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lunedì 10 giugno 2013

Scuola & altre catastrofi

E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore
Momenti di grande agitazione sindacale nell'azienda per cui lavoro. Del resto mi si racconta che ovunque è così. È la crisi, si mormora, la crisi cui siamo ormai abituati ad attribuire la colpa di tutto. Nel frattempo la vita in qualche modo va avanti e io mi dedico alla mia prossima inchiesta, sull'homeschooling.
La scuola? Non è obbligatoria E io per tutti questi anni ho pensato di sì. In effetti, a differenza che in altri Paesi, da noi i genitori sono tenuti a «dare un'istruzione» ai figli, non a mandarli a scuola. E chi controlla che i bambini vengano istruiti davvero? Nella repubblica delle banane, nessuno. Mi hanno spiegato che il dirigente scolastico del territorio di competenza (quello di residenza, per intenderci) è tenuto a verificare cosa fanno le famiglie che non hanno iscritto i propri figli a scuola. Tra le altre cose, ha il dovere di «chiedere che i bambini facciano l'esame di idoneità» alla fine di ogni ciclo. Ma le famiglie hanno il diritto «di rifiutarsi di fare l'esame».
In questo vuoto normativo In pratica ciascuno si organizza come vuole. Gli homeschoolers preferiscono essere definiti un-schoolers: poche letterine che fanno la differenza. L'homeschooling significa proporre ai bambini, a casa, lo stesso programma (ministeriale) delle scuole tradizionali. Secondo l'unschooling invece il bambino impara attraverso le proprie esperienze di vita, tra cui il gioco, la vita a contatto con la natura, il rapporto con i genitori e i fratelli. Sceglie cosa imparare e quando impararlo, fin da piccolissimoi. Steiner, Holt, Montessori sono i modelli da cui ciascuno attinge come meglio crede.
Il passaparola sul web È intenso e frenetico. «Voi avete studiato le tabelline?». «A che età i vostri figli hanno imparato a cuocere il pane?». «Oggi siamo stati a visitare la caserma dei pompieri». Alcuni unschoolers fanno frequentare ai figli quelle che si chiamano scuole libertarie, i più radicali li tengono a casa da sempre, possibilmente per sempre, al motto di «i più grandi genii non hanno  ricevuto un'istruzione tradizionale». E giù a far nomi tipo Einstein, Zuckerberg, Gates, Jobs.
Nell'intervistarli Un po' mi innamoro dei loro processi mentali, un po' perdo orribilmente la pazienza. Domando: «Voi genitori che scegliete questo metodo dovete seguire i vostri figli di continuo. Come fa chi ha un mutuo da pagare e non può lasciare il suo lavoro a tempo pieno?». Risposta: «Forse è meglio che non faccia figli». Mi astengo dal far notare che una società fondata su questo principio colerebbe immediatamente a picco, senza contare i decenni di dibattiti sull'emancipazione femminile.
Andate e moltiplicatevi Parlo con una unschooler che ha nove figli. Più in generale, «quelli come loro» sono molto prolifici. «Che vuoi che dica», mi fa lei con semplicità, «è la mia missione nella vita. Quando ero piccola e mi chiedevano "Cosa vuoi fare da grande?", rispondevo, "la mamma"». Mentre ne prendo atto, un brivido mi corre lungo la schiena. Io sarei capace di restare a casa con i miei figli e di fornire loro un'istruzione democratica? Soprattutto, vorrei farlo? Credo di no. Però quando l'altro giorno la maestra del Pupo, 4 anni, mi ha detto di nuovo: «Sai, tuo figlio proprio non si comporta come si deve. Continua a mangiare nella posizione dello yoga, e poi sai, è... insofferente alla Regola», ho avuto tanta voglia di prendere il bambino e di portarlo lontano, tanto lontano da lì. Attendo, al solito, preziose condivisioni di pareri ed esperienze.

68 commenti:

  1. Argomento molto difficile. Il mio compagno vorrebbe far crescere i nostri figli in una comune e non mandarlo a scuola, io invece reputo che la scuola sia importante, ma più per le relazioni sociali che per l'istruzione, che io rivoluzionerei. Quindi prima di tutto, madre e padre devono essere d'accordo. Non sopporto l'idea che i miei figli dovranno stare seduti 6 ore al giorno piuttosto che stare fuori a sviluppare la loro creatività. Bisognerebbe rivoluzionare il sistema scolastico. Reputo chi non manda i figli a scuola dei coraggiosi ma mi chiedo sempre se i figli sono d'accordo. In fondo a scuola io mi sono divertita tantissimo, e ho anche vissuto momenti di terrore che per reputo che mi abbiano aiutato a crescere. Insomma se potessi eliminare qualcosa sarebbero i compiti a casa. ALmeno il pomeriggio lasciamoli liberi di sfogarsi, di giocare, di creare, di imparare da sè.

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  2. argomento difficile da dibattere. personalmente non credo che sarei in grado di insegnare a mia figlia (e lo dico con cognizione di causa, visto che a 18 anni ho fatto la maestra in una prima elementare per 6 mesi ed ho capito che davvero non poteva essere il mio lavoro), quindi non ho avuto problemi nel decidere se mandarla o meno a scuola, né in quale: pubblica e secondo l'appartenenza in base allo stradario. E di questa soluzione sono ben felice: le maestre sono bravissime, non solo ad insegnare regole e materie, ma anche ad insegnare ai bambini a stare insieme, a condividere, ad aiutarsi,a "tollerare" le diverse appartenenze etniche, culturali e religiose e a non vivere le verifiche e le interrogazioni con terrore. vedo ogni giorno i progressi di mia figlia, ne ascolto i racconti, la vedo ben inserita nel gruppo di compagni; persino adesso che la scuola è finita, si sono accordati su come passare insieme l'estate: prima oratorio e poi centro estivo comunale. e sono solo in seconda elementare. ecco, io credo che la scuola non serva solo ad imparare nozioni,ma anche ad imparare a vivere, perlomeno a questa età. per imparare dalla strada, per imparare dalla vita,beh....c'è tutta la vita!

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  3. Che dire.
    Ho letto anche io recentemente a proposito degli un-schoolers e non ti nascondo che mi hanno incuriosito parecchio. Ho parlato a lungo con mio marito circa la possibilità di scegliere una soluzione del genere ma alla fine abbiamo deciso di no.
    No soprattutto perchè riteniamo che la socializzazione data dalla scuola, da una classe, dallo stare e crescere insieme sia insostituibile e fondamentale.
    Detto questo nutriamo parecchi dubbi sulla scolarizzazione attuale e sul modo in cui viene applicata in Italia (stare seduti, nozionismo spinto, mancanza totale o quasi di attenzione agli sport, alla musica, alla creatività, a modi diversi di apprendere e insegnare...).
    Peccato. Ci sarebbe piaciuto.

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  4. Mi viene l'orticaria solo a pensarci. E davvero non capisco con che coraggio un genitore possa anche solo PENSARE una roba simile: a scuola non si va solo per imparare una certa serie di nozioni - quella è una delle parti, forse nemmeno la più importante. Ma c'è tutto il resto: i compagni, la possibilità di staccarsi da casa per un po'... e forse è quella, soprattutto, che fa paura ai genitori: il figlio che va alla scoperta del mondo lontano dai loro vigili occhi. Togliergli le briglie e delegarlo ad altri. Fargli avere qualcosa di diverso da quel che gli dai tu.
    (ho riscritto tre volte questo commento cercando di ammorbidirlo, ma non ci riesco: è un tema su cui sono assolutamente viscerale. Sorry)

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    1. parlando con queste persone in effetti il tema del distacco mi ha attraversato più volte la mente. io ho scelto di mandare i figli a scuola anche perché imparassero modalità di relazione diverse da quelle familiari. e poi perché non voglio rinunciare al mio lavoro; ancora, perché non credo di avere le competenze (soprattutto emotive) per fare loro da insegnante oltre che da madre. poi chissà...

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    2. de gustibus..
      ma se io scrivessi che mi viene l'orticaria a pensare a tutti quei genitori che hanno il coraggio di mandare i figli a scuola sono certa che mi si taccerebbe di estremismo.
      anna

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  5. Da insegnante trovo un atto di onnipotenza da parte dei genitori quello di ritenere di potersi sostituire non solo ai docenti (che hanno comunque studiato e faticato per conquistarsi il posto, dato che sono lontani gli anni in cui la scuola faceva da ammortizzatore sociale) ma anche ai compagni. La scuola non è solo un luogo di apprendimento ma un laboratorio dove ci si sperimenta come persone, in particolare alla scuola dell'infanzia e alla primaria.
    PS: mi spiace sentire che hai un'esperienza negativa con la maestra del piccolo!

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  6. Mi ci mancherebbe solo l'homeschooling e poi sarei pronta per il ricovero coatto alla neuro...
    ;-)
    w la scuola pubblica, anche con tutte le sue pecche!

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  7. "Un po' mi innamoro dei loro processi mentali, un po' perdo orribilmente la pazienza" .In questa tua frase è racchiuso il mio punto di vista! Ci sono sicuramente tanti ragionamenti piu'che logici dietro chi sceglie di non mandare i figli a scuola, ma come in ogn cosa ci sono anche tanti ragionamenti piu'che logici contrari a questa impostazione. Sicuramente la scuola è da migliorare, ma tenere a casa i bimbi credo sia un impegno che difficilmente riuscirei a sostenere. Avere anche la totale responsabilità della loro educazione scolastica sarebbe troppo, per me!

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  8. Potendo, cambierei certo molte cose nella scuola italiana, nei programmi, nei metodi, nelle idee a volte inculcate da alcuni insegnanti, ma non vorrei sostituirmici. Al di là delle mie competenze, sono laureata e non mi reputo proprio una deficiente, sono consapevole che non sarei in grado di insegnare ai miei figli. So leggere e scrivere, ricordo le tabelline e so contare, ma non per questo riuscirei a insegnare tutte queste cose: la verità è che per insegnare a un seienne anche solo a tenere una penna in mano, serve un metodo, e io non l'ho mai appreso. Credo poi che il ruolo di genitore e di insegnante siano diversi, così come importante è l'ambiente: la scuola è anche una palestra di vita, è il primo posto dove impariamo a stare con gli altri SENZA l'ausilio dei genitori.
    Infine, visto che stai facendo un'inchiesta sull'homeschooling, una domanda: fino a che età si può studiare a casa? Cioè, tipo anche il liceo? E se uno si è sempre rifiutato di sostenere l'esame di idoneità, potrà poi iscriversi all'università?

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    1. ecco dunque: puoi studiare a casa anche per sempre. l'unica cosa è che le università italiane non accettano iscritti che non abbiano un diploma di scuola superiore; invece all'estero sì, tipo puoi anche andare a Yale, basta che passi il test.

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    2. ps infatti la cosa per me un po' delirante è che alcuni di questi homeschoolers o unschoolers sognano di mandare i figli in qualche prestigioso college a 14 anni anziché a 18.

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    3. Grazie! facci sapere quando uscirà il tuo articolo

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  9. Io ho un amica che ogni tanto fa considerazioni simili, dicendo che sarebbe molto meglio se educasse sua figlia a casa. Lei è professoressa in un liceo e il padre della bimba è maestro supplente...
    Qui da noi, a meno di essere professori o maestri, non è permesso educare i figli a casa. Ma un prof perderebbe credibilità e susciterebbe polemiche tra i genitori lavorando a scuola ma non mandandoci i propri figli.
    Certo che la scuola, che da solo nozioni di base, non preparerà mai perfettamente i bambini al futuro, ma questo non é anche un pò il compito di noi genitori?
    Per conto mio, trovo assai salutare che i bambini siano obbligati a confrontarsi col mondo esterno e con idee diverse da quelle del nucleo famigliare, si evitano così a mio parere potenziali indottrinamenti estremisti di ogni tipo.
    Il nostro ruolo come genitori non dovrebbe essere quello di guidare i figli verso un indipendenza e un autonomia in modo da diventare persone adulte con le proprie idee?

    Elaijza

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    1. sì Elaijza sono d'accordo con le tue riflessioni. cosa intendi con "qui da noi non è permesso educare i figli a casa"..., in che Paese abiti?
      per esempio so che in Germania non si può.

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    2. Per evitare rappresaglie tipo "eh ma lì siete tutti ricchi ", cosa d'altronde non vera, dirò che abito dalle parti del Benelux ;)
      Elaijza

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  10. Su questo argomento ho opinioni non del tutto ferme, mi sembra che ci siano svantaggi e vantaggi.
    L'homeschooling puó essere vantaggioso se nei dintorni le scuole sono tutte disastrate, e se contemporaneamente tu come genitore hai buone capacitá didattiche e una buona competenza in diverse materie. Qui in Svezia la qualitá didattica non é sempre il massimo e sta pure peggiorando, e sto pensando seriamente di integrare qualcosa quando sará il momento.
    Seguo un blog di un'artista che ha fatto homeschooling ai suoi figli e devo ammettere che la sua offerta didattica é molto interessante, approfondita su diversi argomenti, e offre spunti didattici da cui molti insegnanti avrebbero da imparare. Uno dei figli ha iniziato le superiori in una scuola "regolare" e a quanto pare non ha problemi.Qui peró, appunto, si presuppone che il genitore-insegnante sia una persona con talento, e non é scontato.

    Dall'altro canto, condivido totalmente le opinioni di chi scrive che é importante avere i figli "fuori da casa", per farli confrontare con un'altra realtá sociale, con i compagni, altri adulti, un altro ambiente, questo nel bene e nel male.
    Questo é uno dei motivi per cui trovo importante mandare i bambini all'asilo.
    Punto due, appunto: anch'io come genitore ho bisogno della mia vita e della mia realizzazione professionale al di lá dei figli. (E poi il secondo stipendio é spesso proprio necessario) Questo non significa che io non li ami, sti figli. Amo pure il mio compagno, ma mica vorrei stargli appiccicata da mane a sera.
    Questo vale soprattutto per noi donne, perché ai padri difficilmente si contesta la capacitá genitoriale quando hanno pure un lavoro fuori casa.

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  11. infatti morgaine, questo del lavoro è un tema gigantesco. come si fa a non lavorare? per me è una prospettiva allucinante, anche se quello che faccio in ufficio è, come in tutti gli uffici, spesso faticoso e frustrante. però anche stare con i bambini tutto tutto il giorno... non dico che non ce la farei, ma che i nostri equilibri funzionano molto bene così. i miei orizzonti si allargano, i loro pure. l'idea di un microcosmo all'interno del quale accade tutto - vita, lavoro che coincide con l'educazione dei figli, scuola - da mane a sera uguale, un giorno dopo l'altro, mi atterrisce.

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    1. Ma come Paola, ti atterrisce? Allora forse non ci tieni a essere una madre perfetta!
      Ma come, non è la cosa più bella del mondo stare con i propri figli?
      (ve prego, un sostegno psicologico a quelle donne che per forza o per amore son costrette a stare a casa coi pargoli 24 ore su 24!)

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  12. Tu Paola riesci sempre a stupirmi, e anche le tue lettrici.Io che pensavo che la scuola dell'obbligo fosse tale, nemmeno immaginavo l'esistenza dell' unschooling. che poi già la parola homeschooling mi lascia perplessa, la trovo una prospettiva troppo ristretta per i bambini e troppo presuntuosa da parte dei genitori.mio figlio inizierà la scuola a settembre. mi aspetto per lui tanta ricchezza da questa esperienza, in termini di rapporti umani e culturali, che io non sarei certo in grado di dargli.Già l'asilo per lui è stata un'esperienza di arricchimento, lui che figlio unico, altrimenti avrebbe fatto fatica ad avere occasioni per socializzare con bambini provenienti anche da altre culture, non avrebbe avuto le occasioni per crescere che l'asilo gli ha dato perché a casa inevitabilmente si tende sempre ad iper-proteggerlo.non so a me questi genitori mi sembrano ben intenzionati ma poco realistici.
    Barbara

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    1. a me mi non si dice...

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    2. eh cara barbara, infatti gli homeschoolers hanno molti figli. in questo modo il loro intento è anche quello di ovviare alla mancanza di socializzazione. io che pure ho due fratelli però a scuola ho avuto, come tanti, la fortuna di incontrare tanta gente non solo diversa, ma proprio opposta a me. e credo che questo poi nella vita serva sempre. infatti mi sono chiesta come faranno loro, forse frequenteranno solo dei simili? ma nella vita questo non è possibile (a meno di non vivere davvero molto isolati)

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  13. Mah, come ogni estremo mi infastidisce, soprattutto per il blando disprezzo che si evince nei confronti di chi invece segue un'educazione tradizionale (e fa figli anche se lavora, che eresia). Chiara - Machedavvero.it

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    1. tu poi taci che te ne vai di casa anche per giorni e la lasci con chissà chi, tua figlia. :-)

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  14. E' da molti mesi che seguo un blog di homeschooler italiani; fin da subito ne sono rimasta affascinata e visto che il prossimo anno dovrò iscrivere mia figlia a scuola, mi sono anche chiesta se poteva essere una soluzione adatta a noi. Io sono a casa, faccio la mamma a tempo pieno e credo di poter farcela a insegnare le nozioni di base di una scuola elementare. Quello che mi frena davvero è una serie di motivi molto concreti: la vita sociale di mia figlia (già ora non lega molto all'asilo, se la isolassi in casa peggiorerei solo le cose); la mia ignoranza dei metodi di insegnamento: farei a modo mio e magari mi incarterei in spiegazioni o simili; mi rendo conto di non essere paziente e l'idea di passare giornate intere sempre e solo con i figli, senza staccare mai, nemmeno per la spesa mi fa impazzire. Non credo che ce la farei. Detto questo mi rendo conto che la scelta della scuola è davvero difficile. Al momento mi sembra che tutte quante mirino solo al "rendimento" dei bambini (si vantano dei punteggi INVALSI che raggiungono gli alunni) li vedo stracarichi di compiti e che sgobbano come se fossero alle medie. Non mi sembra giusto derubarli così della loro infanzia e non ho ancora trovato delle scuole normali (non montessoriane, steineriane, ecc) che puntino all'individuo bambino in quanto tale e non ad altro. Lo dico perché nella mia famiglia abbiamo avuto grossi guai didattici causati da insegnanti inadeguati e ottusi...capisco benissimo quindi la scelta degli homeschoolers che trovano più adatta la loro proposta formativa alle altre e se ci riescono, alla fine, perchè no?

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    1. cara flavia, la scuola di mia figlia, pubblica, mistissima - su 17 bambini in classe sua, 9 sono di origine straniera - punta all'individuo-bambino in quanto tale. i compiti li hanno solo nei weekend. non ti crucciare troppo, ci sono tantissimi bravi insegnanti in giro. gli invalsi sono dei test che i bambini vivono con serenità, non con spirito di competizione. cerca di star serena. se poi l'insegnante di tua figlia sarà inadeguato/ottuso (ma in anticipo non lo puoi sapere) le cambierai scuola, alle elementari è molto più facile che alla materna.
      sull'homeschooling condivido le tue riflessioni iniziali; diciamo che vederli così centrati sui propri figli da un lato comunque me li fa ammirare (anche se poi ci sono tutte le altre componenti, tra cui quella, secondo me, di "non volerli mollare" come ha scritto qualcuno qui sopra)

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  15. E proprio un argomento su cui mi sono trovata a riflettere molto nelle ultime settimane. Io vivo a londra, la scuola dei bambini e' ottima e loro vanno contenti...pero' e' pur sempre una forma di istituzionalizzazione, quanti pregiudizi, quante sovrastrutture hanno gia' imparato (il rosa e' da femmine etc..etc...). Mi sarebbe piaciuto aver potuto ri-organizzare la mia vita per non dover mandare i figli a scuola, vivere con loro tutte le scoperte, farli crescere senza la regola, l'istituzione, senza l'idea imposta di dio. Non l'ho potuto fare e ormai e tardi.
    Barbara

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  16. Argomento che ho affrontato anche sul mio blog. Sono una prof, e ho una figlia che, dopo aver frequentato l'asilo, a settembre inizierà le elementari. Credo che sia un atto di arroganza/onnipotenza da parte dim molti genitori homeschoolers il volersi sostituire non solo agli insegnanti (ne hanno poi sempre le competenze?) ma anche ai compagni... La scuola non è solo programmi e nozioni: è un luogo di socializzazione tra i più importanti, quello dove (parlo di scuola pubblica) si impara a stare con gli altri e con tutti: extracomunitari, disabili, simpatici e antipatici. Ci si confronta con i compagni e con adulti significativi come gli insegnanti, quelli bravi e anche quelli meno bravi (ci sono, eh, non chiudo gli occhi per spirito di categoria) Chiudo con una citazione di uno che ne capiva (Jean Jaurès): “Non si insegna quello che si vuole; dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è”.

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  17. E lascio un link al mio blog dove parlo di homeschooling. Cara Paola, mi farebbe davvero piacere che li leggessi e mi dicessi cosa ne pensi...http://labiondaprof.wordpress.com/2012/03/20/homeschooling-in-italia-perche/

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  18. Vade retro!
    Io sono una trimamma e anche una prof. Primo: il pensiero di avere la figliolanza attaccata alle gonne (che non porto) per 24 ore al giorno mi è intollerabile. Non è un'esagerazione, solo a pensarci avverto una specie di contrazione a livello della nuca.
    Secondo: sono una prof è vero ma di filosofia, mica di scibile umano. Per dire di matematica conservo alcuni vaghissimi e fumosi ricordi. Terzo, leggendo le varie esperienze mi pare che il tempo dedicato allo "studio strutturato" sia veramente scarso. Nessuno mette in dubbio che ci siano esperienze molto formative ma secondo me non si può prescindere dal fatto che l'istruzione sia anche frutto di sacrificio e applicazione. Certo probabilmente con un insegnamento individualizzato le cose si apprendono molto prima ma credo che anche il tempo passato sulle sudate carte abbia una sua intrinseca importanza. Quarto: vedo che molte famiglie fanno questa scelta per ragioni ideologiche e per evitare che i figli vengano a contatto con ideologie ritenute sbagliate, deviate, inappropriate...Anche questa mi pare sia una grave limitazione per lo sviluppo della personalità dei nostri figli. Per dire mio marito ed io siamo atei ma, proprio perchè in casa i nostri figli non avrebbero mai sentito parlare di Dio abbiamo scelto di avvalerci dell'insegnamento della religione cattolica a scuola. Ritengo che venire a contatto con punti di vista dsiversi sia sempre e comunque un arricchimento (poi mi stupisce l'opinione che hanno molti home schooler della scuola pubblica, pare che gli insegnanti siano sempre a fare comizi comunisti, io personalmente riesco a malapena a trattare più o meno decentemente gli argomenti definiti dal mio dipartimento, tempo per extra ne ho veramente poco, per arringare la gioventù ancora meno...)
    Quinto: per quanto si faccia la socializzazione sarà sempre limitata, gli altri fanno una vita completamente diversa dalla tua per cui le occasioni di contatto sono comunque limitate.
    Sesto: brrrrrrrrrr ma noi genitori non abbiamo già abbastanza responsabilità? Ci mancherebbe pure mi esponessi al rischio di essere contestata per come ho spiegato il teorema di Pitagora.
    Insomma...pollice verso

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  19. Anche io la vedo un po' come te: da un lato mi sembra l'idea del secolo, dall'altro mi lascia un po' perplessa. Io, avendo un figlio che dall'età di 8 mesi frequenta il nido (alla faccia dell'homeschooling), probabilmente sarei vista dai più integralisti come una mamma-orrenda. Diciamo che ho trovato il compromesso scegliendo una scuola (pubblica) montessoriana che permette al mio super gnometto di fare un sacco di esperienze e di creare pure delle relazioni sociali. Poi a casa ci metto del mio, facciamo piccole cose insieme e man mano che crescerà integrerò con altre attività da condividere io e lui, momenti solo nostri dove non sento l'urgenza di insegnarli qualcosa ma solo di passare del tempo con lui. Concludo ammettendo candidamente: pensare di passare tutta la giornata con mio figlio e di dover sentirmi la responsabilità del 100% della sua istruzione potrebbe togliermi il sonno per anni e farmi comprare una bottiglia di Amaretto di Saronno alla settimana. Lo amo profondamente, ma non riesco a considerarlo una mia propaggine.

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  20. Rimango sbigottita, davvero. Eliminiamo la scuola,gli ospedali, il welfare in generale. Facciamo le leggi da soli, eliminiamo lo stato, le istituzioni. No guarda,. meglio che ci facciamo giustizia da noi o chiediamo sicurezza ad associazioni. Caspitra, ma dove è finito il senso di progresso, civiltà nell'accezione più ampia del termine? Personalmente credo che i bambini vadano mandati a scuola e che le mamme debbano fare le mamme.
    Raffaella

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  21. di recente mi sono imbattuta su Facebook in un gruppo che spesso propone home schooling per i propri figli come metodo ottimale per la loro istruzione e mi sono chiesta se IO n sarei in grado, mi sono risposta da subito NO.
    i motivi sono tanti, in primis la matematica per è davvero un opinione, a me purtroppo è stata insegnata male fin da subito e io di certo non ho fatto tanto per impararla, avete presente poi la grammatica, io no, non ne so nulla; le mia materia era il disegno, di quelli infatti ne facciamo tanti insieme e poi proviamo fare tante cose, tagliare incollare.
    ma la scuola è fatta per imparare confrontarsi, anche scontrarsi, che poi come Lu Gamelli anche io sono poco tollerante...

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  22. Ma si, tanto, a fare l'insegnante di tutte le materie che ci vuole? son buoni tutti, no?
    e allora cosa serve andare a scuola?
    e visto che ci siamo, basta ospedali pubblici, trasporti pubblici, istruzione pubblica. Andiamo alla clinica privata, giriamo con l'auto e facciamoci la scuola a casa.
    Se poi ci facciamo anche la giustizia privata siamo a posto del tutto. Evviva!!!

    Certa gente sarebbe da rinchiudere, altro he homeschooling.
    Ma com'è che nessuno a favore dell'homeschooling passa da sto blog e lascia un commento? sarei proprio curiosa di vedere cos'hanno da dire su commenti tipo quello di Lu Gamelli

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  23. È un concetto affascinante, quello dell' home schooling, tuttavia credo che sia più coraggioso e formativo cercare di essere creativi all'interno delle regole, a scuola.

    La libertà senza regole non esiste, nemmeno la si desidererebbe se non ci fossero le regole.

    E sperimentare i propri limiti è altamente formativo!

    Maria Luisa Bellopede

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  24. ciao, sono "nuova" nel tuo blog, ma il tema mi sembra molto interessante. Io conosco poco sul homeschooling, e tantomeno sul nonschooling, però mi spaventano un po' questi concetti. Credo, come labiondaprof che la scuola sia una esperienza di socializzazione importante, di confronto con le diversità in un contesto senza preferenze. Ora che la scuola abbia bisogno di essere riformata probabilmente si, ma è un argomento troppo lungo e complesso...

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  25. Io da una parte stimo chi riesce a fare queste scelte perché mi sembrano che siano genitori capaci di donarsi completamente, ma dall'altra parte non sono sicura al 100% che sia il metodo migliore per i bambini, andare a scuola non è solo imparare a leggere e scrivere ma anche rapportarsi agli altri no?

    In questo mare una certezza, io non lo potrei mai fare ;)

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  26. Devo però dire che alcuni di questi blog li seguo abbastanza regolarmente perchè ci sono degli spunti molto interessanti. Io non sarei assolutamente in grado di mettere in piedi tutto quell'ambaradan ma insomma devo dire che lo sforzo è comunque apprezzabile.

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  27. siamo una società basata sulle regole...e per fortuna!! Perchè i nostri figli non dovrebbero seguirle anche a 4 anni? Perchè devono poter fare quello che vogliono? Se facessimo tutti così credo che non esisterebbe la "società" ma una bolgia di persone...Se non imparano a seguire le regole a 4 anni (che poi si tratta di cose basilari non non credo siano regole assurde) come possiamo pensare che le seguano da adolescenti e adulti?? Mia figlia (4 anni) DEVE seguire le regole e DEVE comportarsi "come si deve", deve imparare a convivere con le persone con cui condividerà il mondo...
    Per me queste scuole-non scuole sono proprio la rovina della società...

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  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  29. Io penso che sia una scelta egoistica da parte dei genitori, un non voler mollare i figli, tenerli legati a loro negandogli la scuola, che secondo me nella formazione di un bambino è una parte importantissima.
    Formazione culturale e personale, sapere stare nel mondo e conquistare autonomie.
    Oltretutto è praticamente impossibile che un genitore, anche preparato magari, lo sia in tutte le materie di studio.
    Mi sembra un pò una moda del momento, bisogna insegnare? Che ci vuole. Lo sanno fare tutti. Tutti si sentono in grado di fare tutto.
    Ci vuole professionalità per fare ogni lavoro, dal panettiere al medico, all'ingegniere, al politico. Non ci si improvvisa e non è bello il messaggio che passa svilendo le competenze altrui, anche davanti ai bambini, che poi è da li che si parte se si vuole migliorare la società.

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  30. magari sono non conosco i metodi e i programmi degli homeschoolers, ma la prima cosa che mi viene in mente sono i dilettanti allo sbaraglio. passi che non gli vuoi far fare l'asilo, ma poi? un genitore saprebbe insegnare materie scientifiche come chimica o astronomia? la matematica o il latino o le lingue straniere? e l'analisi dei testi? oltre all'immenso valore sociale, la scuola serve non solo per dare nozioni (che poi sono anche alla base della CULTURA, per dire...) ma anche per far nascere curiosità, capire per cosa si è portati e per cosa no. un figlio istruito a casa avrà la possibilità di incuriosirsi sulle neuroscienze? o a capire se vuole diventare insegnante o ingegnere piuttosto che filosofo o medico? sarà veramente in grado di preparare un esame universitario su 20 testi, oltre a preparare il pane e dipingere? da grandi sapranno interpretare un contratto o un referto medico? e poi va bene la creatività,ma che noia sempre a casa!!!
    è il confronto con l'altro che arricchisce. la semplicità è di una noia mortale, molto meglio la complessità che è la ricchezza di questo mondo.
    Eva

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  31. mah, niente di più lontano da quello che io credo debba essere la "formazione". Anche noi abbiamo problemi con qualche insegnante - diciamo così - spigoloso, ma del resto questo è il mondo, e tenere i bambini a casa è solo un modo per prolungare la permanenza dell'utero, con il rischio che, una volta costretti a uscire, siano troppo grandi (e troppo ingombrante il loro vissuto) e l'operazione risulti molto più complicata. E poi siamo così sicuri che il nostro modo di intendere la vita, la storia, la scienza, l'educazione in senso lato, sia perfetto? Forse, dividendo le responsabilità educative con altri, si riduce il rischio...

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  32. Per me ci sono troppi estremismi, da una parte genitori che rinnegano il valore della scuola, altri che invece vogliono dei figli geni e fanno fare qualsiasi attività (2 sport, lingue, musica naturalmente tutto a livello agonistico e master), altri che pretendono che la scuola si sostituisca a loro nell'educazione non solo didattica. Forse la verità sta nel mezzo la scuola ruolo di insegnamento, noi per le regole e le altre attività per divertirsi. Secondo me i bimbi di oggi sono forse troppo impegnati con attività extrascolastiche che non sanno annoiarsi...

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  33. Ciao mamme, se avete un negozio e fate fatica a fare la promozione, vi propongo in modo gratuito, un articulo nel mio blog, diamoci una mano!! mandami una mail con una descrizione del tuo negozio, un link!!!
    Penso che nei tempi di oggi una mano è fondamentale!.

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  34. Ciao, tempo fa hai detto che fare la mamma è un'esperienza bellissima per la maggiorparte delle donne, come mai io allora non ne voglio proprio sapere e prefereirei farmi amputare una gamba? ti devo dire anzi che il mio essere senza figli mi ha aiutata nelle difficoltà del lavoro...a causa della crisi l'ho perso piu volte e ogni volta che andavo a colloquio purtroppo le domande sulla maternità erano assillanti. Sono sicura che assumono sempre me non perche sono brava ma perché non ho figli. Ultimamente questo status è il mio portafortuna, e non solo nel lavoro ma anche con mio marito. Vedo le mie amiche con figli separarsi, fare una vita di inferno mentre io ho un idillio. Perché non parli mai delle vere difficoltà della maternità e del perché ci sono donne che la considerano una vera e propria disgrazia? Vorrei più post di vita vera, delle discriminazioni che una donna deve subire sul lavoro quando ha figli e del come venga tagliata totalmente fuori quando dice di volerne (o al contrario venga promossa se non ne vuole). Tu vuoi dirmi che nel primo anno del bambino non emergono mai problematiche del genere? Sembra che in questi blog proprio non esistano....strano!

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    1. sono inorridita da quello che scrivi!
      non tutti i posti di lavoro sono come li descrivi tu! una madre che lavora è una ricchezza, se fossi un datore di lavoro preferirei assumere una madre con figli, perchè mi da la sicurezza che vorrà tenere quel posto di lavoro, e non vorrà cambiare quando le fa comodo!
      ci sono anche gli aspetti negativi, è vero! ma quando un piccolino ti abbraccia e si abbandona a te ti fa dimenticare tutto! e tu probabilmente non proverai mai un sentimento simile!

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    2. l'ultimo colloquio che ho fatto l'ho proprio fatto con una madre di famiglia la quale però non ne voleva sapere di assumere una intenzionata a fare figli, tanto che mi ha detto più volte che mi avrebbe fatto firmare una carta. Rimango anche io spesso inorridita ma mi è capitato in piccole aziende ed Spa alla stessa maniera. Il bello è che io sono l'esatto contrario della madre di famiglia ma si accaniscono, forse per la mia età, non lo so. Ho lavorato per un periodo per un'agenzia per il lavoro che ci vietava in maniera assoluta di fare assunzioni di madri con figli entro l'anno, poiché avrebbero avuto il diritto all'attamento. Queste erano direttive date dall'alto. In Italia esiste una grande dicotomia da come ti fanno il lavaggio del cervello per diventare madre e come poi ti trattano soprattutto sul lavoro. Di storie brutte se ne leggono tante, per un datore di lavoro medio la donna madre rappresenta solo una rottura di coglioni. Ripeto, riesco a trovare lavoro solo giurando che non farò mai figli. Non capsico come mai blog di mamme non affrontano mai questi temi cocenti, come se non esistessero, come se davvero le madri fossero sempre apprezzatissime dai titolari di aziende. Non è così, ed è anche per questa ragione che tante donne con prole non lavorano. Non è una novità. Perché non ne parlate????

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    3. ma scusa fallo tu un blog così, no? così poi puoi scriverci tutto quello che vuoi.

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  35. Il post è molto interessante e ho letto con piacere i vari commenti e le varie argomentazioni. Mio marito sarebbe a favore della "scuola casalinga" ma pura avendo sicuramente le competenze del caso non ha il tempo perché, come dice Paola, deve lavorare. Io invece non me la sentirei proprio per tutte le ragioni già ampiamente esposte da altri sopra...mio figlio a settembre inizierà la prima elementare e un po' di timori li ho perché ha imparato da solo a leggere, scrivere e fare di conto, senza che genitori o nonni lo abbiano spinto in tal senso, semplicemente era interessato alla cosa e l'ha voluta conoscere. Il mio timore è che a scuola si annoi, non stia attento e quindi disturbi...spero in una maestra intelligente...almeno più di quella che toccò a mio marito che per lo stesso motivo veniva sistematicamente mandato fuori dalla classe a contare le foglie che cadevano dall'albero in giardino. Spero ho detto, poi quando leggo certe parole scritte da un professore delle medie un po' la speranza mi abbandona e la voglia che si diffonda la scuola domestica aumenta...ve le riporto testualmente :"Cari genitori questa e' l'ultima settimana di lezione poi vi riprenderete i vostri amati figli ... Cosi' renderete conto, se state con loro per quanto ci stiamo noi, spesso passiamo con loro più' tempo di voi, che elementi sono! E smettetela di delegare noi professori all'insegnamento dell'educazione dei vostri figli! Noi siamo impegnati negli esami e nei corsi estivi!!!". Appunto.

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  36. Sono 4 anni che combatto con le maestre di DA1 e DA2 per frasi o atteggiamenti simili a quelli che hai indicato alla fine del tuo post. Ho pensato che gli altri genitori dovrebbero pagare il rappresentante di classe. Creare una figura professionale che interagisca continuamente con gli insegnanti portando il punto di vista delle famiglie. Una persona esperta in educazione e un genitore. Secondo me ci vuole perché alcuni insegnanti dimenticano le esigenze delle famiglie specie di quelle dove si lavora entrambi. I miei figli devono andare a scuola pubblica per stare con gli altri, per imparare a cavarsela, per superare la difficoltà di una interrogazione e perché gli insegnanti hanno il dovere di aggiornarsi, prepararsi e appassionare i propri ragazzi. Non ci sono soldi per questo? Non mi pare che gli insegnanti non ricevano il loro stipendio tutti i mesi regolarmente. Per questo devono prepararsi, motivare ed educare perché il loro compito è quello di ex ducere, trarre fuori il meglio dagli alunni e anche da loro stessi si spera.

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  37. Sono una mamma homeschooler ed è mio dovere (ma non piacere) intervenire per far notare quanto poco sappia la persona che ha scritto questo post sull'argomento. Partendo dalla differenza tra homeschooling ed unschooling. Non sono onnipotente, nè arrogante, non quanto una mamma che pensa di poter mettere al mondo un figlio e cercare già dall'età di pochi mesi un luogo in cui lasciarlo in mano d'altri. Sono all'altezza di insegnare tutte le materie per almeno i cinque anni equivalenti alla scuola primaria, non meno di una mamma che, mettendosi di buona lena, si ricordi e cerchi e studi come aiutare il proprio figlio con le tabelline, fare un esperimento scientifico, insegnare il corsivo o la grammatica o l'inglese. I miei figli socializzano e sono sociali e socievoli, portati in situazioni in cui sono presenti per la maggior parte adulti, sanno comportarsi, intavolare una discussione, attirare la benevolenza e lasciare un ottimo ricordo; fra bambini sanno aiutare, sanno fare subito amicizia con qualunque altro bimbo, di qualsiasi età, aiutano i più piccoli e sanno tenersi lontano da chi si comporta male, riconoscendo il limite proprio e quello altrui. Sanno scrivere, contare, conoscono più lingue. I miei figli hanno tre e cinque anni. Io ed i miei figli amiamo la lingua italiana, ed il significato di ogni singola parola, per questo i termini che usiamo sono sempre scelti con cura e precisione. Ognuno sceglie la propria strada, non vedo perchè aggiungere i nostri "Escrementi" sul web.

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    1. l'homeschooling è un delitto. Così si crea il bamboccione già dalle elementari. Invece di svegliarli questi bambini li ovattiamo ancora di più con la maestra mamma. Per carità, ma cosa vi viene in mente? Troviamoci un lavoro serio e non ci verrà proprio voglia di dare dell'homeschooling. Dobbiamo inventarci una professione? Facciamo marmellate ma il figlio spediamolo a scuola in mezzo alla gente...

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    2. cara mamma homeschooler, sei agghiaccante!
      e firmati la prossima volta!

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    3. ma figurati se si firmava...

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    4. Basta una frase per dire tutto... i suoi figli (3 e 5 anni) sanno "attirare la benevolenza".
      Ecco, non vorrei mai insegnare ai miei ad attirare la benevolenza degli adulti!

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    5. paola scusa se sei una giornalista dovresti fare un blog un pò più serio sull'argomento maternità, e raccontare anche lo scomodo. E' quello che manca decisamente ai blog di mamme. E' accettabile quando leggi le solite solfe idiote delle povere mamme casalinghe ma non quando leggi una giornalista. Alla fine ti salvi solo perché sei un'esperta di musica, e le madri di famiglia di solito non sanno neanche cosa sia....però i Supertramp, mi auguro tu abbia gusti più sofisticati...

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  38. Arrivo un po' in ritardo a commentare questo post.
    Quello che penso, io l'ho scritto qui:
    http://matrignapartitme.blogspot.it/2012/09/homeschooling-ovvero-cosa-serve-il.html

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  39. Secondo me tutti i genitori fanno homeschooling, quando stiamo con i nostri figli insegniamo sempre qualcosa, siamo noi i veri educatori dei nostri figli (nel bene e nel male), però ci vuole qulcun'altro che insegni le nozioni, ci vuole metodo anche per quello.

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  40. Quello che più mi spaventa dell'homeschooling è il fatto che obiettivamente riduce in modo drastico la possibilità che i figli familiarizzino con punti di vista e visioni della vita diversi e al limite opposti rispetto a quelli adottati in famiglia. Mi sembra in qualche modo sleale rispetto alla libertà di autodeterminazione dei figli, non so se riesco a spiegarmi.

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  41. Ieri sera ho visto un film su Rai Movie "Loverboy" con Keyra Segdwick, storia di una madre un tantinello possessiva, per inciso anche homeschooler, con finale tragicissimo...
    Ora , care mamme homeschooler, non accusatemi di infangarvi. Non è mia intenzione fare di tutta l'erba un fascio.Il mio è solo dovere di cronaca.

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  42. La mia riflessione è più.."terra-terra": mia figlia scapperebbe di casa se dovesse sopportarmi anche come maestra. E anche a me dispiacerebbe, mi sembrerebbe di farle mancare qualcosa..e non da poco!
    Silvia

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  43. Il dove mandare a scuola il mangiapatate è una cosa che mi tormenta più o meno da quando è nato. Ahhhhhhh!
    Sinceramente, nonostante sia, o meglio ero, docente dopo aver voluto crescer io i due vispi senza mandarli al nido ho compreso che non sarei capace di educare a casa i miei bambini.
    Ammetto i miei limiti, ammetto il troppo coinvolgimento emotivo che non mi fa essere del tutto oggettiva, ammetto che avevo più pazienza come docente. Ihihihih! Ammetto di non essere in grado di insegnar loro 4 lingue 0_0
    Ritengo importante che ogni genitore segui il suo istinto per intraprendere la strada che ritiene più opportuna per la crescita dei propri figli. Ritengo, altrettanto importante, non tanto mandarlo in una scuola piuttosto che in un'altra, quanto farlo seguire da docenti bravi e pazienti che abbiano lo stesso, o quasi, pensiero educativo pedagogico.
    Io mi faccio 100 km al giorno per portare il magiapatate dai SUOI simili, adoro la sua maestra, il suo metodo ed anche il direttore :)
    Altre scuole più rinnomate che ho visitato han docenti i cui metodi non son da me condivisi.
    Il mangiapatate è sereno, felice di socializzare e la vispa non vede l'ora di seguirlo a scuola.
    Tutto il mio rispetto a chi segue i suoi ideali, qualsiasi essi siano, tutto il mio rispetto per l'homeschooling ma io preferisco tornar a lavorare e far entrare in contatto i miei vispi con altre realtà.
    La mammamuccapazza va sul tradizionale alternativo. ;)

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  44. Se ripenso al mio percorso scolastico posso dire con assoluta convinzione che sono felice di quel che ho imparato, sia regole che nozioni (che non sono affatto inutili, perchè non basta saper ragionare per conoscere la storia o interpretare un quadro o fare i calcoli del cemento armato o altro), delle amicizie che ho stretto tra i banchi di scuola, delole insegnanti con cui mi sono confrontata, degli esami che mi hanno insegnato a lottare e affrontare l'ansia, del non essere stata 24 ore su 24 con i miei fratelli ed i miei genitori, perchè la scuola è anche uno spazio privato del bambino...
    Francamente, a parte pochi casi particolari di gente che si sposta per vivere (es. giostrai) o si trova ad abitare in zone in cui le scuole sono imporponibili, credo che questi genitori che scelgono di educare da sè rischino sdi crescere dei disadattati e degli ignoranti, per giunta credendosi super intelligenti ed illuminati.
    Mi pare un delirio di onnipotenza e non mi interessa se questo post suona duro, è quel che penso.
    certo, nella scuola, pubblica e privata, e negli insegnanti c'è molto da migliorare però...da lì a farli stare "a casa"...

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  45. Scusate ma non riesco a collocare il mio intervento sotto quello della mamma homeschooler.
    Mi pare che questa gradevolissima signora abbia pienamente riassunto tutte le nostre perplessità su questa modalità educativa. Tanto per iniziare è ovviamente preparatissima e in grado di spiegare qualsivoglia argomento ai suoi figli (addirittura più lingue). Poi pochi cavoli, lei è una mamma perfect e noi no, lei sta con i suoi figli tutto il giorno (mentre noi tutte li abbiamo iscritti alla prima elementare a sei mesi). E come farebbe del resto la sua progenie a privarsi anche solo per pochi secondi della sua irrinunciabile presenza?
    Ottima direi la scelta di non aggiungere escrementi (propri o altrui) al già sovraffollato web, peccato non l'abbia portata avanti con lo stesso rigore con cui , senza dubbio, si dedica all'home schooling
    E' ovviamente informatissima (a rigore tra l'altro non potrebbe neanche definirsi una home schooler visto che per i suoi figli, stante la loro età, non sussiste ancora nessun obbligo scolastico).
    Anche per la socializzazione...certo a tutti i bambini piace da morire avere frequentazioni prevalentemente adulte per fare le scimmiette ammaestrate...pardon suscitare benevolenza e ottimi ricordi.

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  46. Considerando come sono andate le elementari del mio grande, l'Homeschooling avrei voluto farlo: meno fatica per me e risultati migliori per lui!

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