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giovedì 23 aprile 2009

Dalla culla al lettino

Le lacrime a cui non posso rinunciare
Il passaggio dalla culla al lettino avviene per ragioni di spazio. A un certo punto il bambino diventa troppo lungo, e va spostato. O troppo largo, come nel caso del Pupo, che a cinque mesi è quasi nove chili per 70 centimetri (ma noi gli diciamo che è grosso, non grasso).
Questo comporta, in genere, alcuni inconvenienti: il giaciglio perde la dimensione-mangiatoia cui il neonato era abituato. In confronto, il lettino è una sterminata prateria. Alcuni bambini, come il Pupo, aborrono il cambiamento e manifestano aperto dissenso riprendendo a svegliarsi la notte, pretendendo pure - sfacciati - di mangiare nonostante per peso e altezza abbiano sfondato il centesimo percentile.
La neomamma ringrazia.
Tornando al lettino, esso deve rispettare alcuni standard tecnici, come tutte le attrezzature per l'infanzia.
I manuali danno alcune raccomandazioni, tipo: niente piumini o cuscini fino all’anno di vita; attenzione a che la distanza tra le sbarre non superi i 6,5 centimetri; meglio mettere il neonato sdraiato nella parte inferiore del lettino, perché non possa, scivolando ulteriormente verso il basso, finire con la faccia sotto le coperte. Le mamme registrano scrupolosamente queste indicazioni ma sono molto più attente all’aspetto psicologico del piccolo trasloco. In genere lo trovano commovente e non c’è nulla che si possa fare per convincerle del contrario. Perché in effetti è vero, gli oggetti usati dai propri figli hanno una carica emotiva fenomenale. Ogni cosa che appartenga a un bambino sorride del suo sorriso; la culla in cui ha dormito ha pianto, fino a ieri, del suo pianto.
Attraverso gli oggetti che usano i bambini arrivano a possedere la vita delle persone. Del resto la vecchia culla in giunco con una ruota difettosa è stata la prima casa del Pupo e della Pupa, e prima che ci fossero loro era la casa di altri bambini che io non ho conosciuto. Ora che arriva il momento di metterla via ne sento già la nostalgia e spero o mi illudo di poterla usare ancora per un altro bambino, un giorno.
Allo stesso modo le scarpe col tacco in cui la Pupa ha mosso traballando, per gioco, i suoi primi passi da donna, sono cento volte più belle e più vive di qualunque altra scarpa potrò mai indossare; e le briciole sparse qua e là nell’auto e i fazzoletti usati stropicciati sotto al cuscino e i segni delle manine sulla parte inferiore del vetro di una finestra rendono ogni posto diverso da com’era prima. Lo fanno diventare un luogo amato, e lo fanno respirare.
Il passaggio dalla culla al lettino avviene per ragioni di spazio ma è un passaggio dell’anima oltre che fisico. Forse soprattutto dell’anima. Perché serve coraggio per dire “adesso” e pensare che adesso è ora, serve fantasia per guardare distante e non fermarsi a contare le lacrime, per immaginarsi il futuro e credere che sarà bello, se non più di oggi, almeno altrettanto.

6 commenti:

  1. Credo che da un lato sia anche per questo che ho preferito usare il lettino praticamente da subito... con un bel salsicciotto rosa che fa il lettino più confortevole. Quello che mi "spaventa" di più al momento è il pensiero di quando porteremo il lettino nella sua camera, lasciando vuoto lo spazio accanto al mio letto...

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  2. Guardare al futuro? L'aspetto più bello e sorprendente forse è proprio questo: ogni giorno una nuova scoperta, una nuova emozione (per entrambi!). Sheireh con un po' di tristezza pensa al giorno in cui accanto al suo letto non ci sarà più il lettino della sua bimba (e la capisco!). Ma non è bello pensare che un giorno quella stessa bimba scenderà giù dal letto e come prima cosa correrà nella camera dei genitori per saltare nel loro letto ed abbracciarli?

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  3. @ Sheireh: con la Pupa anche per me è stato così. Spostarla dal mio fianco all'altra stanza mi sembrava talmente traumatico che l'ho fatto per gradi (e quindi ha dormito per un po' in corridoio). Il Pupo invece l'ho confinato in ingresso da quando aveva due giorni di vita. Ora che sta nel lettino ce l'ho di nuovo in camera, ma questo ha originato tutto un nuovo fronte di problemi (vedi il post più recente)... dal punto di vista emotivo, però, è sempre vero che i passaggi di stato sono come tanti piccoli addii...
    @Beth: vedi sopra. Per ogni piccola conquista della Pupa sono felice, ma al tempo stesso la sua autonomia mi spaventa. Ogni tanto penso che sarebbe bello avere le energie e lo spazio fisico e mentale per fare figli in eterno, e poter avere sempre un neonato in braccio. Follia.

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  4. Peccato che a questo post non c'e' il tastino di reazione "emozionante" o "commovente"... :-)

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  5. Che emozione, e io che pensavo di essere patologica per il fatto di avere tante difficoltà a metterla a dormire da sola...una notte mio marito ci ha provato e io, nel non vederla vicino a me, mi sono messa a piangere...che storia!

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  6. hai scritto con dolcezza delle grandi verità.
    mi hai commossa

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