Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

lunedì 28 marzo 2011

Ricorrenze

Oggi è il mio compleanno. Auguri
Me li faccio da sola, che quest'anno sento di averne particolarmente bisogno: gli strascichi connessi all'incidente occorso a Mike Delfino se possibile peggiorano (ma non voglio tediarvi). È presto per dire che scorgiamo la luce in fondo al tunnel, perciò vi posto un piccolo bilancio provvisorio:
- Ho passato metà notte insonne, a pensare all'incidente
- Nella metà notte in cui dormivo, ho sognato di essere lì lì per partorire il terzo figlio/a. Mi piazzavano in un'area dismessa dell'ospedale ("Signora, tanto ormai lei sa come cavarsela"). Invocavo la mia amica anestesista al grido di Stavolta non me la fate!, ma avevo dimenticato di fare la visita preliminare per l'epidurale. Lei arrivava lo stesso e zac! mi cacciava un ago nella schiena, immantinente. Seguivano chiacchiere da bar, senza dolori (ma voi siete riuscite a farla, l'epidurale?)
- Stamani sono arrivata in ritardo in entrambi gli asili.
- Sono rimasta imbottigliata due volte dietro il camion della spazzatura (che, come tutti sanno, va a 3,5 km/h).
- Ho fatto la spesa all'Essebrutta per un festino che darò stasera (niente di losco. Panini al latte, succhi di frutta e via. Se ci scappa un calice di Prosecco sarà una grande trasgressione). Ho fatto cadere una torta tipo "Mimosa" prima di pagarla. Buon per me, peggio per quelli dell'Essebrutta che hanno alzato un sopracciglio ma non hanno osato rimproverarmi apertamente.
- Ho fatto una piega orribile da un parrucchiere scadente di fronte a dove lavoro. Mi ha preso 21 euro e sembro Woodstock, quello dei Peanuts, però un po' depresso.
- Continua a chiamarmi il vicedir. per farmi scrivere notizie bizzarre come: Rocco Ritchie, il figlio decenne di Madonna, si è dato alla breakdance.

lunedì 21 marzo 2011

Una giornata "pétol"

Onore e gloria al nostro stimatissimo Presidente Napolitano, ma

Varcando stamani la soglia del consultorio pediatrico (aka centro vaccinale) con Pupa frignante al seguito, vengo accolta dal seguente commento:
(Infermiera): "Signora pensavamo di non vederla più! Sono le 9.45, l'appuntamento era alle 9".
(Io, tentando di mantenere un tono calmo): "Ma lei lo sa che cosa c'è là fuori?"
(Lei, garrula): "Ah sì sì lo so! È il Presidente Napolitano al Palazzo della Regione. Pensi che prima c'erano anche gli elicotteri. Pensavamo fosse scoppiata la guerra".
(Dottoressa, affacciandosi alla porta dell'ambulatorio): "Bentrovate! Vieni amore che ti faccio la punturina".
Questa dottoressa, che un tempo era la nostra pediatra - poi l'ho cambiata - è una delle donne meno spontanee del mondo. "Vieni tesoro, come sei bella, come sei cresciuta. Ti prometto che non ti faccio male", dice, e la Pupa già strumpallazza come una pallapazza contro le pareti del laboratorio, per evitare la siringa. "Ora se voi mi aiutate, in due la teniamo, l'altra le spara l'ago nella coscia", cambia tono la dottoressa nel giro di 30 secondi. "Non c'è bambino che io non sia riuscita a vaccinare", sbuffa tenendo la Pupa schiacciata a pancia in giù sul lettino. Lei si dimena e scalcia come un cavallo, l'infermiera fa del suo meglio per tenerle fermi i piedi, io dal davanti cerco di consolarla. Pic! Come recitava quella famosa pubblicità, è questione di un attimo e tutto finisce.
Uscite da lì, ci avviamo all'asilo. Siamo in ritardo di un'ora e mezza e mia madre mi ha appena comunicato di essersi dimenticata di avvisarli. Poco cambia: presso le bidelle godiamo già di considerazione scarsissima, la nostra reputazione non può certo peggiorare.

Mentre, in ritardo di due ore, vado verso il lavoro non sono troppo depressa. In fondo è già un miracolo che sia arrivata fin qui: giovedì scorso Mike Delfino è stato centrato in auto da un demente che ha attraversato l'incrocio col rosso pieno e poi ha avuto il coraggio di spiegare "Mi sono confuso con il verde pedonale". La nostra macchina è distrutta e giriamo sulle auto che i vicini ci prestano a rotazione - non è poi così male se non fosse che mi devo ricordare chi inserisce sempre il freno a mano, chi ha la freccia sinistra che non funziona, chi la macchina a metano, chi quel fastidioso "bip bip" per segnalare che hai già percorso 50 centimetri senza allacciare la cintura.
Il povero Mike invece ha il collo bloccato dal colpo di frusta e, per sovrannumero, ogni tanto delira. "Gatto! Gatto!" Mi ha bisbigliato in tono complice alle 4 della scorsa notte. "Nini! Che c'è?" ho fatto un balzo io. "Dobbiamo fare tre o quattro buchi nei muri, non di più". "Ah". "Stai tranquilla, non si vedranno neanche". "Già".
In queste ore difficili, almeno il Pupo che parla è una delizia. La ragazza alla pari spesso gli dice "You're so special", e lui ripete diligente: "Pétol". Ogni tanto si capisce che vuol fare un annuncio, allora viene lì col ditino puntato, ti guarda negli occhi e poi esclama: "Unomento!" (=un momento).
A proposito. Forse non ci crederete, ma unomento fa mi ha chiamato mio padre per dirmi che è stato centrato in auto da un demente (sì, anche lui); ha il ginocchio ammaccato ed è finito all'ospedale. Il demente in questione ha cercato di giustificarsi dicendo "Mi sono distratto per colpa di un tizio che mi ha tagliato la strada".
Strategie anti-jella sono di qui in poi benaccette. E se credete nel karma e in quelle cose lì, provate a spiegarmi che significa questo.


martedì 15 marzo 2011

Lettone sì, lettone no (ep.1)

Lasciate che i pargoli vengano a voi

Ricevo da un frequentatore di questo blog (Papongi) e volentieri pubblico:


«Il lettone...
ormai per noi è condivisione. È la nostra agorà.

Esempio classico: Domenica mattina ore 6.27
tum, tum, tum, puff!!!!!!
Little Miss Sunshine arriva nel nostro letto con la sua piccola corte dei miracoli composta da: pupazzo piccolo di Hello Kitty (conosciuto anche come "Kitty vomito" perché durante i momenti di difficoltà è quello che viene sempre sommerso...), pupazzo medio Hello Kitty, coniglietto di stoffa, peluche enorme Nemo, e questa è solo la formazione base.


Ore 6.32

LMS dopo essersi piazzata nel mezzo insieme alla sua ciurma (separando me e sua madre come Mosè con le acque del Mar Rosso), comincia a interagire con i pupazzi...

vd. rimproverarli perché non vogliono dormire, consolarli perché stanno male, o mandarli in esplorazione sotto il piumone.


Ore 6.45

la madre di LMS comincia dare i primi segni di insofferenza e iniziano le minacce.


Ore 6.47

LMS si paralizza come gli opossum dell'Era Glaciale quando c'è un pericolo.


Ore 6.51

LMS ricomincia il suo show, farcendolo con un "Mammina ti voglio bene", giusto per ingraziarsi il pubblico, suscitando ovviamente apprezzamenti diffusi.


Ore 6.59

Ormai il sonno è un dolce ricordo. Siamo nel clou dello spettacolo: monologhi, interrogazioni e canti vari.


Ore 7.03

LMS manifesta un certo appetito...

Capita l'antifona, padre coraggio raccoglie tutte le forze e dice: "Forza cucciolo, andiamo, che ti preparo la colazione". Tutto ciò per la gioia del pubblico restante (la madre), che può godersi gli ultimi scampoli di sonno di una domenica mattina.»


Che dire? Intanto onore e gloria a Papongi che si sacrifica per il sonno di sua moglie (donne: quanti tra i vostri compagni/mariti lo fanno?). E poi: voi come siete messe/i sullo specifico tema "lettone"?



martedì 8 marzo 2011

10 cose che mi danno gioia

Sono (tanto per cambiare) giorni difficili, e
Ieri stavo andando a Roma a intervistare Noa. Più o meno a Firenze, mi squilla il telefono.
"Buongiorno, è l'asilo".
"Oh, no".
"Eh, sì".
"Ancora?"
"Due volte. Liquida".
"Ora cerco qualcuno che la venga a prendere".
"Grazie, signora, arrivederci".

Da un mese a questa parte la Pupa, dopo un attacco acuto di virus gomitillo, non è più la stessa. Tra nausea e mal di pancia, continua a stare male. Abbiamo provato a tenerla a dieta, a sospenderle il latte, l'abbiamo imbottita di fermenti&probiotici. Ieri è tornata all'asilo dopo due settimane di assenza e l'hanno rispedita a casa poco dopo. Oggi ci abbiamo riprovato ma Mike Delfino è arrivato in ritardo di 5 minuti e la classe della Pupa non c'era.
(Bidella sadica) "I bambini oggi sono in gita, sono partiti presto".
(Mike Delfino) "Gita? Quale gita?"
(Bidella) "Eheheh, se voi non state attenti non è colpa nostra".
(Mike) "Ma no, è che la bambina stava male, le notti in bianco, noi non sapevamo, non abbiamo letto..."
(...)

Quando Mike mi ha chiamato per raccontarmi il nostro clamoroso fallimento mi è venuta la nausea. Domani per fortuna abbiamo appuntamento dalla pediatra privata (vedere quello della mutua è complicatissimo, ma ci tornerò sopra), che spero ci dia qualche consiglio valido anche per il mio stomaco.
Ciò detto, raccolgo volentieri l'invito di altre mamme blogger che oggi, 8 marzo, hanno deciso per la festa della donna di pubblicare in contemporanea un elenco delle "10 cose che vale la pena di vivere". Però attenzione: non voglio fare la lista delle prime 10 in assoluto. Diciamo: 10 tra le cose per cui vale la pena di vivere. E non in ordine.
1. Un certo dentifricio "con il classico gusto salino" (avete presente?)
2. I popcorn fatti in casa, con molto sale.
3. Bree, una delle protagoniste di Casalinghe Disperate, per me vera fonte di ispirazione.
4. I Pupi quando per la stanchezza diventano molli e si abbandonano, lasciandosi finalmente stropicciare e baciare.
5. L'oroscopo di Brezsny su l'Internazionale.
6. Le rondini che nidificano sotto il davanzale della cucina nella mia casa in collina.
7. Il camino acceso e le toffolette (o marshmallows) arrostite.
8. Le acciughe, specie a Barcellona o Monterosso.
9. Avere la pelle che sa di sale dopo un lungo bagno al mare.
10. Un concerto dei Mumford&Sons.

Bene, che dirvi? Aspetto ansiosamente i vostri elenchi.

giovedì 3 marzo 2011

Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò

Non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò
Da sabato scorso i Pupi sono al mare, anzi in collina (vedi foto, che però risale all'estate scorsa) con i nonni. Tutte le mattine chiamo mia madre per avere notizie:
"Mamma, hanno chiesto di noi?"
"Macchè. Nix. Nada. Neanche una parola".
"Dormono? Mangiano? Si divertono?"
"Oggi veramente ha nevicato e sono un po' meosi, per il resto non hanno un problema al mondo. Tuo figlio non vuole più il pannolino, se lo strappa di dosso infastidito, come fosse un panno imbevuto di cherosene".
"Mi passeresti la Pupa?"
"Ci provo. Sai che non le piace il telefono, ieri ha attaccato subito. Dai vieni amore, vieni a salutare la mamm..."
Clic.
Mi intenerisce parecchio pensare che i miei figli in qualche modo si fingano già grandi e indipendenti. Mi fa sorridere il fatto che non chiedano di me, che non vogliano nemmeno salutarmi al telefono - anche se poi so che quando torneranno a casa, sabato, mi offriranno inermi il collo morbido perché possa respirarne a lungo le pieghe.
Mi piace pensare al Pupo che si strappa il pannolino e osserva pensoso la neve. E alla Pupa, che per molti versi dice ancora cose "da piccola": edentico, tricioperatoro, anatuga (lattuga). Io mi guardo bene dal correggerla. E ho un sussulto ogni volta che è lei a farlo da sola, crescendo: ogni volta che un sollecoto diventa solletico, un cincio lascia il posto al cinque, una stella filata si trasforma in filante. Un giorno una mia conoscente mi ha detto: "Sono così contenta che mia figlia sia già grande, che non si metta più le dita nel naso, che abbia preso la patente, che non sia più necessario imboccarla, o prenderla in braccio quando cade e si sbuccia un ginocchio". Ho pensato: questa signora si è persa dei pezzi per strada. E c'è poco, purtroppo, che si possa fare a riguardo.