Una volta, a Londra, nella mia vita precedente
Non ve l'ho mai detto, ma nella mia vita precedente mi è capitato di frequentare delle rockstar. Dieci anni fa uno di loro mi ospitava a Londra, e una sera mi ha portato in con sé in un locale semibuio di Chelsea. Niente di trasgressivo, anzi: i presenti sedevano tutti attorno a un tavolo con l'aria depressa, sorseggiando roba triste come succhi di mango o ananas. All'epoca i "rehab" per la disintossicazione non erano tanto di moda, ma gli Alcolisti Anonimi esistevano eccome: il mio amico ne faceva parte, ed ecco perché siamo finiti lì.
Il mio amico mi ha presentato il tizio che mi sedeva accanto. "Paola, Nick. Nick, this is Paola", "Nice to meet you", eccetera. Dopo i convenevoli il tizio se ne è rimasto lì in un angolo, pallido e ingobbito, a biascicare frasi di circostanza a voce bassa. E io nella penombra a pensare che era orribilmente noioso, e a pregare che arrivasse qualcuno a salvarmi, finché il mio amico, quello che mi ospitava, mi ha chiesto: "Ma Paola, Nick è famoso anche da voi in Italia?" e in quel momento, folgorazione, mi sono data dell'idiota. Gli ho parlato per un'ora e non ho capito che era Nick Cave.
In tutti questi anni mi è capitato di ripensare, ridendo, alla mia stoltezza. Poi l'altra mattina ho incontrato di nuovo Nick Cave, che non vedevo da allora. Era di passaggio a Milano per un concerto e un reading, e l'ho intervistato per tre quarti d'ora nelle viscere ovattate di un hotel di lusso. Ha scritto un libro molto bello (La morte di Bunny Munro), e abbiamo parlato a lungo di quello, e poi dei bambini - il protagonista del suo romanzo ha 9 anni - e poi anche dei figli, miei e suoi. Proprio quella mattina, la Pupa mi aveva dipinto le mani di stelle, cuori e soli color fuzzia. "Those homemade tattoos are very nice", mi ha detto Nick. L'ho ringraziato da parte della Pupa, poi tra me e me ho considerato che avevo cambiato idea su di lui, e che non è orribilmente noioso, anzi. Ho considerato anche che le cose in un locale semibuio di Chelsea sembrano diverse da quello che sono in realtà, e poi che avere dei bambini ti cambia la prospettiva; io per esempio a volte provo nostalgia per quei tristi succhi di mango e per ciò che rappresentavano, e chissà se anche Nick Cave.
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Vi aspetto!
domenica 25 ottobre 2009
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E' sempre un piacere leggerti, Paola, il modo in cui scrivi, quello che scrivi, te lo dico con il cuore. So che spesso sono una lettrice silenziosa ma oggi avevo voglia di dirtelo.
RispondiEliminaMi hai fatto ricordare i vecchi tempi, quando vivevo a new york e anche io frequentavo un paio di musicisti piuttosto famosi.
Hai ragione comunque, quante volte le prospettive cambiano nella vita!!
un bacione e una buona giornata!
condivido con mammagiramondo che è davvero bello leggerti però stavolta mi hai fatto rosicare... come noioso nick cave??
RispondiEliminagrazie per la dritta sul suo libro che non conoscevo, corro a prenderlo
http://vyrtuosa.giovani.it
che vuoi che ti dica, vyrtuosa, in quel contesto sembrava noioso...
RispondiEliminaanche io concordo con le altre, sei bravissima hai un modo di scrivere stupendo, sto cercando disperatamente i tuoi libri(l'ultimo lo sai che l'ho divorato) la prossima settimana sarò anche a milano chissà se lì riesco a trovarli?
RispondiEliminaun bacio mia scrittrice preferita
Sonia
ah sonia, grazie, mi si apre il cuore, ma quali libri non trovi che te li procuro o ti dico dove reperirli? scrivimi se vuoi anche via mail
RispondiEliminapaola
dieci anni fa io ti aspettavo qui, nella noiosa Milano. Da quella gita a Londra hai (avete) portato un vagone di storie che hanno riempito esilaranti serate.... Anche la mia di prospettiva sembrerebbe cambiata, ma i pupi, per ora, sono solo i tuoi, io li sto ancora aspettando.
RispondiEliminaun bacio a tutti
fra
si cresce ! quando si cambia idea anche su nick cave ... colpa dei figli?
RispondiEliminaAdoro Nick Cave... bellissimo come l'hai raccontato.
RispondiEliminaPosso avere anche io le mani fuzzia, per favore?
dipende da che dipende...da che punto guardi il mondo tutto dipende!
RispondiEliminaCosì le cose insignifianti prendono significato e le cose prima essenziali il significato possono perderlo...
Bel racconto! :-)
RispondiEliminaPosso invidiarti un pochino?
;-)
www.mammasidiventa.ilcannocchiale.it
non ho la più pallida idea di chi sia costui, ma sicuramente la mia vita è mooooolto più pallosa!! In fondo esci, giri, vedi gente....
RispondiEliminaVabbè, passa da me che ti ho lasciato un regalino! :)
grazie wondermum! sei fichissima anche se non sai chi è nickcave. e grazie anche a mammasidiventa, mammolina, mammafelice, giardigno...
RispondiEliminama gliel'hai poi ricordato che vi eravate già conosciuti??
RispondiElimina(see, vàbe', quello manco si ricordava di esser stato a chelsea..)
no bombam., non gliel'ho ricordato. ho pensato proprio la stessa cosa che tu hai scritto tra parentesi.
RispondiEliminaAh, le vite precedenti... Io rockstar non ne ho frequentate. Solo qualche sfigato bluesman alcolizzato. Epperò ho anch'io "una vita precedente". E sebbene non fosse fatta di succhi di mango, avendo voluto evitare disintossicazioni, condivido in pieno una qualche remota nostalgia per certi locali, certe persone, certi momenti. Poi, però, mi viene da pensare che non sono le cose che fai o le persone che incontri... E' l'approccio che fa la differenza... Si può essere rockstar anche cambiando un pannolino, no?
RispondiEliminaDOC
Sarò al Leoncavallo dal 4 al 6, se ti va.