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giovedì 27 febbraio 2014

Volevo dire gelosia, invece ho detto paura

Quel mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre
«Ho detto "paura" ma forse volevo dire gelosia. Quando dicevo "Mamma, ho paura di andare in bagno da solo, accompagnami" intendevo "Mamma, voglio che tu stia con me sempre, persino quando vado in bagno"». Mesi passati tentando invano di capire, curare, guarire il Pupo e le sue improvvise inspiegabili paure, e ora vien fuori questo. Come sempre accade, quel che fino a un momento prima era un enigma insolubile diventa facilissimo a partire dall'istante esatto in cui l'hai decifrato.
Formidable (ceci n'est pas une leçon) Accade anche che il punto più basso sia anche quello di svolta. Una notte il Pupo ha urlato come al solito chiedendo aiuto e quando barcollando sono arrivata da lui mi ha spiegato che non solo aveva paura dei mostri sotto il letto e di quelli nell'armadio, ma anche dei suoi pupazzi. Essendo al quarto risveglio in due ore lì per lì gli ho dato del cretino e l'ho odiato. Poi la mattina ci ho pensato e ci ho pensato ancora. Tipo: quando anche le cose più vicine e più care diventano temibili, vuol dire che il mondo attorno a noi sta crollando. «Pupo, abbiamo mai parlato di gelosia io e te?». «Cos'è gelosia, mamma?». «Gelosia è temere che qualcosa o qualcuno ci porti via quello a cui teniamo di più, a cui vogliamo più bene». «Allora, mamma, forse non sono fifone ma sono geloso».
Eh, le bébé. Oups: mademoiselle Il Pupo essendo la creatura sulfurea e dirompente che ben conosciamo - il bambino gigante il cui sogno più grande è diventare «l'uomo più forte del mondo» - ma anche il pulcino dalla pelle di cristallo che quando lo sgridi ti dice «Mamma, così mi fai sanguinare il cuore». E se di giorno con la signorina che ho appena partorito è protettivo e affettuoso, durante la notte la paura di perdere il suo posto nel mondo lo divora e diventa tutti i mostri che riesce a immaginare.
Tous les mêmes E dunque, nuovo cambiamento nelle nostre complesse geometrie notturne. Per recuperare energie al momento dormo in camera dei miei figli con il Pupo accanto e la Mini nella culla, la Pupa con Mike Delfino nel nostro lettone. La stanza degli ospiti al momento resta tale. «Pupa, com'è fare la nanna con Mike Delfino?». «Ottimo. È caldo, è coccoloso e soprattutto non mi cammina sui capelli mentre dormo».
Da che punto guardi il mondo (tutto dipende) E così il Pupo mi ronfa beato a un centimetro di distanza. Dopo aver trascorso mesi a funestare gli altrui sonni ora osa lamentarsi perché la Piccolissima «respira rumorosamente». Questa è una soluzione transitoria: il tempo di rassicurare il Pupo - che intanto ha ricominciato ad andare in bagno da solo - rispetto alla mia presenza al suo fianco. Dopodiché spero, nell'arco di qualche giorno, di riprendere la mia postazione. Mentre scrivo questo, penso: chi l'avrebbe detto, che dormire al fianco di un essere umano adulto sarebbe diventato così difficile.
Tutto dipende/2 Il Carnevale incombe (il sabato grasso ambrosiano è tra 10 giorni), io guardo a quella data con orrore. Voi come vi regolate? Abiti fatti in casa o comperati già pronti? La mia vicina di casa bravissima ci ha messo venti giorni a cucire per sua figlia un abito da pecorella da fare impallidire i disegnatori di Shaun, vita da pecora. Subito quegli sfacciati dei Pupi mi hanno chiesto qualcosa di simile. Gli ho detto: «Se proprio proprio, posso vestirvi come l'Uomo di latta del mago di Oz». E i due sempliciotti, gli occhioni sgranati: «Davveeero, mamma? E come ce lo prepari, il costume?». «Voi state belli fermi e chiudete gli occhi. Un paio di giri di carta stagnola ed è fatta».
Soundtrack: Tous les memes
Formidable
Depende

giovedì 13 febbraio 2014

Gelosia

Certo ci fu qualche tempesta, anni d'amore alla follia
«Lui è Edoardo. Ma potete chiamarlo "viscido"», ci ha detto due giorni fa, nel presentarci il fratellino neonato, il figlio cinquenne di una coppia di amici. A noi è venuto da ridere, ai suoi genitori un po' meno, e infatti l'hanno sgridato. «Uh, come si prendono sul serio», riflettevo a voce alta tornando a casa con Mike Delfino. Noi che di gelosie ne sappiamo qualcosa, se dovessimo preoccuparci a questo modo ogni volta chissà che vita faremmo.
Mentre piove, sono lacrime Mi avete chiesto come si comportano i Pupi. Pur non mostrandosi manifestamente ostile alla sorellina, il Pupo fatica a cedere lo scettro di piccolo di casa. La sua miglior strategia è tradurre le difficoltà in paura: del buio, dei mostri, di quello sfigato di E.T. che è diventato il Babau per antonomasia. «Di notte ho bisogno di sentire un corpo caldo accanto al mio», è il suo mantra. Col passare delle settimane, se possibile, anziché migliorare peggiora. «Smetterò di aver paura a 6 anni», ha annunciato. Per rassicurarlo abbiamo appiccicato il suo letto a quello della Pupa, prima di metterlo a nanna lo imbottiamo di camomilla filtrofiore, gli leggiamo fiabe pacificatrici, in tv guarda solo la Pimpa e i Barbapapà, ma nulla serve, o nulla basta.
Riprendi fiato con intenso trasporto È pur vero che i bambini lo sanno, quando non ce la fai più. E poiché lo sanno, trovano il modo di aiutarti a sopravvivere. Per questo motivo, mentre suo fratello veglia (e ci toglie il sonno), la Piccolissima al compimento dei due mesi ha deciso di cominciare a dormire tutta la notte. Per allattarla devo svegliarla io, alle otto del mattino, quando proprio sto per scoppiare. Prima che i suoi fratelli tornino da scuola la tengo in braccio sempre e la fisso incredula, colma di gratitudine. Lei mi restituisce uno sguardo chiaro, alieno e consapevole. Sorride spesso, senza abbandonare l'aria sospettosa. Nelle ore diurne ciuccia di continuo, con voracità, come se non ci fosse un domani. Adoro questo suo modo di vivere alla giornata.
Primavera Allora l'altra sera ho portato i Pupi grandi a comprare una giacca pesante nei saldi. Siamo stati appena fuori Milano, nel noto negozio di abbigliamento sportivo. Sulla via del ritorno ho sbagliato l'uscita della tangenziale e mi sono trovata a vagare sulla statale tra Rho e Pero. Eravamo stanchi e affamati, a casa la Piccolissima mi aspettava per mangiare. Il tutto aveva un carattere di urgenza, ma a me le situazioni improvvisamente complicate danno gusto. Allora in tono compiaciuto per prenderli un po' in giro ho detto: «Bambini, ci siamo persi». E il Pupo, aka cuor di leone: «Cooome, persi?». La Pupa, didascalica e definitiva: «Persi. Smarriti. Fre-ga-ti. Vuol dire che stasera non si torna a casa».
Lasciati andare alla vita Dopo qualche minuto ho chiesto al Pupo, che se ne stava in silenzio da troppo tempo: «Amore, perché non parli?». «Sto guardando le insegne. Sto cercando una A. A come albergo». Pupa: «Demente. Devi cercare la H. H di hotel». Io: «Ottima idea. Così se non riusciamo a ritrovare la strada almeno abbiamo da dormire». Pupo: «Stiamo tutti assieme nel letto, però. Ho bisogno di sentire un corpo caldo accanto al mio». Pupa, leggendo un cartellone pubblicitario. «Eucerin. Mamma, siamo in via Eucerin. Sai dov'è?». Pupo: «Siamo in Italia? Puoi fermarti al supermercato a prendere gli spazzolini da denti e un pupazzetto per me?». Pupa: «Fa niente se la Mini» (=la Piccolissima, ndr) «per una sera beve il latte dal bibe?».
Io che da bambino sognavo di fare il benzinaio Poi siamo tornati a casa sani e salvi. La mattina dopo ho svegliato il Pupo coprendolo di baci, e lui mi ha sussurrato parlando veloce come facciamo tutti ogni volta che ci strappano a un sogno: «Nel sonno stavo dando fuoco alla scuola. Ma non con un accendino, eh». «E con cosa, Pupo?». «Con un accendone. Quello grande che mi ha regalato la nonna e che tengo conservato al mare. Nel sonno sono andato a prenderlo e ho insegnato ai miei compagni come incendiare la scuola, muovendolo così, whoosh! dal basso verso l'alto». «Perfetto, Pupo». «Ah, mamma?». «Dimmi, amore». «Mi piace, la nostra vita».

Soundtrack:  La canzone dei vecchi amanti
L'ultimo bacio
Primavera