Poiché la Pupa, in quattro anni di vita, ha già cambiato casa quattro volte, quando la scorsa estate abbiamo traslocato abbiamo deciso di tenerla nella stessa scuola materna di prima. In effetti a) l'anno scorso ci andava sempre piangendo, e ha cominciato ad abituarsi solo verso fine maggio, ricominciare da capo sarebbe stato un suicidio e b) l'asilo è bellissimo, monosezione, con pochi bambini e ampi spazi, e in più le maestre, due donne illuminate, usano il metodo di Bruno Munari.
Il problema è che la casa-cantiere in cui stiamo ora è piuttosto lontana da lì. I mezzi per arrivarci non mancano, basta essere un po' creativi. Si può scegliere:
a) la bicicletta, mia soluzione preferita anche perché viene guidata da Mike Delfino, tempo di percorrenza 12 minuti. Pro: velocità, contro: la Pupa arriva all'asilo conciata come un puré.
b) la macchina, tempo di percorrenza tra i 20 e i 45 (!) minuti. Pro: comodità della Pupa, che piantata sul seggiolino mi chiede di ascoltare in loop cantanti di nicchia come Regina Spektor, i Baustelle o Geoffrey Gurrumul Yunupingu. Contro: la lunghezza del viaggio e la mancanza di parcheggio nei dintorni dell'asilo, anche se ormai sono in ottimi rapporti con i portieri dell'Ata Hotel Executive, che mi lasciano parcheggiare lì davanti ("Sìsìsìtornosubitoiltempodilasciarlaesonodavoi").
c) il mitologico Passante Ferroviario, che nelle menti dei nostri illuminati amministratori rappresenta "una valida alternativa alla metropolitana". Ieri pioveva, a Mike Delfino serviva la macchina, e così io e la Pupa abbiamo deciso di servircene.
Se è vero che il tempo di percorrenza effettivo è di soli 7 minuti da stazione a stazione, va anche detto che il treno viaggia al livello -30 sottoterra e una volta sbarcati a destinazione nelle viscere della città si impiegano circa 18 minuti per risalire in superficie. Inoltre dalle parti dell'asilo della Pupa è in corso una gigantesca opera di ristrutturazione del quartiere e molte uscite della metropolitana (tutte quelle dalla parte che servirebbe a noi, ovviamente) sono chiuse.
A questo va aggiunto il fatto che prendere il Passante non è così facile. Forse lo è per i cittadini normodotati, ma io al mattino presto ho la reattività di una scimmia di mare. Così ieri mattina mi sono messa la Pupa al collo (per fortuna pesa solo 16 chili e riesco ancora a farlo) e l'ho portata in braccio da casa alla Stazione; il suo compito era tenere aperto l'ombrello. Una volta passati i tornelli mi è sembrato di vedere sul tabellone che il nostro treno stava per partire dal binario 6. Mi sono trascinata dietro la Pupa che si è messa a piangere dopo un metro: correvo troppo velocemente, lei aveva ancora l'ombrello aperto e ha pure sfregato la manina contro un muro, procurandosi una microscopica sbucciatura. Siamo balzate a bordo nel momento stesso in cui le porte emettevano il loro sconfortante "Pii-pii-pii" di chiusura. Sembrava uno di quei film in cui gli eroi sono inseguiti dai cattivi e si salvano per un pelo: ho lanciato in avanti la Pupa, qualcuno dei passeggeri l'ha afferrata, poi sono entrata io, passando in mezzo alle porte, con l'ombrello ancora aperto. La Pupa frignava per via della sbucciatura, per il caldo e lo sconcerto.
Dopo tre minuti mi sono accorta che avevamo sbagliato treno. Mi è venuto da piangere. Siamo scese alla stazione successiva e abbiamo preso la metropolitana (quella vera) fino all'asilo. Credo di aver camminato con la Pupa in braccio per circa due chilometri. Se mia nonna che sta lassù in cielo ieri mattina ha guardato giù si sarà messa le mani nei capelli pensando che sua nipote è rimbambita e avrà fatto qualche commento in biscegliese, tipo "ma se pote sapè ce ccose stà a fàsce?" (= si può sapere cosa combini?).
L'orario di ingresso all'asilo è dalle 8 alle 9. Siamo arrivate alle 9.12. Ogni giorno facciamo tardi per qualche motivo, ma ieri era quel tardi da porte sprangate, quel tardi in cui bisogna citofonare e dire il proprio nome e sottoporsi all'umiliazione di ripeterlo più volte perché la segretaria fa finta di non sentirlo, quel tardi in cui fatti i dieci gradini del vialetto d'accesso ti si para davanti la bidella e nemmeno ti sgrida, ma si limita a fare "grunt" come la bestia più brutta del cartone animato Monsters&co. e poi corregge vistosamente il numero dei pasti che ha segnato sul foglio della mensa. Ieri era così tardi che persino la porta dell'aula era già chiusa, l'ho aperta il tempo di buttarci dentro la Pupa come un panno sporco nel cesto della biancheria sperando che la maestra non se ne accorgesse, ma lei ha urlato subito "Mamma, mamma!" e tutti i bambini si sono girati, e l'ultima cosa che ho visto prima di richiudere è stato un occhio della maestra (uno solo, nello spiraglio della porta) e quest'occhio aveva un'aria riprovevole.
Ieri era così tardi che una volta gettata la Pupa in classe ho bloccato, da fuori, la maniglia con la mano. Lei ha cominciato a fare leva smanettando per uscire, pregandomi poverina di darle un ultimo bacio, ma io pur con il cuore a pezzi e fradicia di sudore ho resistito fin quando non ho capito che aveva mollato e si era rassegnata a passare la mattinata costruendo utili segnalibri natalizi assieme agli altri.
Il problema è che la casa-cantiere in cui stiamo ora è piuttosto lontana da lì. I mezzi per arrivarci non mancano, basta essere un po' creativi. Si può scegliere:
a) la bicicletta, mia soluzione preferita anche perché viene guidata da Mike Delfino, tempo di percorrenza 12 minuti. Pro: velocità, contro: la Pupa arriva all'asilo conciata come un puré.
b) la macchina, tempo di percorrenza tra i 20 e i 45 (!) minuti. Pro: comodità della Pupa, che piantata sul seggiolino mi chiede di ascoltare in loop cantanti di nicchia come Regina Spektor, i Baustelle o Geoffrey Gurrumul Yunupingu. Contro: la lunghezza del viaggio e la mancanza di parcheggio nei dintorni dell'asilo, anche se ormai sono in ottimi rapporti con i portieri dell'Ata Hotel Executive, che mi lasciano parcheggiare lì davanti ("Sìsìsìtornosubitoiltempodilasciarlaesonodavoi").
c) il mitologico Passante Ferroviario, che nelle menti dei nostri illuminati amministratori rappresenta "una valida alternativa alla metropolitana". Ieri pioveva, a Mike Delfino serviva la macchina, e così io e la Pupa abbiamo deciso di servircene.
Se è vero che il tempo di percorrenza effettivo è di soli 7 minuti da stazione a stazione, va anche detto che il treno viaggia al livello -30 sottoterra e una volta sbarcati a destinazione nelle viscere della città si impiegano circa 18 minuti per risalire in superficie. Inoltre dalle parti dell'asilo della Pupa è in corso una gigantesca opera di ristrutturazione del quartiere e molte uscite della metropolitana (tutte quelle dalla parte che servirebbe a noi, ovviamente) sono chiuse.
A questo va aggiunto il fatto che prendere il Passante non è così facile. Forse lo è per i cittadini normodotati, ma io al mattino presto ho la reattività di una scimmia di mare. Così ieri mattina mi sono messa la Pupa al collo (per fortuna pesa solo 16 chili e riesco ancora a farlo) e l'ho portata in braccio da casa alla Stazione; il suo compito era tenere aperto l'ombrello. Una volta passati i tornelli mi è sembrato di vedere sul tabellone che il nostro treno stava per partire dal binario 6. Mi sono trascinata dietro la Pupa che si è messa a piangere dopo un metro: correvo troppo velocemente, lei aveva ancora l'ombrello aperto e ha pure sfregato la manina contro un muro, procurandosi una microscopica sbucciatura. Siamo balzate a bordo nel momento stesso in cui le porte emettevano il loro sconfortante "Pii-pii-pii" di chiusura. Sembrava uno di quei film in cui gli eroi sono inseguiti dai cattivi e si salvano per un pelo: ho lanciato in avanti la Pupa, qualcuno dei passeggeri l'ha afferrata, poi sono entrata io, passando in mezzo alle porte, con l'ombrello ancora aperto. La Pupa frignava per via della sbucciatura, per il caldo e lo sconcerto.
Dopo tre minuti mi sono accorta che avevamo sbagliato treno. Mi è venuto da piangere. Siamo scese alla stazione successiva e abbiamo preso la metropolitana (quella vera) fino all'asilo. Credo di aver camminato con la Pupa in braccio per circa due chilometri. Se mia nonna che sta lassù in cielo ieri mattina ha guardato giù si sarà messa le mani nei capelli pensando che sua nipote è rimbambita e avrà fatto qualche commento in biscegliese, tipo "ma se pote sapè ce ccose stà a fàsce?" (= si può sapere cosa combini?).
L'orario di ingresso all'asilo è dalle 8 alle 9. Siamo arrivate alle 9.12. Ogni giorno facciamo tardi per qualche motivo, ma ieri era quel tardi da porte sprangate, quel tardi in cui bisogna citofonare e dire il proprio nome e sottoporsi all'umiliazione di ripeterlo più volte perché la segretaria fa finta di non sentirlo, quel tardi in cui fatti i dieci gradini del vialetto d'accesso ti si para davanti la bidella e nemmeno ti sgrida, ma si limita a fare "grunt" come la bestia più brutta del cartone animato Monsters&co. e poi corregge vistosamente il numero dei pasti che ha segnato sul foglio della mensa. Ieri era così tardi che persino la porta dell'aula era già chiusa, l'ho aperta il tempo di buttarci dentro la Pupa come un panno sporco nel cesto della biancheria sperando che la maestra non se ne accorgesse, ma lei ha urlato subito "Mamma, mamma!" e tutti i bambini si sono girati, e l'ultima cosa che ho visto prima di richiudere è stato un occhio della maestra (uno solo, nello spiraglio della porta) e quest'occhio aveva un'aria riprovevole.
Ieri era così tardi che una volta gettata la Pupa in classe ho bloccato, da fuori, la maniglia con la mano. Lei ha cominciato a fare leva smanettando per uscire, pregandomi poverina di darle un ultimo bacio, ma io pur con il cuore a pezzi e fradicia di sudore ho resistito fin quando non ho capito che aveva mollato e si era rassegnata a passare la mattinata costruendo utili segnalibri natalizi assieme agli altri.
Ah, queste maestre, che non capiscono cosa succede là fuori nel mondo...!
RispondiEliminaSei come sempre una garanzia di risata in pausa-caffè (il terzo dalle 15 ad ora... saranno troppi? o sono giustificata perché la piccola meraviglia è nel periodo "mi diverto troppo la sera con mamma e papà, chi me lo fa fare di dormire"...?!
Un bacio alla Pupa ed uno al Pupo.
Ok, uno anche a te... :-))
polepole
Ma quanto mi consolano i tuoi post!!! E mi sollevano un po' dai soliti sensi di colpa da mamma-che-lavora-e-le-piace-anche. Le rare volte che porto io Alice alla materna (di solito lo fa il papino) sono sempre in straritardo e la filastrocca è sempre quella "Alice dai muoviti che devo correre in banca che fuori c'è la fila dei clienti che devono entrare e sai che devo aprire"... solo che io NON ho le chiavi d'entrata....
RispondiEliminaCiao a tutte, mi sono appena iscritta al blog, è troppo forte! Io ho una bimba di quattro mesi e per ora sono disoccupata, ma tremo all'idea di come diventerò isterica quando dovrò tornare al lavoro, perché ogni volta che ho degli orari da dover rispettare mi sembra un'impresa titanica! L'ultima è capitata qualche giorno fa per il battesimo...siamo arrivati talmente tardi che il prete stava per cominciare senza di noi!...immaginate una chiesa intera di occhi dall'aria riprovevole! Per fortuna poi la piccola è stata talmente brava per tutta la messa che mi son rinfrancata!
RispondiEliminaMa in che senso fanno entrare i bambini a orari fissi? perché?
RispondiEliminaQui da noi uno quando porta il pargolo loro aprono, a prescindere dall'orario, tanto le maestre sono sempre lí, no?
Paola troppo forte il racconto e come ti capisco, anche io la mattina devo correre, l'asilo della mia pupazza si trova a 5 km da casa(tempo di percorrenza in macchina 5 minuti senza traffico) queta mattina a roma pioveva e allora tutti in macchina, ci abbiamo messo 45 minuti e fortuna che ho trovato delle bidelle carine che nn mi hanno ucciso con i loro sguardi!!!!!
RispondiEliminaun bacio e buona notte, ora vado a leggermi di bruno munari
Tranquilla...che vuoi che sia...sono solo ancora due anni di materna! :D :D :D
RispondiEliminaCiao, Daniela
povere noi mamme, che ne sanno quelli coll'ipod sulle metro e gli autobus tutti belli freschi freschi!
RispondiEliminapovera Pupa! mi si è stretto il cuore a leggere della maniglia e dei baci desiderati! ha tutta la mia solidarietà! e.........anche tu!!!! quantop a noi, Leo va a scuola esattamente di fronte a casa..........suprema goduria! ma.........anche noi riusciamo a essere sempre gli ultimi! e notato che....alla fine ci si sorride.......siamo un gruppo e siamo sempre gli stessi. e devo dire che siamo piuttosto simpatici :) bacioni Paola!
RispondiEliminaho capito dove va all' asilo la Pupa! In effetti quella zona adesso e' un casino ... pero' quel c...o di passante ... vogliamo parlarne???
RispondiEliminaio che mi sono trasferita in campagna e che lavoro solo stagionalmente sono disperata al pensiero di dover prendere il treno + passante tutti i giorni per tre mesi ...
comunque ... w l' ata hotel executive ( finalmente qualcosa di decente esce da quel posto perche' se dobbiamo guardare gli aperitivi ... o no? )
un bacio, paola
p.s. appena mi ripiglio con la caviglia CI VEDIAMO! ok???
Ciao,ti leggo ma non commento mai. Quello è lo stesso asilo dove va mia figlia, ma lei è nella Primavera. Anche a me sembra buono, la Pupa si trova bene?
RispondiEliminaUn abbraccio
ma che impresa, non ce la posso fare. Io asilo e nido dietro casa, dieci minuti a piedi, cinque in bici e dieci in macchina con parcheggio aleatorio... non si può, la mattina è sempre un incubo comunque...
RispondiEliminacomplimenti è un blog bellissimo :-)
RispondiEliminacmq questa mattina in ritardo folle anche noi... ore 8.18 incappottavo lale e intanto lui cosa fa? un chilo di cacca straripante e strapuzzolente...ho dovuto spogliarlo, lavarlo, cambiarlo, sgridarlo perchè non voleva stare fermo e rivestirlo
morale siamo usciti alle 8.39
amiche! complimenti alle due che hanno riconosciuto l'asilo della pupa! @igraine, sì, si trova bene. essendo così piccolo e raccolto la sensazione è che i pupi siano ben seguiti e protetti. poi appunto le maestre sono molto creative, poi c'è un tizio che si fa chiamare nonno luciano che è un ex colonnello in pensione (!) e che dai 4 anni fa fare ginnastica ai bambini che si divertono come dei matti, poi c'è la biblioteca che funziona benissimo... tutte cose non scontate. @paolafrancy sì assolutamente! tra l'altro ora il pupo dorme la notte e sono anche un po' meno stanca. valewanda: anch'io non ce la posso fare. infine, @morgaine le fée: non so rispondere alla tua domanda...
RispondiEliminaPaola! anche io l'ho capito........c'è una mia cara amica lì, amica di asilo nido, Elena, mamma di Tommaso (e della piccola Anna) credo che Tommi sia un compagno della pupa a questo punto! in effetti non è la mia amica a essere lì ma suo figlio! a volte mi immedesimo troppo nei figli..........l'altro giorno ho detto alla segretaria della palestra di Leo: dobbiamo iscriverci all'esame di judo. e lei mi ha guardato impietosita. l'esame lo deve fare Leo, non io........... :) a presto Paola!
RispondiEliminaciao Paola! questo commento avrei voluto lasciarlo enne mesi e settimane fa, ma mi sono dovuta assentare per faccende in cui affaccendarmi!
RispondiEliminail libro l'ho preso, letto, e ho riso come una pazza. di disperazione, ovviamente. ma sempre meglio una risata, di un lamento e un pianto, no? :-)
ma dai mi sembra di avere un dja vu. noi andiamo a piedi, 15 minuti, quasi 1 km, i miei due gridano "aspettami" , si lamentano, dicono che vado troppo veloce, rallentano, si riconrrono, si danno degli spintoni. arriviamo nello steso momento in cui alle 8.25 aprono le elementari e quasi chiude il nido. La bidella all'entrata ripete tutte le mattine la stessa frase " entrole 8.30 i bambini in classe" ed è rigidissima con chi arriva dopo questo orario (in breve, non c'è scampo per i ritardatari, spesso devono aspettare le 9). In bici tutti e due non riesco a portarli, già uno mi sbilancia e comunque visti i nostri pazzi concittadini dovrei andare sul marciapiede. Per fortuna entro alle 9 in ufficio non lontano da casa e dela lavoro. così lemme lemme a piedi o con bikemi me ne vado verso la mia lunga giornata. sono già strvolt. i miei colleghi per quanto solidali, non capiranno mai. Arrivo in ufficio, mi siedo. Pace. Per modo di dire!!!
RispondiEliminaCiao!!!
PS anche io il 22 ottobre ho scritto un post di argomento simile !!!!
Mamma mia, mi hai fatto tornare con i ricordi alla mia vita milanese! che stress!!
RispondiEliminaQui si lavora sodo ma la città non è stressante. All'asilo puoi entrare quando vuoi, l'importante è che se vai dopo le 9.30 telefoni per avvisare. Quanto ci può condizionare una città!! a presto!
Ehehe, mi hai fatto morire dal ridere! Non sai quanto si è risentito mio marito (ritardatario cronico) quando alle 9 e 36 minuti la bidella gli ha chiesto se aveva avvisato del ritardo prima di aprirgli la porta. Vorrà scherzare, le ha risposto lui. Per cinque minuti di ritardo non avviso neanche in ufficio e poi io arrivo con due bambini, mica uno...
RispondiEliminaComunque concordo, è una faticaccia pure quella, con la pioggia poi, lasciamo perdere.
vero, anche da noi il ritardo è una forca caudina ... A me una volta la fecere pure cambiare perché la bambina non poteva entrare col pannolino sporco !
RispondiEliminaciao
Tra 10 giorni cambio casa e mi troverò a vivere la tua stessa esperienza. Per l'anno prossimo sono dilaniata. Lasciare il certo per l'incerto (asilo per lui, nido per lei) non è facile. Non so che fare. Help!
RispondiEliminaSe non ti capissi bene quasi non ci crederei... guarda il lato positivo, tra sguardi riprovevoli e occhiate di disappunto almeno ti hanno aperto. Da noi dopo le nove sei fuori!
RispondiElimina