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sabato 12 settembre 2009

Il corpo delle mamme

Se una tua amica virtuale scrive cose bellissime come questa, succede che le pubblichi sul tuo blog (grazie Irene)

Inizia quando resti incinta. Il tuo corpo non è più tuo. Non puoi mangiare quello che vuoi, e soprattutto, non puoi curare i tuoi piccoli o grandi mali come faresti se quell’esserino non fosse dentro di te, minuscolo e importantissimo. Poi cominciano le visite mediche, e la cosiddetta privacy esce dal tuo modo di pensare. Ciò che era più intimamente tuo non è più tuo. Vogliamo parlare della discrezione e dell’intimità, ad esempio, di una bella ecografia vaginale? “Signora, per favore mi faccia un goccino di pipì in questo bicchierino” ti chiede la segretaria della ginecologa mentre aspetti il tuo turno. “Oh caspita, la faccio in continuazione, quasi non riesco a tenerla, ma l’ho appena fatta e adesso non mi viene, mi dà qualche minuto? Posso bere un bicchiere d’acqua?” – non hai più remore a raccontare nulla.

Poi arriva il momento fatidico, e vai in ospedale. Lì ti visitano in cinquecento, e la faccia più o meno simpatica dell’ostetrica non è mai la stessa della volta prima, perché com’è giusto ognuno ha i suoi orari e turni. E tutti si portano dietro l’apprendista, per cui è un continuo “vedi qui, guarda qua, questo si fa così”. Prego. Prego, fate pure, non c’è problema, tutti devono imparare. Anche quello/a che ti fa un male bestia perché è ancora inesperto, o la ragazzina che al primo giorno di lavoro è più agitata di te, e se non fosse che ti trovi già in pieno baby blues ti verrebbe da rassicurarla. E infatti le scoppi a piangere in faccia senza vergogna, a una cui pochi anni fa avresti potuto dare ripetizioni per aiuto compiti, e lei imbarazzatissima a dirti ”signora non faccia così”.

C’è il delicatissimo momento dell’allattamento, c’è chi ci riesce e chi no: io no. Nei miei ricordi confusissimi, rivedo un sacco di mani sulle mie tette, e dato che proprio non ci riuscivo e lui strillava come un’aquila dalla fame, perfino quelle dei parenti della mia vicina di letto, non so davvero se solo donne o anche uomini.

Perdi ogni senso del pudore, a casa te ne vai in giro mezza nuda, coi capelli sporchi e il seno cascante.

Ti rendi conto che il tuo corpo è suo, ed è come il suo. Anche tu profumi di latte, rigurgitino e cacchina. Mentre lo guardi in quegli occhi dal colore indefinito e di una profondità mai sperimentata, senti che che la sua pelle è la tua pelle, perché lo hai fatto tu, perché è sempre appiccicato a te, perché avete lo stesso odore. Quando lo cambi capita che ti arrivi una gioiosa cascata di pipì in fronte, e non ti fa nemmeno un po’ schifo. Lo vigili, ormai grandino, mentre fa il bagno e ti compiaci per come ti sia venuto bene, proporzionato e bello, con due gambette belle proprio come le tue, quando erano belle.

Comincia a crescere e a camminare, ti usa come appiglio, sei sempre lì, sei sua. E mentre ti adatti all’idea che mai più il tuo corpo ritornerà come prima, che ormai per sempre dovrai indossare scarpe di una misura di più e abiti di due taglie in più, lui ti pesta i piedi per saltarti in braccio o si attacca alla tua manica per usarla come asciugamano o come fazzoletto.

Quando è malato ti usa come letto, cuscino, riparo, conforto. Ti porti dietro l’odore di acetone, quando miracolosamente riesci a staccarti da lui per fare una corsa in farmacia, talvolta anche quello di vomito.

Qualche volta ci provi, a dissimulare quelle brutte macchie brune ormai indelebili, con un po’ di fondotinta. Arriva lui tutto contento, mamma faccio io, ti spatacca la spugnetta dappertutto anche sui capelli e ti dice mamma sei proprio bella. Perché per lui SEI bella. La mamma è bella, belli i suoi capelli, non più così folti come quando era ragazza, fatti per giocare e per aggrapparcisi quando si fanno i capricci. Ti pettina, ti riempie la testa di curiose mollette, ti prepara fantasiose collane, prova perfino a limarti le unghie (mai farsi sorpendere in questa del resto rarissima attività: ti rubano l’attrezzo e ti fanno un male cane). E sai che questo durerà poco, che un giorno ti guarderà con un certo preadolescenziale fastidio, perchè lui fai presto a crescere quanto tu sei lenta a renderti conto che non puoi più chiamare la mamma, perchè la Mamma sei tu.

Anche il tuo cervello non è più lo stesso. Ci impieghi mezz’ora ad imbroccare un indirizzo e-mail, i trattini, le chioccioline, i puntonet, puntoit, puntocom continuano a confondersi e a sbagliare posizione. Ma ti tornano alla memoria canzoncine sentite più di trent’anni fa, e il polo della creatività incomincia improvvisamente a lavorare: ti scopri capace di improvvisare storielle assurde e rime improbabili, sequenze di parole inventate che lo fanno ridere di quella stupenda risata primordiale dei bimbi. Leggi le storie ad alta voce, alternando silenzi, ritmi accavallati, modulando le voci dei personaggi, quasi fossi uscita or ora da un corso di recitazione.

Lo hai contenuto quando cresceva dentro di te, ora devi contenere i suoi capricci, le sue paure, i suoi racconti, le canzoncine imparate all’asilo, perché poi te le devi ricordare. Contenere le sue crisi di rabbia perché non si faccia male. (La pediatra: non si preoccupi, è una fase che attraversano tutti i bambini, è fondamentale per la costruzione della loro personalità. – Lui ha di certo costruito la sua identità ma io mi sono distrutta la schiena!). Contieni la sua stanchezza del venerdì pomeriggio, quando dopo una settimana di asilo non ce la fa a camminare e te lo devi portare a casa in braccio. Devi affrontare i suoi dubbi e le sue curiosità, trovare spiegazioni ai suoi perché anche quando nemmeno tu te li sai spiegare.

Forse è perché devi contenere tutte queste cose che il tuo corpo è diventato così grosso e forte anche se pieno di acciacchi. Gli addominali, mai stati scolpiti in verità, sono del tutto scomparsi per far posto ad un ventre da matrona, hai braccie nerborute e muscolose che mai avrebbero potuto appartenere alla ragazza sottopeso che sei stata.

Questo è il periodo degli incubi e della paura dei mostri. Mille volte al giorno cerca le mie mani. Per addormentarsi ha bisogno di taaante coccole come fanno i Teletubbies. Nella notte urla perché ha sognato “qualquosa di spaventoso” e sono io a correre perché so che è me che vuole, il mio odore, il mio corpo che lui ha reso ampio e morbido. So cosa lo rassicura: devo sdraiarmi su un fianco accanto a lui, e non importa che sia quello dolorante. Devo posargli una mano sulla pancia e aspettare che si tranquillizzi. Penso a quanto possa essere triste un bimbo senza mamma o una mamma senza bimbo. E mentre torno nel mio letto mi sento stanca ma vorrei anche che tutto questo fosse eterno.

28 commenti:

  1. Ho letto un libro appena pubblicato da Cairo Editore, è l'autobiografia di Clara Rojas, quella che fu rapita dalle Farc assieme a Ingrid Betancourt, restò incinta di un guerrigliero, partorì nella foresta. Quando il suo Pupo aveva 8 mesi glielo portarono via, lo ritrovò tre anni dopo, finalmente liberata. Mi sono chiesta spessissimo negli ultimi giorni quanto potesse essere triste "quella mamma senza bimbo" e "quel bimbo senza mamma". Quel che ha scritto Irene si appoggia sulle mie riflessioni. Ancora grazie, Irene!

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  2. ok ok, ora che piango come la mettiamo??

    "Questo è il periodo degli incubi e della paura dei mostri."
    proprio stasera mi stavo chiedendo cosa fosse capitato perchè ogni sera piange disperato per la paura dei "brutti sogni" :(

    che senso d'impotenza, che cattiveria nel non volerlo portare nel lettone o solo prendere in braccio per non "fargli prendere l'abitudine" :'(

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  3. l'esperienza più grande che a una donna possa capitare è la maternità,la dottoressa che mi fece gli esami di controllo appena rimasi incinta mi disse che stava iniziando per me una splendida avventura ed è così che stò vivendo tutti i giorni il mio rapporto con Matteo,una fantastica avventura fatta di scoperte e di tanto amore un amore talmente grande che non credevo possibile!!!

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  4. Mamma mia che bello! A parte il peso (dopo le tre gravidanze peso meno di prima) per tutto il resto rimango senza parole, in un silenzio assenso! Anche io spessissimo mi chiedo come farei senza di loro e loro senza di me se mai mi succedesse qualcosa. In questo periodo della mia vita questo è il pensiero che mi accompagna con maggiore frequenza.

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  5. snif snif snif...ma com'è che oltre al corpo si è trasformata anche la tendenza al pianto? Sono una fontana da quando è nata Papera ! Però pure voi vi ci mettete !

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  6. Da condividere tutto.
    Il riso fragoroso e le paure irrazionali e quell'alzarsi appena piange perché "è me che vuole, il mio odore".

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  7. verissimo e toccante ...
    brava questa irene ...
    ciao paola

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  8. Bellissimo post. Io che non sono mamma vorrei tanto, prima o poi, rispecchiarmici.
    A.R.

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  9. Grazie per essere passat sul mio blog,dove parlavo di Wife in the North :-)
    a leggere questi post..mi viene una voglia di diventare mamma pure io!!qualche annetto..e mi piacerebbe concretizzare questo sogno..!
    Daniela
    www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com

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  10. Di solito leggo il tuo blog perché é cosí leggero su questo (talvolta) pesante mestiere di mamma, ma questo post mi ha fatto venire i lacrimoni, e penso al mio piccoletto di 15 mesi che appena dieci minuti fa si é addormentato con la 'sua' tetta (eh sí, perché é ancora sua, e se la mangia tutte le volte che vuole!)

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  11. cavoli, se lo dice anche l'esigentissimo giardigno non ci sono dubbi.

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  12. bellissime queste riflessioni sul corpo delle mamme. adesso, col secondo bimbo, mi sembra vinca sempre la stanchezza e la sensazione di non farcela ma allo stesso tempo è così forte il desiderio che non finisca mai e allora vorrei averli sempre così, i miei due pupi... è complicato, lo so, tremendamente.

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  13. wow! che bel fiume di parole, le ho lette d'un fiato...

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  14. sono diventata mamma il 3 agosto. Per la prima volta. E vorrei che tornasse per sempre il 3 agosto. Leggere queste parole mi apre il cuore, come quando (come ora) guardo la mia bimba dormire con la manina che stringe forte i suoi capelli...
    che meraviglia...
    Cris

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  15. ho due figli maschi di 19 e 14 aa, il primo l'ho avuto a 22 e ho condiviso tutte le sensazioni che descrivi molto bene
    e sono d'accordo, tranne che per una cosa...quando arrivano in fase adolescenziale, almeno i figli maschi, non ti guardano affatto con fastidio. tu SEI e rimarrai sempre LA donna + bella del mondo. forse perchè il fatto di essere madre ti fa accedere ad una dimensione di bellezza nuova, molto diversa da quella comune dell'essere donna, e uno degli aspetti di diversità fondamentali è che questa bellezza è destinata a non passare, a vivere per sempre anche dopo di te nella memoria dei tuoi figli. ma forse in qualche modo l'hai scritto anche tu, con parole diverse. ;)

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  16. Grazie Roberta, quello che dici mi rincuora! Il disfacimento fisico mi stava mettendo un po' di malinconia ;-)
    E grazie a tutti, soprattutto a Paola, naturalmente! Mi sono sentita un po' in imbarazzo, ma è davvero bello vedere quante persone condividono le tue sensazioni!
    P.S.: la lezione in piscina è andata benissimo, il mio pupo si è lasciato vestire dalla signora senza problemi e si è divertito un sacco. Io lo salutavo dalla postazione degli spettatori. Che bello!

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  17. ...sto piangendo.
    Grazie.

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  18. bellissimo bellissimo bellissimo post!

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  19. una sentita e autentica sintesi di ciò che sentiamo noi mamme e che spesso non riusciamo a spiegare. mio marito l'altro giorno mi ha chiesto "riesci a raccontarmi cosa provi per lui"? E io "no". magari gli faccio leggere questo post..

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  20. sono mamma da 5 settimane eppure mi sono identificata in tutto...

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  21. non potevi spiegarlo meglio... ora sono meno triste di avere il corpo "sfatto" ma più triste perchè questo periodo durerà così poco o meglio passerà trooooppo in fretta!!!
    mammina74

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  22. mi fa piangere (ed è vero che una volta mamme si piange facilmente, non solo in gravidanza e in post parto)...mi fa piangere perchè sembra siano le mie sensazioni essere mamma è un universo di emozioni incredibili e poterle leggere descritte così bene mi fa capire che le emozioni di madre sono universali! quell "è me che vuole" poi... quando dopo un anno di notti insonni (più la gravidanza, ma escludiamola dai lì era solo colpa della pipì) senti che il tuo corpo proprio non ha più un briciolo di forza per alzarsi ma non hai scelta...sta cercando solo il tuo odore... e tocca solo a te!!!

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  23. la mai Scricciola ha 3 mesi e 1 giorno oggi...avrei voluto "produrla e nutrirla" in modo asettico, ho scoperto che era improponibile, da un anno con gioia condivido con lei il mio corpo!

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  24. Bellissimo!
    Sto piangendo come una fontana!
    Condivido tutto!
    Complimenti, non avrei saputo esprirlo meglio!
    Gabriella

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  25. Credo sia un modo per consolarsi

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