Io, che mi ero dimenticata di me
Lo scorso weekend sono stata a Parigi. A trovare un'amica. Da sola.
E' la prima volta che vado via da sola in quattro anni, se si eccettuano le occasionali brevissime trasferte lavorative.
Vorrei poter dire che me la sono cavata benissimo, ma non è così.
(Alle partenze di Linate, con tono vagamente piccato): "Signora dell'ufficio informazioni, mi scusi, ho un volo per Parigi ma al check-in della Easy Jet non c'è nessuno".
(Signora gentile): "Mi fa vedere la sua prenotazione?"
(Io): "Certo. Eccola".
(Lei, sospirando): "Signora, il suo volo è da Malpensa. A quest'ora ci vuole più di un'ora ad arrivarci. Non ce la farà mai":
(Io, fingendo indifferenza): "Bene. Mi dica allora, cosa vola su Parigi da qui?"
"A quest'ora della sera solo Alitalia. Ma non so se trova posto, sa, è venerdì. Vanno tutti a Parigi al venerdì".
"Certo. E' naturale, tutti vanno a Parigi il venerdì".
(Alla biglietteria Alitalia, tra il riso e il pianto): "Signora, cosa costa il biglietto per Parigi?"
"Solo andata o andata e ritorno?"
"Il ritorno ce lo avrei già".
"Sì, ma solo andata le posso dare unicamente la business. Fanno... 850 euro".
(A questo punto mi veniva proprio un po' da piangere. Ho attivato il pensiero laterale, ho riflettuto sulle soluzioni alternative e): "E se allora proviamo a cercare una tariffa andata e ritorno promozionale, con un ritorno a caso, per trovare l'offerta più bassa?"
"Aspetti, mi faccia vedere. Dunque... ecco, in effetti se prendiamo un ritorno il 18 ottobre ho una promo a 214 euro, più 30 di diritti d'agenzia, che fanno..."
"... 244?"
"Brava. Vede, è conveniente".
"Eh certo. Soprattutto contando che l'andata ce l'avevo già".
"...?"
"Sì, vede, ho sbagliato aeroporto. Non mi guardi come se fossi scema. Ho due figli piccoli, il minore ha 10 mesi e ancora non dorme la notte."
"Ah. E riesce anche ad andare via?"
"Cos'è, mi vuol fare sentire in colpa?"
"Macché. La invidio. Io, per dire, non riesco neanche ad andare a un concerto all'hangar di Linate".
A Parigi, come succede una volta ogni millennio, la metropolitana era bloccata per via di un incidente. Mentre percorrevo in taxi la strada tra l'aeroporto e l'albergo mi sforzavo di pensare a quanto shopping avrei dovuto evitare di fare per riparare al danno economico. Poi il weekend è stato bellissimo: con la mia amica sono andata all'hammam della Moschea, un'esperienza rigenerante anche se mentre una donna araba mi massaggiava mi sono resa conto che non ero più padrona dei contorni di me.
Un po' come scriveva Irene nel post precedente: quando diventi mamma la prospettiva sulle cose cambia talmente che non riesci nemmeno più bene a capire come occupare lo spazio, come riempire i silenzi, come tenere impegnato il tempo che da troppo tempo non è più tuo. Nella microscopica camera d'albergo affacciata su un cavedio e sui fumi di un ristorante ho avuto persino modo, tra una cosa e l'altra, di provare tutti i getti idromassaggio della doccia, pulire gli stivali, trastullarmi con un giochino elettronico sul cellulare. Roba che neanche alle medie. Non ho messo piede nemmeno in un negozio (per i noti motivi) ma ho mangiato cus cus e formaggi francesi, bevuto vino rosso con l'accento sull'ultima sillaba, camminato fino ad avere male ai piedi, spedito una cartolina a Mike Delfino, una al Pupo, una alla Pupa. A lei, scrivendo in stampatello e con le lacrime agli occhi per la commozione: "sei il mio amore", pensando che sarà la prima cartolina che leggerà da sola (quante prime volte ci sono, coi bambini).
Tornata nella casa/cantiere ho trovato: un discreto disordine, il frigo vuoto, Mike Delfino con la bava alla bocca per aver badato, pur volentieri, al Pupo durante il weekend (la Pupa era sistemata altrimenti). Dopo due notti di sonni interrotti Mike era veramente provato. E' andato a letto alle 20.30, prima dei Pupi, blaterando frasi sconnesse.
Messi a nanna i bambini mi sono trovata di nuovo immersa nel silenzio e nella quiete e ho pensato, io erano quattro anni che non dormivo come ho fatto in questi due giorni.
E poi ho pensato: che vita vuota sarebbe, senza i bambini e senza Mike. Ma come sarebbero puliti i miei stivali, e quanti record batterei con quel giochino, e forse mi farei pure la vasca da bagno con la cromoterapia.
E poi ho pensato che Parigi è proprio bella, e poi che ci tornerei domani.
Ho traslocato su erounabravamamma.it
Vi aspetto!
martedì 22 settembre 2009
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L'essere un pò imbranate è parte inscindibile di alcune persone. Io almeno sono così! Certe volte vorrei avere a portata di mano una vanga e sprofondare in una buca profondissima. Poi cerco di pensare che di personaggi come me ne hanno fatto anche un serial televisivo con Ally McBeal e che tutto sommato sono "socialmente utile" visto che porto il buon umore almeno al prossimo ;-)
RispondiEliminaPer quanto riguarda Parigi non posso che "quotarti". L'ultima volta ci sono stata ben 9 anni fa per il mio primo anniversario di matrimonio, ma ci ritornerei domani ... senza nane però!!
Caspita, che weekend!
RispondiEliminaOra che ti sei rigenerata... a quando il prossimo? ^^
Adoro quello che scrivi e come lo scrivi.
RispondiEliminaSei sempre deliziosa.
(E sì, Parigi è proprio bella *sospiro*).
Francesca
Anche io, anche io.... bellissimo un week end così!!! 244 euro spesi bene!
RispondiEliminaCome al solito mi hai fatto venire le lacrime agli occhi, anche io con la mia migliore amica sono andata a parigi lo scorso maggio e abbiamo già deciso che ci ritorneremo il prossimo anno, ho vissuto la partenza sentendomi in colpa(anche io ho una bimba piccola) ma i due gg a parigi mi hanno fatto scoprire un'altra, sempre mamma, ma diversa, hai fatto benissimo e sei sta super coraggiosa, ciao
RispondiEliminaSonia
Sempre un piacere leggerti!!
RispondiEliminavistodalei.splinder.com
hai fatto benissimo! io avrei fatto il viaggio anche senza un'amica ad aspettarmi.
RispondiElimina(della serie: vorrei anch'io, ma devo tenere conto dell'ingorgo mammario. Prima o poi la faró finita con la tetta, giuro)
Che bella Parigi!
RispondiEliminaIl tuo racconto mi ha fatto ricordare l'unica volta che mi sono allontanata da casa da quando è nato mio figlio. Il bambino aveva un anno e mezzo e io sono andata in Spagna per il matrimonio di un'amica. Sono stata via per due notti in tutto, ma mi è sembrata un'eternità, mi sono divertita un sacco, ho visitato Valladolid e ho assistito ad un matrimonio spagnolo (praticamente uguale ai nostri). Ricordo che mi sentivo così leggera, senza passeggini e borse del cambio al seguito, ma anche un po' nuda senza i miei uomini. All'areoporto non facevo che guardare i bambini.
Al ritorno ho trovato il marito abbastanza intrattabile. Li per lì ci sono rimasta male: quei tre giorni di libertà me li ero meritati tutti, anche se per lui era stato faticoso. Poi ho capito che in realtà era geloso: da qualche parte nel suo "inconscio" avrebbe voluto che il rapporto privilegiato che aveva instaurato con il piccolo continuasse per sempre, senza l'intervento della mamma. Voleva essere papà e mammo insieme, l'unico cui si rivolgessero gli amati occhi del suo bambino. Gli è passata presto. ;-) però è vero che a volte questi papà li sottovalutiamo ...
wow...
RispondiEliminaa me sembra ancora surreale tutto quello che scrivi, eppure... eppure...
una punta d'invidia l'ho sentita, ma anche tanta empatia!
un bacio
lunedì ci sono riuscita. ho lasciato il piccolo uomo alla nonna e sono partita per andare a correggere la tesi di dottorato a 300 km passando una notte fuori. Ho lasciato disposizioni, latte e un carico di baci al piccolo....ma per compagno di viaggio ho avuto il magone. Poi è bastata una canzone strappa corde vocali di Baglioni alla radio che mi sono ricordata di quanto mi piacesse viaggiare da sola in macchina con la mia musica e cantare. mi sono ricordata di me prima e mi sono goduta!! del resto i baci che avevo lasciato al piccolo erano proprio tanti!
RispondiEliminaEcco forse ho capito una cosa. Mi manca il tuo senso dell'umorismo ma me lo trasmetti nella tua scrittura e forse riuscirò ad imparare.
RispondiEliminaAh...io a Parigi ci vivrei...
io invece vorrei portarci i piccoli e il marito (of course), chè viaggiare senza di loro è più faticoso che averli con me. anche io ho fatto due week end con le amiche quest'anno, ma mi diverto di più con la mia famiglia. Ormai a stare da sola mi sembra sempre che mi manchi qualcosa.....il vero dramma delle mamme. E' chiaro che ogni momento di libertà è comunque il benvenuto....ma non vedo l'ora di ripartire con i miei piccoletti!!!! ciao
RispondiEliminal'imbranataggine fa parte del mio dna. è un continuo. l'altro giono ero a fare spese (non pensare allo shopping, ma all'acquisto di detersivi e pannolini) e alla cassa mi succede di tutto, una fila di persone attonite mentre io tento di mettere gli acquisti nelle buste, raccatto monete cadute dal portafoglio, prendo il resto, il tutto tentando di tenere in due mani tre buste, la borsa, il casco... la cassiera mi dice con fare comprensivo "eh ci sono dei giorni che sembriamo un po' bridget jones"..e io: "io tutti giorni".
RispondiEliminaehi ragazze grazie! la vita in questo periodo è talmente faticosa che non riesco nemmeno a rispondere ai vostri commenti. ma vi penso, vi penso sempre, anche la sera prima di addormentarmi, proprio come si fa con le vere amiche...
RispondiElimina"quando diventi mamma la prospettiva sulle cose cambia talmente che non riesci nemmeno più bene a capire come occupare lo spazio, come riempire i silenzi, come tenere impegnato il tempo che da troppo tempo non è più tuo"
RispondiEliminaIn cambio di un biglietto aereo per Parigi ti offro un corso su come riprenderti la prospettiva. ;)
se posso, ti lascio un abbraccio
RispondiEliminaAttirata dal nome del tuo blog (io neanche prima lo ero una brava mamma :-( !...)
RispondiEliminarapita dal tuo racconto in cui mi son immedesimata, e perfettamente aderente con l'ultimo pensiero di questo tuo post!
Mi complimento anche per la ristampa del tuo libro.
...e sulla scia parigina, emanata dal tuo post, vado a rivedermi Amélie
Tanto Lara dorme.
E tanto, se non dormisse, farei lo stesso.
(Io che non sono una brava mamma!).
Ciao, elena°*°