Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

lunedì 29 giugno 2009

On the road - Dialoghi dell'assurdo

Cosa dice la gente quando ti vede a spasso col Pupo
Signora con una cofana di capelli cotonati, un po' dura d'orecchio
"Che bel bambino! E' il primo?"
"No, il secondo".
"Eh, allora bisogna dargli presto un fratellino".
"Ce l'ha già. Anzi, una sorellina".
"No, perché se crescono figli unici poi si viziano".
"E' il secondo."
"Non aspetti troppo per farne un altro, mi raccomando".
"..."

Signora elegantissima e tutta ingioiellata
"Che bel bambino! E' un maschietto?"
"Sì, un maschietto".
"Ah, mi ricorda tanto il mio Tobias. E' il mio nipotino, sa?"
"Ah che bello."
"Sì, ma non me lo fanno mai vedere. Posso prendere in braccio il suo?"
"Prego, prego".
(Lei, sollevando il Pupo): "Mannaggia, ma quanto pesa questo? Sarà venti chili, vero?"
(Io, riflettendo sui motivi per cui a questa nonna viene impedito di vedere il suo nipotino): "No, signora, è pesantuccio ma non arriva a dieci."
"Stia attenta a non prenderlo in braccio troppo. Io i miei figli infatti li facevo sollevare dalla tata. Poi se no mi veniva mal di schiena".

Maschio tamarro desideroso di far colpo, in un negozio
"Aò, bello il Pupo. Che, la mangia la carne?"
"Sì, la mangia".
"E bravo Pupo. Se vieni da me ti dò la fiorentina. C'ho un locale sui Navigli, venite che siete miei ospiti".
"Okay, magari quando il Pupo compie diciott'anni veniamo".
"Ma quanto c'ha? Che c'ha, due, tre mesi?"
"No, sette".
"Ma come, e sta ancora in braccio? Ma non dovrebbe camminare già?"

Signora indelicata
"Che bel bambino. E' bellissimo! Ma è suo?"
"Sì, signora"
(Lei, spostando sospettosa lo sguardo da me al Pupo): "Ma che, davvero?"

E per finire, un grande classico (la festa dei luoghi comuni)
"Ah signora, che bel bambino. I bambini sono una gioia, vero?"
"Eh, sì".
"Certo i primi anni si fa fatica".
(Io, col sorriso): "Sissignora".
"Però non si lamenti, eh? Che ce n'è tanti che li vorrebbero ma non possono."
(Rassicurandola): "No, non mi lamento."
"Dorme la notte?"
(Io, non sapendo quale sia la risposta giusta): "Sni".
"Eh, i bambini sono così. L'importante è che sian sani. Lo allatta ancora?"
"No, ho smesso poco fa".
"Eh certo. Dopo un po' il latte diventa acqua. Comunque guardi, mia figlia è venuta su benissimo col biberon".
"Parole sante, signora".
"E' il suo primo bimbo?"
"No, il secondo."
"E il primo è un maschio?"
(Io, sospirando): "No, una femmina."
"Che meraviglia! Ha fatto la coppietta. Così è sistemata, eh, signora?"
(E mo' basta, però): "No, ne voglio altri cinque. Anzi sono già incinta. Di due gemelli, ma il padre stavolta è l'idraulico".



martedì 23 giugno 2009

Ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare

Voi forse pensavate che tutti i latti artificiali fossero uguali
Io certamente lo credevo, e vorrei capire anche qual è la vostra esperienza sull'argomento. E' andata così: quando il Pupo - mostrando il suo carattere fermo e determinato - ha deciso di smettere di farsi allattare da me, più o meno al compimento del settimo mese, mi sono rivolta con fiducia, per questioni ideologiche oltre che economiche, al più "alternativo" dei latti formulati. Quello che è stato immesso sul mercato da una grande catena commerciale a un prezzo di rottura, circa la metà degli altri. Quello reclamizzato con lo slogan "nuova formula" e la confezione arancione.
Il Pupo non ha mai mostrato di apprezzarlo particolarmente. Un giorno poi gliel'abbiamo servito forse un po' troppo caldo, o forse l'ha bevuto troppo in fretta, e a fine poppata l'ha gomitato. Da allora associa l'odore di quel latte al vomito, e appena lo vede strilla. 
La pediatra, la dottoressa ZiaBubu, mi ha consigliato: "Finché non trovi quello giusto, sostituisci con lo yogurt. Prova le altre marche, vedrai che prima o poi si dimentica dell'esperienza sgradevole e si riaffeziona al biberon".
Non so, forse il Pupo è uno che se la lega al dito. Sta di fatto che li ho provati tutti: quello della marca X, "arricchito con prebiotici". Poi quello della marca Y, "preparato con una speciale formulazione e arricchito con speciali integrazioni". Poi quello della marca Z, "appositamente studiato per soddisfare le esigenze nutrizionali del lattante". Naturalmente ho tentato anche con la marca H, "il latte garantito biologico e arricchito con ferro". 
Lasciamo stare il fatto che l'esborso economico è notevole. Si tratta di una questione secondaria. No, il problema non è questo. Quel che davvero mi brucia è che dopo tanto peregrinare siamo arrivati all'Innominabile, prodotto dalla ditta che personalmente boicotto da vent'anni perché con le sue sciagurate azioni di promozione del latte artificiale nei paesi in via di sviluppo mette in pericolo la vita dei bambini, che in Africa e dintorni se la cavano molto meglio se vengono allattati al seno. Per sovrannumero nel 2005 l'Innominabile è anche stato condannato, in Italia, dal temuto Tribunale di Giarre perché nelle confezioni di latte a un certo punto hanno trovato tracce di inchiostro. 
Io detesto l'Innominabile. Per carità: so che le altre multinazionali tanto innocenti non saranno, ma insomma, l'Innominabile ha compiuto svariate imprese discutibili e assai documentate. Pensate che ho proibito persino alla Pupa di mangiare i noti formaggini quadrati a marchio Innominabile, nonostante fossero i suoi preferiti.
Ebbene. Accostate le sante labbra a un biberon ricolmo di latte artificiale Innominabile, il Pupo, ha immediatamente aperto la boccuccia e dopo giorni di sciopero della sete ha cominciato a ciucciare. Al termine della poppata ha espresso un ruttino simile a un boato e si è addormentato pacifico, finalmente soddisfatto.

martedì 16 giugno 2009

Siamo in vacanza!

Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare
Siamo in vacanza e torniamo tra una settimana. In questi giorni non ho accesso al blog, ma lasciatemi commenti numerosi! Vi risponderò appena torno. 

sabato 13 giugno 2009

Quella bischera della Pupa

La mia è una famiglia di buontemponi
Da domenica scorsa, da quando cioè siamo andati in visita al Podere Bernardi per una giornata a porte aperte organizzata dai produttori di alimenti biologici della Ecor, quando la sera metto a letto la Pupa e le chiedo "Che cosa sognerai stanotte?", lei mi risponde: "Le mucche". Mi chiedo se e quando smetterà di farlo, visto che il colpo d'occhio era notevole: sessanta vacche, o giù di lì, ciascuna amorevolmente accudita dai proprietari dell'azienda agricola che le hanno persino battezzate una a una.
(Io): "Pupa, te li ricordi i nomi?"
(Pupa): "Mimì, Lulù, Birra, Betulla, Maya, Charlot anche detta Charlie, Abubucaco, Cacca, Cacco e Cacca Molle" (ricordate che la Pupa è nella Fase Cacca).
(Io): "Che differenza c'è tra Cacca e Cacca Molle?"
(Pupa): "Cacca Molle è più ingigottita".
(Io): "Pupa, cosa ti è piaciuto di più della visita?"
(Pupa): "Le piante di lavanda, il fatellino e la cacca. Cacca! Abubucaco! Ahahahah".

In questi giorni il Pupo ha quotazioni insospettabilmente alte nella classifica personale della Pupa, che gli passa persino alcuni dei suoi giocattoli verificando prima che non siano troppo piccoli per lui. Temo che non durerà a lungo ma mi godo la tregua. Peraltro il poveretto al Podere Bernardi si è comportato benissimo: a sette mesi ha pure gustato un pezzo di cotoletta di seitan (i proprietari sono vegetariani, amano moltissimo gli animali, accudiscono le proprie bestie fino alla vecchiaia, anche quando non sono più produttive) e si è mangiato un discreto tot di ciuffi d'erba (biologica) senza nemmeno gomitare. Purtroppo abbiamo calcolato male i tempi: il Podere è in un posto incantevole sui colli bolognesi, però da Milano, a causa delle pause-pupi e della lentezza della nostra auto - una Fiat Doblò che la Pupa chiama il càmionne - ci abbiamo messo tre ore e mezza ad andare e quasi quattro al ritorno. 
Il che ci ha ricordato quel che, ahinoi, avevamo dimenticato: con i bambini si può pure andare in un posto infame, l'importante è che il viaggio sia breve. Esci dalla città, dopo venti minuti ti fermi in una piazzola di sosta in tangenziale, ti metti a tirar sassi ai barattoli e a saltare nelle pozzanghere e loro sono contenti. Viceversa, se la meta è un Eden ma la distanza troppo lunga qualunque vacanza potenzialmente diventa un incubo. Abbiamo passato tutto il viaggio di ritorno con il Pupo impegnato a esprimere smodato disappunto e la Pupa che urlava "Ué, Mangüsta, ti güsta la pizza?" (la responsabilità è di Mike Delfino. La frase è una sua invenzione) a qualunque essere umano o animale riuscisse a scorgere dal finestrino. A un certo punto si è messa a urlare "Mangüsta" alla Freccia Rossa che percorre la Milano-Bologna.

In ogni caso, per chi abita dalla parte giusta dell'Italia, il Podere Bernardi è un posto stupendo. Ho anche conosciuto le blogger Mamma Giramondo e Kosenfuru Mama, in visita nello stesso luogo con le loro famiglie. A differenza di me loro hanno pubblicato esaurienti resoconti della giornata già poche ore dopo essere tornate a casa. A mia parziale giustificazione devo dire che da domenica scorsa ho un filo di mal di testa fisso e, giuro che non lo dico per lamentarmi, una crescente polsite (infiammazione del polso) a causa del peso eccessivo di quel villano del mio secondogenito, il che mi rende disagevole persino il normalmente allegro ticchettìo sulla tastiera. 
In più - e questa è l'ultima che vi racconto - mercoledì il Pupo si è fatto venire una malattia infettiva non meglio identificata. L'unica cosa certa era la febbre. Oggi c'era il suo battesimo, impossibile da spostare visto che non ci ricordavamo più nemmeno chi avevamo invitato, e abbiamo dovuto cambiare in corsa la madrina: essendo quella designata in gravidanza, c'era il rischio di un contagio (di che cosa, ancora non sappiamo) per il feto. Giornata bellissima, amici meravigliosi e numerosi, fantastica la madrina sostitutiva a cui comunque avrei chiesto di prestare la sua opera per il mio terzo figlio (quello che spero, nonostante tutto, di avere un giorno). 
Ma quando, all'ingresso in chiesa, Mike Delfino mi ha chiesto a voce stentorea: "Stella, che mano uso per il segno della croce?" e tutti si sono voltati a guardarci ho ripensato alla Freccia Rossa e ho tanto, tanto desiderato teletrasportarmi - da sola - su quel treno.

giovedì 11 giugno 2009

Assenze giustificate

Con quelli come il Pupo non ci si annoia mai
Prima di tutto: grazie per il vostro sostegno, in momenti come quello che stiamo attraversando è fondamentale. Come vedete ci sono riuscita: una settimana esatta senza scrivere niente sul blog, per colpa soprattutto delle notti insonni. Il Pupo continua a svegliarsi parecchio, ma siccome non è un tipo noioso ogni volta lo fa per un motivo - e con modalità - diverse. Prevedere tutte le variabili è impossibile.
Può capitare che abbia freddo.
Può capitare che abbia caldo.
Può capitare che perda il ciuccio.
Che si faccia la (ehm, scusate) cacca addosso.
Stamani all'alba, erano le cinque, si è molto eccitato al canto degli uccellini. La notte fin lì era andata bene, poi si è sparato un biberon di lattino e anziché riassopirsi ha cominciato a trovare estremamente interessante il cinguettio che proveniva da fuori. Si è riaddormentato alle sei. Noi no. Ora aspettiamo che la Pupa trascorra una notte fuori casa per tentare una terapia d'urto col Pupo (= lasciarlo piangere. L'alternativa è il sonnifero).
Il nostro ménage risente, almeno in parte, di questa costante privazione del sonno. Ieri ho presentato il libro con la maglietta al contrario. Le piante di casa hanno sete. Prendo appuntamenti con amici e amiche e poi li disdico: sono troppo stanca. Se avessimo un gatto, lo trascureremmo in modo orribile.
In una famiglia, il frigorifero dice molto di come vanno le cose. Il nostro attualmente ospita: acciughe coi capperi, la codina di un salame di cioccolato scaduto, ravioli rinsecchiti, tre sottilette, un melone troppo maturo, un marshmallows di Hello Kitty.
L'altra mattina dovevo mettere le scarpe alla Pupa; sono andata a cercarle nell'armadio, ne sono uscita tenendo in mano un Pampers del Pupo. Poi sono rimasta interdetta a spostare lo sguardo dal pannolino ai piedi della Pupa, senza capire cosa avessero a che fare l'uno con gli altri.
Ho capito che siamo messi davvero maluccio quando, sempre l'altra mattina, Mike Delfino si è messo in tasca un piccolo termometro digitale al posto del cellulare. Ieri sera, invece, ha cercato di telefonarmi con la carta di credito.

giovedì 4 giugno 2009

Stanchezza

Mi guardo intorno e sono tutti migliori di me
Sono in equilibrio precario. Mi fanno male gli occhi, la vita è una corsa continua, Mike Delfino continua a non sentire suo figlio quando si sveglia di notte. Il Pupo ha antipatie altalenanti: per il seno quando vorrei dargli il seno, per il biberon quando gli propongo il biberon. La Pupa manifesta invece uniforme dissenso. Contro il mondo, contro la vita, contro di me. Mi picchia, mi morde, mi graffia e poi, pentita, col labbro tremulo mi sfida: "Questo ti piace, mamma?", e ho capito che è il suo modo per testare i confini e capire fin dove può arrivare ma fa male, ed è frustrante.
Gli altri blog sono costantemente aggiornati, io fatico a inserire tre post alla settimana.
Le altre mamme sono tutte amiche, linkate tra loro, ospiti le une delle altre in mirabolanti convegni (reali) e rubriche (virtuali). Io, in questi giorni, anche qui sul web mi sento come quando vado al parco, o all'asilo a portare la Pupa: alla periferia dell'impero.
Mercoledì 10 Jolanda Restano di FattoreMamma presenta il mio libro alla Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele, a Milano (ore 18), e ancora non ho avuto tempo di invitare tutti. Flavia di VereMamme aspetta un mio post da giorni (domani lo scrivo. Giuro). Il mio sondaggio "I vostri figli dormono?" ha avuto come unico risultato quello di deprimermi ulteriormente: gli unici bambini col sonno a intermittenza come le lucine dell'albero di Natale sono i miei. L'altra notte la Pupa è addirittura caduta dal letto. Ha pianto e poi, mezza addormentata, mi ha spiegato che sognava di essere Peter Pan.
Vorrei tornare alla sua età. Non per la pelle liscia e splendente ma per avere qualcuno che mi lava con dolcezza, passandomi la spugna su tutto il corpo. Qualcuno che mi prepara il lattino caldo prima della nanna, che mi tiene la mano quando attraverso, che mi pettina piano i capelli al mattino sforzandosi pure di disporre simmetricamente le mollettine colorate. Vorrei qualcuno che mi sbuccia la frutta, che mi tiene in serbo i bocconi migliori, che mi porta in braccio su su per le scale, fino alla porta di casa.
A pensarci bene, Mike Delfino faceva tutto questo per me. Poi sono arrivati i Pupi.

martedì 2 giugno 2009

1, 2, 3... bordetto!

Qui ogni giorno se ne impara una nuova
(Pupa, a 10 centimetri dalla faccia del Pupo): "Fatellìno, sei brutto e prepotente. Ambubucàco bubucàco caccone piscione puzzone" (la Pupa è in piena Fase Cacca. La Fase Cacca è contagiosa - gli asili ne sono un focolaio pazzesco - e fa molto ridere i bambini. In alcuni casi si protrae per oltre un anno).
(Io): "Pupa, perché dici così al fratellino? Non è vero che è brutto e prepotente. E' carino, gentile e ti adora fino ai limiti del servilismo".
(Pupa): "Lo so, ma vorrei darlo a quàqque altra famiglia".
(Io): "Con tutta la fatica che ho fatto per farlo?"
(Pupa): "Eh, lo so. Ma ora voglio la sorellina".
(Io): "Pupa. A prescindere dal fatto che 1) non si può scegliere quel che arriva, 2) è presto per parlare di mettere altri semini nella pancia della mamma, nel caso un giorno arrivasse una sorellina potremmo tenere anche il fratellino".
(Pupa): "Ah".
(Io): "Non lo sapevi?"
(Pupa): "Ma così saremmo... 1, 2, 3. Tre! Be', potremmo fare un bel bordetto".
(Io): "Bordetto?"
(Pupa, con fare alla Devoto-Oli): "Significa confusione, baccano".
(Io): "Ah".
(Pupa): "Non lo sapevi?"