mail) che fine ho fatto: nell'ultima settimana sono stata a Stoccolma, Parigi, Berlino, al seguito della popstar mondiale nota come Rihanna.
In occasione della pubblicazione del suo settimo album Ella ha organizzato un ambiziosissimo tour, chiamato 777: 7 concerti in 7 città, in 7 giorni. E ha deciso di imbarcare su un Boeing 777 noleggiato per l'occasione un centinaio di giornalisti e altrettanti fan da 70 Paesi del mondo, attirandoli con il miraggio di «incontri/interviste/tempo di qualità passato assieme»).
Nulla di tutto ciò è accaduto, poiché Ella possiede la naturale inclinazione a frequentare afterparty dopo i concerti, a non sentire le sveglie, a presentarsi agli appuntamenti (e sul palco) in ritardo di due, tre, quattro ore. Ebbene, ho avuto il privilegio di trascorrere con la sua proiezione ologrammatica (della serie: beato chi l'ha vista) 72 ore appena, abbondantemente sufficienti a inserire quest'esperienza nella Top Ten delle 10 cose più allucinanti che ho fatto in vita mia. Vi interessasse, trovate il resoconto completo su Gioia; qui vi dico soltanto che a un certo punto per la fame, il sonno, la disperazione, i ritardi accumulati per colpa della Star, un mio collega australiano, per fortuna belloccio, si è spogliato nudo come mamma l'ha fatto e ha cominciato a correre su e giù per il corridoio dell'aereo, urlando, «Esci, Rihanna! Fatti vedere, se hai il coraggio!». Di lei, ovviamente, neanche l'ombra.
I Pupi mi hanno fatto sapere tramite i loro legali che intendono dismettermi dal ruolo di madre. Preferiscono farsi affidare a un tutore. Anche perché, dopo un breve transito milanese di 24 ore, l'altroieri mattina sono dovuta ripartire alla volta di Parigi in auto con Mike Delfino. Ma questa è un'altra storia, e soprattutto, adesso - cioè ieri sera - sono rientrata (inutile specificare che ora non intendo muovermi dal quartiere Dergano-Bovisa almeno fino a Natale).
E adesso sparatemi Martedì mattina, prima del viaggio in auto a Parigi, ho portato a scuola il Pupo e ho chiesto alla maestra di poter lasciare anche la sua valigia (avrebbe dormito dalla nonna, quella sera) in aula. Purtroppo, accidenti a me, dalla valigia mi è caduto un biberon.
(Maestra): «Mami! Non mi dire che beviamo ancora dal biberon» (ecco, io non so voi, ma a me quelli che fanno le domande in prima persona plurale lasciano un po'... cioè... insomma).
(Io - ricordate che ero reduce da Rihanna). «Ebbene sì. Se capita, se siamo in giro, se siamo stanchi, cioè in pratica il 99 per cento delle volte, beviamo ancora dal biberon».
(Maestra): «Aaaah. Adesso si capiscono tante cose.»
«Tipo quali cose, scusa?»
«Aaah. Tanti atteggiamenti. L'atteggiamento per esempio di tuo figlio nei confronti della Regola».
«Non vedo il nesso, scusa».
«Eeeh.»
«Ancora non lo vedo».
(Lei, stringendosi nelle spalle): «Abbiamo combattuto contro il ciuccio e abbiamo vinto, Mami. Ora combattiamo anche contro questaaaah cosaaah. Il bambino deve crescereeeh. Eeeh.»
E così sono partita per Parigi, in auto, dopo aver dormito una media di 4 ore a notte nell'ultima settimana, con le palle che mi giravano a elica un lievissimo nervosismo addosso. Intanto però pensavo sorridendo tra me e me che non conosco bambino più autonomo, profondo, consapevole, dispettoso dotato di forte personalità del Pupo. E poi, sorridendo pure un po' di più... quanto sono fuori contesto le domande della nostra troll-persecutrice, la tizia anonima che periodicamente viene su questo blog ad accusare chi è diventato genitore «di pensare solo ai figli, e avere il cervello in pappa»? Aaah. Eeeh. Ditemi che ne pensate del biberon, e anche di Rihanna.



sabato 10 novembre 2012

Tanti auguri, Pupo

Il Pupo a 4 anni entra in Fase Mistica, però
Ebbene sì, è arrivato il momento. Proprio domani il Pupo, da alcuni lettori di questo blog chiamato affettuosamente «il Sagace», compie 4 anni. Mai avrei pensato che mio figlio a quest'età sarebbe diventato un Grande Mistico. E che avrebbe, pure, con tanta disinvoltura alternato le cose di questo mondo e la trascendenza. Proprio l'altro giorno la maestra a scuola mi ha detto: «Signora, ho rimproverato suo figlio perché dice di continuo "Sei stupido", a chiunque».  
Purtroppo è vero, ho ammesso io chinando il capo. Nelle ultime settimane, alla più piccola frustrazione egli reagisce insultando. «Ssstupido» è per lui lo sgarbo d'elezione, una parolaccia-prezzemolo, un passepartout valido per infangare i compagni della scuola materna come il nonno. In effetti, lo dice anche ai sassi, ai pesci rossi, ai lombrichi nelle pozzanghere - che può anche darsi se lo meritino, ma in fondo non hanno fatto nulla per provocarlo.
Sul perché i bambini dicano le parolacce Gli esperti hanno ragionato molto. Secondo una delle versioni più accreditate avviene per rabbia, paura, gelosia. O per attirare l'attenzione, cosa che riconosco possibile nel caso di una personalità strutturata come quella del Pupo - qualcuno ricorderà che la sua prima parola è stata «Mamma», e la seconda «Scéeeendele!!!», per indicare che voleva essere estratto dal lettino. In ogni caso, la ripetizione dello «stupido» è fastidiosa, e alla lunga fa saltare i nervi, per quanto poi il Pupo tenti di fare ammenda distribuendo, un istante dopo, i suoi «Sei un cuole» qua e là.
Grazie al cielo Una larga parte delle risorse del Povero Totone (così si è, di recente, autobattezzato mio figlio) in questo momento viene dedicata alla mistica e alla teologia. Non vi svelerò ora cosa penso, per esempio, dell'educazione religiosa nelle scuole perché vorrei tornarci sopra in futuro, e poi perché questo post è dedicato al compleanno del Pupo. Però le grandi domande dei bambini in tema di fede mi affascinano. E mi affascina pure raccontarvi che uno scrittore secondo me molto bravo, Bruno Tognolini, di recente ha raccolto tra i più piccoli alcune perle a tema teologico. Tipo: «Venite a Doremus»  (=folcloristico paesello sardo), ma anche le sensate «Non nominare il nome di Dio in bagno» e «Dacci oggi il nostro pane, e poi vediamo». La Pupa l'altro giorno mi ha chiesto: «Mamma, ma chi sono i beccatori?» e tutti e tre i figli di una mia amica si sono interrogati per anni, senza osare chiedere, sul senso della frase «Adesso e nell'ora della buonanotte».
Il Pupo, dal canto suo, negli ultimi giorni ripete con insistenza «Hanno ammazzato Gesù, pelò Gesù è vivo», una specie di rivisitazione di Pablo di De Gregori. I bambini più grandi sono più scafati di lui: ho sentito un compagno di scuola dire in tono sbrigativo, «Gesù è quello che è morto ed è finito sulla X». Un teenager che non aveva mai fatto religione a scuola ha chiesto a sua madre, davanti all'Ultima Cena: «Ehi, chi è tutta questa gente seduta a tavola?», ma tutto sommato preferisco quando il Pupo mi chiede, nei momenti di maggior ispirazione, «Ma Dio lide o sollide?».
Per scrivere questo post ci ho messo circa 4 ore perché il Pupo mi ha interrotto di continuo, soprattutto nell'ultima ora e mezza, cioè da quando tento di metterlo a letto. È molto eccitato per via della festa di domani - ha voluto invitare TUTTI i suoi compagni di classe - e mi avrà sibilato dieci volte «stupida» per i più diversi motivi. Pur amandolo molto, sono perplessa. Al solito, accetto consigli (e auguri!)

venerdì 2 novembre 2012

Sì, viaggiare (in macchina con i Pupi, e altre storie)

Mio figlio non fa domande. Mio figlio afferma
(Pupo, dal sedile posteriore, durante un lento e pigro viaggio in auto): «Mamma, lo sai che io ho tlentamila amici di Facebook.»
«Davvero, Pupo? Beato te. Ma tu lo sai cos'è Facebook?»
(...)
(Ancora il Pupo, un minuto dopo): «Mamma, lo sai che dentlo di me vive una pelsona che ha cinquantamila anni. Si chiama Ludovica e fa la maestla. Anzi: faceva la maestla».
(Pupa, gesticolando furiosamente, dal sedile a fianco al suo): «Mannò, Totone. Non esistono persone di cinquantamila anni. Il massimo è 114 anni».
(Pupo): «Ah.»
(...)
(Pupo, cinque minuti dopo): «Dio è il papà di tutti noi».
(Io): «Te l'hanno insegnato a religione?»
(Pupo, riflessivo): «Mamma, lo sai che Gesù è vivo in mezzo a noi».
Mio figlio non ha più voglia di andare a letto 
Da bebé, il Pupo era uno spettacolo. Pochissimo capriccioso, dolcissimo e molto autonomo. Fin dai primi mesi di vita s'innervosiva se cullato: piuttosto, si addormentava volentieri da solo, ciucciandosi il dito o strofinandosi con un lenzuolino. A un anno, poggiato nel lettino alle ore 20, mi faceva un gran sorriso e poi «ciao-ciao» con la manina, piegava il capino di lato e alle 20.01 dormiva.
Progressivamente la situazione è peggiorata. Da qualche settimana le procedure per metterlo a letto sono diventate uno sfinimento. Può volerci anche un'ora, durante la quale lui si alza mille volte perché non trova «quella specie di bibe con l'acqua» (=la bottiglietta di plastica con la chiusura di sicurezza), «la copeltina pel fale le mie cose» (=ravanarsi un po'), «il mio Ma» (=il suo pupazzo preferito). Oppure vuole un bacio, le coccole, ancora qualche bacio, o ancora all'improvviso reclama «un adulto che scacci i giganti di fango che sono compalsi a fianco del mio letto» (il Pupo ha una proprietà di linguaggio straordinaria e usa benissimo i congiuntivi. La pronuncia delle parole, in compenso, fa schifo).
Minacciato da me e Mike Delfino, esausti e frustrati dopo lunghi quanto vani tentativi, il Pupo si trasfigura e tenta la carta dell'aggressione volgare. «Bàfanculo!». «Pupo, la misura è colma. Ora finisci in castigo. Dove l'hai imparata questa parola orribile?». «Me l'ha insegnata Lolenzo Jovanotti».
Jovanotti, peraltro, a casa mia è un mito
L'unico a cui non piace è Mike Delfino: da quando gli ho confidato che io, a 18 anni, sognavo di sposarlo ne è orribilmente geloso. Ma noialtri, noialtri lo adoriamo. Il Jova è l'amico immaginario del Pupo (vedi sopra) e soprattutto l'idolo della Pupa, che vuole sempre ascoltarlo. L'altro giorno in macchina abbiamo messo su Quando sarò vecchio, canzone bellissima ma che contiene un paio di espressioni forti tipo c****oni e c**o.
(Pupa, aka Madre Teresa di Calcutta, gli occhioni sgranati): «Mamma, perché Jovanotti dice queste parole?»
(Io): «Perché è un adulto. Ed è un artista. Dunque gli è permesso usarle, ma solo ogni tanto».
(Pupa, trasognata): «Anch'io voglio essere un adulto artista».
(Pupo, che fino a quel momento sembrava dormisse): «Bàfanculo!»
Errori che continuo a ripetere
In chiusura, un piccolo elenco di errori che continuo a ripetere.
1. Comprare e ri-comprare il preparato per budino. Attualmente in dispensa ne ho sei, di marche e gusti vari (1 creme caramel, 3 vaniglia, 2 cioccolato). Tutte le volte che vado al supermercato, davanti allo scaffale mi domando: «Ce l'avrò? Forse è meglio che per sicurezza lo riprenda, casomai nel weekend mi venisse voglia di farlo». Poi apro lo sportello della dispensa e vedo tutto quel bendiddìo inutilizzato, e mi mordo le mani.
2. Trattare con sciatteria oggetti che meriterebbero cura. Per esempio, quando compro un indumento nuovo poi tendo a strappare le etichette fastidiose con impazienza. Risultato: lo buco o lo rovino, ogni volta imprecando e dicendo a me stessa che non devo farlo più. L'altroieri è toccato a un bel maglioncino lilla, la settimana scorsa a un paio di slip che temo siano irrecuperabili.
3. Trattare con sciatteria oggetti che meriterebbero cura/2. Nel disimballare, dopo il trasloco dell'azienda per cui lavoro, i miei oggetti personali ho tranciato in due con le forbici le cuffiette che usavo per ascoltare la musica. 
4. Trattare con sciatteria oggetti che meriterebbero cura/3. La sera, guardando un film davanti alla tv con Mike Delfino, poggio un calice di vino di fianco al divano. Faccio cadere (e rompo), urtandolo inavvertitamente, almeno un bicchiere a settimana. L'altra notte ho sognato che compravo 42 calici nuovi e spendevo 84 euro più le tasse (?). Numeri forse da giocare al lotto.
Se vorrete condividere con me strategie per velocizzare l'addormentamento del Pupo oppure, per farmi sentire meno sola, confidarmi uno degli errori che continuate a ripetere (avrete anche voi qualche scheletro nell'armadio - spero), soyez le bienvenu.