Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

venerdì 19 aprile 2013

C'è maretta in famiglia

Del perché la Pupa vorrebbe che il Pupo vivesse altrove
I miei figli sono estremamente litigiosi. Non riesco a capire per quale motivo il limite temporale di un'esistenza senza conflitti, per loro, coincida con i 30 secondi (circa).
Prendete stamattina per esempio. Si sono alzati praticamente nello stesso momento e, scesi dal letto, si sono seduti sul parquet nel disimpegno davanti alle camere. Perché l'abbiano fatto lo ignoro, ma per mezzo minuto sono stati amabili, morbidi e assonnati nella prima luce del mattino:
(Con tono gentile) «Ceci, a te piacciono di più le Winz, le principesse o le Kitty?»
«Mmmh, fammi pensare... le principesse».
(Lui, scuotendo la testa e contemporaneamente il dito indice) «Nonnò. Sbagliato».
«Ma come può essere sbagliato un gusto? Cretino» (segue colluttazione).
 A volte invece discutono Su questioni più esiziali. In questa fase della vita sono molto interessati all'origine delle cose e al mondo com'era una volta. La Pupa legge e rilegge un libro sui Fenici di quand'ero bambina, il Pupo è capace di spararsi 22 minuti di fila di vecchi documentari di Piero e Alberto Angela, recuperati su YouTube.
(Ieri sera, insolitamente complici) «Mamma, ti volevamo chiedere una cosa».
«Ditemi, amorini».
«Sappiamo che Adamo ed Eva erano i primi uomini».
«Giusto».
(Pupa) «Quello che non capiamo è come abbiano fatto a discendere».
«In che senso?»
(Pupo) «Come hanno fatto a moltiplicalsi».
Una storia vecchia come il mondo Come ho già detto, il Pupo mescola una stupefacente proprietà di linguaggio a una pessima pronuncia (questione di pigrizia).
«Beeeh, lui ha messo un seme...»
(Pupa) «Sì, lo sappiamo. Lui ha preso un seme dal pisello e l'ha messo nella pancia della mamma».
(Pupo, con tono scocciato) «E poi sono nati dei figli».
(Pupa, determinata) «Ma i figli sono fratelli, e non possono sposarsi tra loro. Sarebbe come se io sposassi Rocco».
«Ceci, ma io ti voglio sposare».
«Cretino» (segue colluttazione).
Una certa dose di mistero Dopo essere stati, non senza sforzo da parte mia, separati i Pupi sono ri-diventati pensosi. Poi la Pupa ha preso la parola:
«Mi è venuta un'idea».
«Dimmi».
«Lo chiederò al maestro di religione, anche se so già cosa mi dirà».
«Cosa ti dirà?»
«Che in questo problema c'è una certa dose di mistero» (ricordo che la Pupa ha 7 anni).
(Pupo, tirandole i capelli all'improvviso) «Ceci, sposami».
«Creeetino!».
E così hanno ricominciato a menarsi. Nuovamente separati, il tempo di asciugarsi le lacrime e la Pupa ha concluso: «Se mio fratello mi picchia altre 30 volte in un mese deve andare a vivere in un'altra casa, in un'altra famiglia». Lui ha pianto. «Ma non devi per forza andare a star male. Puoi anche andare a vivere dal re o dal presidente. Oppure a casa di Pisapia».
Domanda sinceramente interessata Ma anche voi, da piccoli, litigavate tanto con i vostri fratelli? E i vostri figli, come si comportano?

martedì 9 aprile 2013

Ero una donna libera prima di avere un cane

Del perché il cane è una tassa, ma porta allegria
(Io): «Pupo, ma sei ritardato? Non puoi sputare per terra e incitare il cane a bere il tuo sputo».
(Pupo) «Ma aveva sete».
(Pupa): «Ma sei sceeemo? Non puoi dargli il mio astuccio da mangiare. Vieni qua che adesso ti ammazzo».
 (Pupo) «Ma deve falsi i denti».
Ho capito finalmente il significato profondo della raccomandazione «Tenere i medicinali fuori dalla portata dei bambini» l’altra sera, quando il Pupo mi si è parato davanti all’improvviso con una schiuma violacea attorno alle labbra. Aveva masticato (e subito dopo, sputato) il vermifugo di Laccio, il nostro cane. Nessun danno, per fortuna: tra l’altro la compressa è tarata per una bestia di sette kg e non per una di 19 kg. Prima di darmi della sconsiderata/irresponsabile, vi prego di notare che il medicinale in questione era riposto in un armadietto a un metro e 70 di altezza, e che per arrivarci il Pupo ha recuperato in dispensa una scaletta in alluminio; abbastanza leggera da riuscire a trascinarla, abbastanza oliata da aprirla con facilità. Nel caso in cui vi chiedeste dove fossi io per i tre minuti necessari a compiere il misfatto, la risposta è: in bagno.
Me-time, questo sconosciuto Scrivono di continuo i giornali femminili (tipo il mio) che nessuna donna dovrebbe rinunciare al suo sacrosanto me-time, il famoso «tempo per me» che include attività sollazzevoli e prettamente femminili tipo manicure, massaggi, aperitivi con le amiche, un'ora in piscina, una sessione di sci-alpinismo. Ebbene, il mio me-time ultimamente consiste nel portare il cane al parco la mattina, dopo aver lasciato a scuola la Pupa. Poiché piove sempre ho messo in auto stivali di gomma, uno dei quali squarciato sul retro, e una giacca da agricoltore sporca di fango e, forse, escrementi di provenienza non umana. Ero una donna libera prima di avere un cane potrebbe essere il titolo del mio prossimo libro. Se mi va bene, riesco a trascinare una delle mie amiche-mamme con me; prima andavamo al bar, ora invece a rotolarci tra gli sterpi incitando amabilmente i cani alla lotta, con espressioni gentili tipo «Daje, Laccio!» o «Non ti far fregare da quel bastardo!».
Indietro non si torna Rinchiudermi in bagno, dunque, è tornata a essere una strategia di sopravvivenza, proprio come quando i Pupi erano molto piccoli e bramavo 30 secondi di fila tutti per me. Non funziona un granché, in ogni caso, perché dopo pochi istanti da dietro la porta sento urla di bambino alternate al metodico raschiare delle unghiette. Tuttavia Laccio si fa ben volere e mi scopro a pensarlo con affetto nel corso della giornata. Il direttore del giornale per cui lavoro continua a ricordarmi: «Hai fatto una ca***ta». Altri amici, più morbidi, mi dicono: «È come avere un figlio». Ecco, forse questo è esagerato. Diciamo che come impegno - pratico ed emotivo - è circa un quarto di figlio, senza contare che d'estate lo puoi lasciare in pensione. Certo, non lo abbandonerei nell'area di servizio di Somaglia Est, ma non mi metterò a cercare apposta una vacanza adatta a lui (se lo faccio, sparatemi). Ecco, mentre scrivevo questo post mi è venuta la fortissima curiosità di sapere se voi il me-time ce l'avete, e se sì, come lo usate. C'è nella vostra vita qualcosa di sacrosanto, intoccabile, che riguarda solo voi e, soprattutto, che riuscite a fare?