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martedì 7 aprile 2009

Tutti i trucchi per svezzare un neonato

Riflessioni schematiche sul fatto che i neonati mangiano quel che vogliono (con grande cruccio delle mamme)
Prima Legge della Puericultura: nel mondo occidentale nessun neonato muore di fame.
Seconda Legge della Puericultura: nel mondo occidentale, nessuna mamma è immune dall'ansia, quando si avvicina l'agognato e assieme temuto momento dello Svezzamento.
Lo Svezzamento (la maiuscola è d'obbligo vista l'importanza del tema) in pratica significa:
a) liberarsi dalla schiavitù del latte, e questo è bene. Vuol dire che una volta ogni 40/60 giorni riuscirete ad andare al cinema, affidando il pupo a una baby sitter/nonna/sorella volenterosa che lo nutrirà al posto vostro.
b) incominciare a produrre a ritmo serrato orribili pappine che voi non mangereste nemmeno con un fucile puntato addosso, e questo è un pacco.

Avendo avuto due figli ho capito che:
Per quanto buone siano le pappe che preparate, se il vostro bambino mangia per vivere e non viceversa (il che è, in assoluto, un atteggiamento sano) è molto probabile che schifi tutto ciò che gli mettete davanti. La Pupa ha sempre fatto così, e anche ora che ha quasi quattro anni non è certo una ghiottona. Con lei ho cominciato lo Svezzamento rigorosamente a partire dal sesto mese compiuto, non ho mai usato omogeneizzati ma sempre e solo frutta fresca, carne cotta al vapore e poi amorevolmente sminuzzata, crescenza e ricotta biologica, ho rispettato tutti i dettami sull'introduzione graduale degli alimenti. Eppure ricordo i primi mesi come infernali. Ecco i metodi adottati dalla Pupa, che molte mamme riconosceranno:
- a. Metodo "Non passa lo straniero”: il bambino tiene le mascelle serrate. Vi guarda negli occhi e visto che non sa ancora parlare vi comunica il seguente messaggio subliminale: ehi, bella. Ci conosciamo io e te, vero? Bene. Se credi che io introduca nella mia bocca anche un solo grammo di quella sbobba, sei pazza.
- b. Metodo “Credevi fosse amore, e invece era un calesse”: il bambino apre la bocca giulivo e incoraggiante, sorridendo gentile. Baldanzose, partite con un cucchiaio di pappa che lui finge di inghiottire. La rumina un po’, poi vi guarda negli occhi come nell’esempio precedente, ammicca e op!, la sputa spruzzandola qua e là in modo salomonico: un po’ su di voi, un po’ su se stesso, un po’ sul seggiolone.
- c. Metodo “Houdini o dell’Illusionista”: il bambino inghiotte senza problemi il primo e anche il secondo cucchiaino di pappa. Rese più scaltre dall’esperienza precedente, gli schiacciate le guance per costringerlo ad aprire la bocca e verificare che abbia deglutito. Lui vi guarda negli occhi – lo fa sempre, è per fregarvi meglio in seguito – e vi sorride rassicurante. Tirate un sospiro di sollievo. Poi vi girate a prendere un tovagliolo e quando vi girate di nuovo, et voilà! Il piatto è sparito. Lo ritroverete a primavera sul ripiano più alto della libreria, dove il neonato l’ha inspiegabilmente fatto volare.
- d. Metodo “Madre, perché mi fai questo?” (o “Ricatto morale”): il bambino inghiotte un solo cucchiaino di pappa, poi strabuzza gli occhi, inizia a produrre versi disgustosi con un rumore impressionante e si provoca il vomito. Notare come si tratti della sua tecnica preferita in presenza di estranei. Alla fine scoppia a piangere guardandovi negli occhi.

Può anche darsi che il neonato alterni gli atteggiamenti di cui sopra, a rotazione, o che ne adotti due contemporaneamente all’interno dello stesso pasto. Guide e manuali raccomandano sempre di non insistere e di non spingere il bambino a mangiare controvoglia, perché questo potrebbe dare origine a disturbi alimentari che si protraggono per anni. Tutti i libri sono pieni di precisissime tabelle da seguire per un corretto svezzamento: i cibi che vengono proposti e le regole di base sono sempre le stesse e tutto ruota attorno a un concetto, quello di gradualità. Gradualità nell’introdurre alimenti nuovi, nel rispettare i tempi del bambino, nel lasciare che il passaggio dal seno (o dal biberon) al cucchiaino avvenga in modo dolce, senza forzare.
Il rancio del neonato è monotono e deprimente, come e peggio del menù dell’ospedale. D’altronde, se va bene, a sei mesi un bambino ha due denti, e questo limita necessariamente la gamma di opzioni disponibili. Prima di avere un figlio non avevo un’opinione precisa su quel che mangia una creatura di pochi mesi. In effetti non mi ero mai posta il problema. Forse pensavo che i bambini non mangiassero affatto.

1 commento:

  1. Ho appena letto il tuo post (vecchio come il cucco... adesso i tuoi figli un altro po' si fidanzano, quindi forse non te ne ricorderai neanche più) e non avrei potuto trovare un modo migliore di pubblicizzare l'autosvezzamento (se hai altri figli in programma vienici a trovare:) )

    Ho condiviso il tuo articolo sulla nostra pagina FB (che accludo se vuoi leggere i commenti).
    http://www.facebook.com/pages/Autosvezzamento-La-pagina-ufficiale-di-wwwautosvezzamentoit/146878095371036

    Grazie, è sempre bello cominciare la giornata con un sorriso.

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