Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

venerdì 23 marzo 2012

Il giorno che ho visto il diavolo negli occhi di mio figlio

Voi lo sapete che non faccio/non mi faccio pubblicità, ma
Martedì scorso sono stata a Castiglione delle Stiviere, nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario che ospita le madri che hanno ucciso i loro figli. Ho parlato con il direttore, con gli psichiatri che le seguono e anche con alcune di loro. Un'esperienza molto forte ma non voglio dirvi di più: vi metto invece il link al sito di Gioia, se volete leggerlo - non vi nascondo che mi farebbe ancora più piacere che compraste il giornale, perché francamente su carta, con le foto, fa un altro effetto (per la cronaca: costa un euro). I vostri commenti come al solito mi faranno molto piacere. Tenete conto che il sito non lo tengo tanto d'occhio per cui, magari, se avete qualcosa da dire postatelo anche qua.

giovedì 22 marzo 2012

Maestre che impensieriscono le mamme

Una giornata boh
Premessa: la giornata è iniziata male per varie ragioni tra cui che ho inghiottito per sbaglio un frammento di sapone, frammento minuscolo ma oh, superbleah.
Dialogo tra una mia cara amica e la maestra della materna di sua figlia, 3 anni e 4 mesi proprio come il Pupo: «Signora va tutto bene, anzi tutto benissimo, Bianca gioca bene, è taaanto carina, dolce, va d'accordo con tutti».
(La mia amica) «Ma?»
(Maestra) «Ma cosa?»
«Di solito in questi casi c'è sempre un ma, la vita non è mai perfetta».
«Maaah, se proprio vogliamo guardare, in effetti...»
«Lo vede che c'era il ma?»
«Ecco, Bianca a volte ancora fatichiamo a capirla».
«In che senso, a capirla?»
«La pronuncia delle parole, intendo. Se lei vuole, signora, possiamo fare così: a giugno facciamo il punto della situazione, nel caso la scuola può affiancare alla bambina un bravo logopedista».
«Oddio! Ma siamo a questi livelli? E dire che io la capisco perfettamente. Non ci eravamo accorti di niente».
«Eccerto, voi siete i genitori. Però non si preoccupi, eh? Non c'è nuuulla di cui preoccuparsi».
«Ma scusi, lei mi sta dicendo che Bianca parla peggio di Emily Ramirez, la bambina messicana?»
«...»
«Peggio pure di Brandon, il bimbo filippino arrivato in Italia a settembre?»
«Ehm...»
La mia amica mi ha riportato questo dialogo con l'aria divertita, ma nei suoi occhi ho colto uno scintillio di preoccupazione. Mi sono messa a ridere perché mi è venuta in mente la nostra pediatra, la dottoressa ZiaBubu, che del Pupo un paio di mesi fa diceva: «Non ha nessun problema, solo questa pronuncia sciatta. Se ti metti d'impegno puoi anche correggerla, ma ne vale la pena? Voglio dire, è esilarante. Fossi in te me lo godrei finché dura».
Ieri sera in effetti il Pupo, disobbedendo come al solito alle mie indicazioni, si è messo a correre ovunque appena uscito dalla vasca da bagno ed è scivolato lungo disteso sul parquet, nudo come un verme. Stamani ancora si lamentava grattandosi la testa: «Ho un bloccolo» (bernoccolo).
Nel frattempo, la Pupa Finalmente si è comportata male. All'uscita della scuola, ieri, la maestra mi ha raccontato che, su istruzione di una sua compagna molestissima, ha riempito di colla la sedia di un compagno, sperando che il malcapitato poi ci si sedesse. Mi ha suggerito la maestra: «Provi a vedere se glielo racconta sua figlia, spontaneamente». Così le ho chiesto con calma: «Pupa, oggi a scuola è successo qualcosa?». Lei, con gli occhi già velati di lacrime: «Sì, ma preferirei non parlarne». Un minuto dopo aveva già confessato tutto, e singhiozzava chiedendo scusa (a me). L'ho baciata, le ho asciugato le lacrime e le ho detto: «Pupa, da grande non potrai mai fare l'agente segreto».
Una domanda per voi Cosa ne pensate della maestra che suggerisce alla mamma di far vedere la piccola a un logopedista? Ho letto di recente un articolo che spiega come i bambini, a due anni, «debbano» conoscere 25 parole. E mi è subito venuto in mente che i miei, all'epoca, manco per il cavolo.

mercoledì 14 marzo 2012

Outing

Sono Beta e fiera di esserlo
Mi scrive la lettrice Anonimo: «Ho letto su Io Donna che gli uomini Alfa preferiscono le donne Beta, cioè predisposte alla maternità e con un lavoro part-time. Sono rimasta basita. Allora io sono una donna Beta, cioe di seconda classe, perché ho deciso di mettere su famiglia e tagliare l'orario di lavoro? Dovevo decidere diversamente per essere considerata una donna Alfa? Tu che ne pensi cara Paola, ti senti Beta per avere fatto figli?». Cara Anonimo, io credo ci sia un fraintendimento di fondo: Beta non è peggio di Alfa. L'anno scorso ho intervistato lo scrittore Cristopher Moore che sul tema ha una posizione molto interessante: «Mentre i maschi Alfa sono spesso dotati di attributi di superiorità fisica (taglia, forza, velocità, aspetto piacevole, attributi che il processo evolutivo seleziona tra gli esemplari più forti nel corso di milioni di anni) e si prendono praticamente tutte le ragazze, il gene del maschio Beta è riuscito a sopravvivere non andando incontro alle avversità e superandole, bensì anticipandole per poi evitarle. Pertanto, quando i maschi Alfa andavano a caccia di mastodonti, i Beta già capivano che attaccare un bestione lanuginoso con un bastone appuntito poteva avere risvolti negativi, e così rimanevano nell'accampamento a consolare le vedove in lutto. Quando gli altri andavano alla conquista delle tribù confinanti, a inanellare gesta eroiche e a catturare teste, loro riuscivano a prevedere che, in caso di vittoria, l'afflusso di schiave femmine avrebbe prodotto un surplus di donne sole, abbandonate per esemplari più giovani conquistati in battaglia, a cui non restava che conservare le teste sotto sale e archiviare le innumerevoli imprese coraggiose. Tra queste, alcune avrebbero trovato consolazione tra le braccia di qualunque maschio Beta abbastanza intelligente da sopravvivere. In caso di sconfitta, beh, si ripeteva la faccenda delle vedove. Il maschio Beta è raramente l'esemplare più forte o più veloce ma, essendo in grado di prevedere il pericolo, è numericamente superiore. Il mondo è guidato da maschi Alfa, ma se funzio­na è solo grazie alla capacità riproduttiva del maschio Beta».
Se siete arrivati a leggere fin qua e, come spero, vi siete divertiti, sappiate anche che Cristopher Moore mi ha confidato quanto segue:
1. Su 50 persone Beta ce n'è una Alfa
2. Berlusconi è Alfa, Obama è Beta
3. I Beta, un giorno, senza alcun dubbio domineranno il mondo.
Perciò, cara Anonimo, dobbiamo andare fieri/e della nostra Betitudine.
Lo stalker in piscina e le notti insonni Non vedo il tizio, ormai, da dieci giorni almeno. L'ho incrociato una volta con Pellons
ma è arrivato tardissimo e non sono riuscita a farmi molestare. Da un lato è un bene perché a Mike Delfino prudevano le mani e quando s'innervosisce diventa faticosetto. In ogni caso, come sempre, vi terrò aggiornati. Invece: miracolosamente l'altra notte si è svegliato il Pupo e a quanto pare io stavo attraversando quei cinque minuti della mia vita onirica in cui sogno Brad Pitt, perché sono riuscita a restare addormentata e a percepire solo il vago movimento di Mike Delfino che imprecando in veneto si ri-tuffava sul letto dopo essere andato ad accudirlo. In compenso, al mattino il Pupo in questione ha preso la bruttissima abitudine di infilarsi nel nostro letto attorno alle 6.34, incuneando il suo corpicino caldo tra noi genitori dei quali, indovinate un po', uno si riaddormenta subito, l'altra resta sveglia a fissare il soffitto.
Bugie Domanda importante: dicono bugie, i vostri Pupi? Se sì, voi che fate? Perdonate o scoraggiate? La Pupa è la persona più sincera che io conosca, il Pupo l'opposto. Ieri è tornato dalla scuola materna con una banana - intera, con la buccia - spiaccicata nella tasca dei pantaloni. «E questa come ci è finita qui, Pupetto amoroso?». «Ci è andata da fola», mente lui spudorato, sorridendoti con l'occhio che incanta. Lo abbracci, lo baci, lui finge di lamentarsi: «Non fono mica il tuo pupaffo». Poi ride di nuovo, e corre già via.

mercoledì 7 marzo 2012

Quante storie per un piccolo ritardo

L'arte di accarezzare i piccioni
Se ancora non l'avete letto, non posso che consigliarvi l'ultimo romanzo di Fred Vargas, La cavalcata dei morti. Classificato come "poliziesco" in realtà è un romanzo che trascende i confini di genere, con una serie di digressioni surreali e adorabili. A un certo punto un padre, a proposito del figlio 28enne appena entrato nella sua vita - nel senso che, prima, non sapeva nemmeno che fosse nato - fa la seguente riflessione: «In una cosa era bravo, per lo meno. Bravo ad accarezzare i piccioni: anche banali, sporchi e brutti come quello» (il riferimento è un piccione trovato per strada con le zampine legate, ndr).
Amore e altre catastrofi Nonostante le perplessità di Papàmamma (che ritiene questa storia barbosa) qualcuno mi ha addirittura scritto in privato per chiedermi aggiornamenti sullo stalker ormai noto come «Il Tizio della Piscina». Calma, ragazzi, calma! Il fatto è che per il momento non c'è nessuna novità. Per fortuna, dice la parte privata di me; purtroppo, dice la narratrice che freme all'idea di raccontarvi ogni benché minimo sviluppo. Il Tizio della Piscina secondo me è morto o era malato, perché le ultime tre volte che sono andata a nuotare non l'ho visto. Peccato: il mio collega mi aveva accompagnato bello carico, con l'intento di menarlo, e invece ha dovuto soprassedere, limitandosi a sfogare il testosterone prendendo a schiaffi l'acqua con qualche vasca a delfino. Ma domani ci torno e, se lo ribecco, state sicuri che ve lo dico subito.
Una cosa orribile L'altra mattina sentiamo una risatina soffocata. Non c'è un modo carino per dirvelo, perciò ve lo dico e basta. Il Pupo ha rubato dal piano della cucina, dov'era appoggiata, la vaschetta piena a metà di cubetti di ghiaccio - l'altra metà essendo appena stata usata dal padre, aka Mike Delfino, per farsi un caffè shakerato. Poi l'ha messa per terra davanti a sé, ci si è inginocchiato davanti - il Pupo, non Mike Delfino - e deliberatamente, coscienziosamente, ha pisciato (uso questo termine perché l'azione nefanda lo merita) in ciascuno degli scomparti liberi. Credo che se non l'avessimo fermato avrebbe anche tentato di mettere la vaschetta in freezer, per vedere se riusciva a ghiacciare la pipì. Poi sua sorella si è girata, l'ha visto e angelica ha commentato: «Che carino il fratellino, vedete? Ha colorato i ghiaccetti con l'acquerello». Non abbiamo avuto cuore di dirle la verità, ma abbiamo pensato: questa è un'anima bella, nella vita si farà fregare dal primo che passa.
Il Pupo invece si è trovato irresistibile e ha continuato a ridere per un bel po'. Notare che non ne ha versata a terra neanche una goccia: quando si dice la precisione.
Stanotte, invece Da troppo tempo, almeno una settimana, dormivamo sonni tranquilli. Poi stanotte, a un'ora X che non ho nemmeno verificato - mi viene l'ansia doppia, se guardo l'orologio - abbiamo sentito un urlo belluino. Non mi sono svegliata subito, anzi sognavo che qualcuno stava costringendo la Pupa a inghiottire una biscia, pensate un po'. Invece era "solo" lei che urlava perché, nel letto, si era appena gomitata addosso. Mike Delfino mi raggiunge mentre presto i primi soccorsi e mi dice: «Hai bisogno che ti porti qualcosa, da sotto?». Gli faccio: «Un rotolo di scottex, per favore».
Ha borbottato qualcosa ed è sceso. Forse non ci crederete, ma è tornato di sopra con:
- Una paletta
- Un catino di plastica con un buco molto grande sul fondo
- Un sottovaso verde, diametro 22 cm.
- Un guanto di gomma (mano sinistra)
- Neanche l'ombra dello scottex.
Persino nella malattia, la Pupa ha riso. L'ho rassicurata: «Non ti preoccupare, i maschi di notte non capiscono niente». Il Mike si è lamentato dicendo che lo sottovaluto, poi si è chinato a frugare sotto il lettino del Pupo, che in tutto ciò dormiva beato. «Cosa fai, Mike, accarezzi il parquet?». «Sto cercando le lenzuola pulite», mi ha risposto lui, tra il confuso e lo stizzito. Per terra, sotto un lettino, accanto a una tartaruga gigante di peluche. Non nella cassapanca di legno dove, da almeno quattro anni, persino i pesci rossi sanno che le teniamo.
PS Stamani, interrogato, Mike Delfino non ha saputo dare spiegazioni convincenti sul suo comportamento. Ma anche i vostri compagni (o compagne, se siete maschi) danno il meglio di sé durante la notte? Si aspettano aneddoti e solidarietà.