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lunedì 29 marzo 2010

Era un giorno come tanti altri

Certe cose non si dimenticano

Poiché curiosamente ho un cospicuo numero di amiche e conoscenti vicine al parto, e mi pare di trascurarle un po', ripesco questo post dell'anno scorso (che ho anche pubblicato sul mio libro) per tornare, assieme a voi, sul tema.
Vedete la manina rosa? Il post partecipa a "Mamma che ridere", quindi scrivete, scrivete, scrivete, perché a) i vostri commenti verranno premiati e b) sono curiosissima di sapere quel che avete combinato in sala parto. Non dimenticate di lasciare un indirizzo email (potete scrivermi anche in privato)!

Prima della nascita della mia primogenita, detta “la Pupa”, avevo anche frequentato dei corsi. Il generico “preparto”, il rilassante “stretching per gestanti”, il noiosissimo “acquaticità in gravidanza”, un breve quanto inutile seminario “simulazioni di allattamento”. Mi ero anche documentata sull’esoterico canto carnatico, secondo il metodo di Frédérick Leboyer, che si rifà alle antiche tradizioni indiane e consiglia alle donne di utilizzare la voce, modulandola, per soffrire meno durante il travaglio.
Pensavo: sarà lungo ma sopportabile. In fondo non sono una che frigna.
Mi immaginavo il dolore come un’onda. Pensavo: se non cerco di resistere, se mi lascio trasportare da quest’onda, ce la farò senza grandi problemi. Il trucco sta nel passare attraverso l’onda, mi ripetevo.
Un sabato mattina verso le undici, tre giorni dopo la data presunta del parto, ho perso il tappo di muco di cui mi avevano parlato tanto. Sapevo che poteva precedere l’inizio del travaglio di pochi minuti come di due o tre giorni. “Ohibò!” ho detto. Dieci minuti dopo sono cominciate le contrazioni.
Tutti allegri e tranquilli – c’era anche mia sorella, che doveva solo accompagnarmi in auto ma poi è rimasta con me, preziosa doula improvvisata, fino alla fine – all’ora di pranzo siamo andati in ospedale. Mi hanno visitato: dilatazione un centimetro. “Signora, se vuole può andare a casa. È un primo figlio, ci vorrà del tempo”.
Ho fatto una smorfia. Il dolore aumentava. “Okay, vedo se c’è una camera libera”, si è convinta l’ostetrica.
Alle due mi hanno dato una stanza. Nel tragitto tra l’ascensore e il mio letto, in corridoio, mi piegavo ogni trenta secondi. Non che abbia mai provato, ma avevo la sensazione che qualcuno mi sparasse all’addome.

- (Infermiera, caustica, assistendo ai miei silenziosi contorcimenti): “Ehi, senti un po’. Se continui così non arrivi in fondo”.
- (Io, prendendo vagamente fiato): “Grazie, bengentile. È confortante”.
- (Infermiera, con l’aria di chi sa lunga): “A meno che…”
- (Io, speranzosa): “A meno che?”
- (Infermiera, allontanandosi lungo il corridoio mentre sghignazza): “A meno che il tuo non sia un parto pre-ci-pi-to-so!”.

Prima dell’arrivo della Pupa pensavo che non avrei chiesto l’epidurale. Volevo che il mio fosse un parto più naturale possibile, ma per prudenza avevo fatto comunque la visita preliminare dall’anestesista (“mi servirà solo in caso di complicazioni”, pensavo).
Alle tre sono entrata in sala travaglio, col fiato corto, urlando a centoventi decibel, “Epidurà! Epidurà! Epidurà!”. Alzavo anche la mano per attirare l’attenzione e riuscivo a pensare solo due cose: 1) Non riesco nemmeno a finire la parola “epidurale” e 2) Se incontro Frédérick Leboyer gli spacco la faccia.
L’epidurale non è arrivata. Dopo un veloce monitoraggio mi hanno proposto di fare il travaglio nella vasca. Ho detto sì e volevo tuffarmi subito, ma mi hanno fermato: “Aspetta almeno che ci sia l’acqua”. Quando finalmente è arrivato il momento mi ci hanno buttato dentro sollevandomi di peso. L’acqua calda rilassa all’istante i muscoli e lenisce il dolore. “Ohporcavaccacosìsiragiona”, ho detto. Tuttoattaccato.
Dopodichè, ho perso le parole.
Mi dicevano: “Respira lentamente”. Io ansimavo come un mantice.
Mi dicevano: “Calma”. Mi sembrava di non riuscire ad aprire bocca, ma mi hanno raccontato che ho morso. Prima il lenzuolo, poi il braccio di qualcuno.
Mi hanno tirato fuori dalla vasca, ogni tanto mi visitavano. Sembravo posseduta come nell’Esorcista. La dilatazione progrediva veloce. Troppo veloce per un primo figlio. Sei, sette centimetri. “Ehi, è troppo veloce persino per l’epidurale”, ha commentato qualcuno a un certo punto. “Non c’è pausa tra una contrazione e l’altra”, ha aggiunto qualcun altro. Ah, ah, avrei riso se mi fossi ricordata come si faceva. In quel momento ho pronunciato la mia prima e unica parolaccia. Una ginecologa di passaggio mi ha fulminato. “Non hai imparato niente al corso preparto?”. “In effetti no, signora. Non mi ricordo nulla”. Ed era proprio così.
(to be continued)


18 commenti:

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  2. durante i miei tre travgli, tutti al Buzzi e tutti senza epidurale perchè mi fa più paura del parto, mi son trovata a recitare mentalmente le avemarie a mò di mantra. dalle sale travaglio si vede il campanile della S.Maria di Lourdes che è la chiesa dove mi sono sposata. quel campanile: ogni volta che lo vedo ho una contrazione. Il terzo travaglio però è stato il più doloroso: travagliato in piena notte, in preda a paure ataviche, a un passo dal perdere la ragione..oltre alle doglie ho sperimentato i movimenti della bambina in travaglio, così avevo dolore senza pause e quando mi han dato lo zucchero è andata peggio perchè lei si è ringalluzzita e si muoveva ancor di più..questo per dirvi: a un certo punto mi sono accorta che al posto delle avemarie stavo recitando..l'eterno riposo!!!
    Se avrò un altro figlio, alla prima contrazione mi farò indurre il coma farmacologico!!

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  3. cara Paola, con un click mi si è cancellato il post. è la seconda volta che mi accade (la prima era un commento tempo fa in cui ti dicevo che anche io spesso penso a Concita.....ecco, te l'ho detto. il pensiero era + elaborato ma tant'è). allora, volevo dire: del resto Paola tu al corso pre parto non eri minimamente interessata ih ih ih!!!!(quello con la psaicologa). arrivavi, mi parlavi mentre io ascoltavo anche lei (io ascolto TUTTO - in effetti mi dico che dovrei essere + selettiva!) e la psaico ci riprendeva. ah ah!!(e io pensavo, la Paola - che dolcezza - mi fa tornare ai tempi del liceo, in cui ti riprendono se parli e in cui in 5° una prof voleva abbassarmi la condotta perchè, diceva, si vedeva che andavo a scuola solo x stare coi compagni...). una volta mi hai detto "questa qui mi annoia". e non ti ho visto +. la volta che ti ho visto era già nata la Pupa. Eri stupenda coi tuoi riccioli! una volta sei pure tornata a un incontro post parto del corso pre parto apposta x salutarmi: che bello!!!! adesso xò sto diventanto romantica + che divertente? (del resto il mio parto non è stato molto divertente...beh, qualcosa sì! ma questa è un'altra storia. scusa Paola ci hai chiesto di commentareil parto ma mi sei venuta in mente tu, tu e il mitico corso preparto)

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  4. é stato identico il mio parto!!!... prima ho fatto addiritura un fine settimana di respirazione con leboyer in persona..ero serenissima sicura di non aver bisogno di epidurale e niente....e quando sono cominciate le doglie !! miiiiii!! apriti cielo!! TERRORE NERO!!! e alla fine il travaglio é durato 4 giorni!! siamo andti 2 volte all'ospedale e dopo suppostina rilassante é passato tutto... poi alla terza volta mi hanno finalmente tenuto e dopo 15 ore ho sfornato la mia gigantina. Di respirare regolarmente non ci riuscivo minimamente.. ( e Leboyer l'ho mandato a quel paese anche io...) volveo fare parto in acqua e quando mi hanno detto che volevano preparare la vasca ho risposto che io da quel letto non mi sarei mossa (alla faccia del travaglio idilliaco che mi ero immaginata passeggiando per i corridoi della maternità per incanalare bene il nasciturno!!).. e poi finalmente epidurale che pero ha preso solo il lato destro....
    la seconda figlia grazie al cielo era podalica... bel cesareo programmato e via... a ridere e scherzare con i dottori in sala operatoria ... meglio che farsi riprenderedall'ostetrica che mi comaptiva che non avevo imparato a respirare!!...

    beffy2

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  5. Corso preparto? Leggenda metropolitana.
    Chi lo fa è convinta di avere il sapere nel palmo della propria mano ma una volta in sala parto....la mano si apre e il sapere vola via.
    Io piuttosto che fare l'epidurale andavo in centro a Bologna a piedi e che Carlotta ha fatto anche in fretta a nascere.

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  6. Alle 6 di lunedì mi svegliai x le contrazioni, xò le avevo avute x tutta la gravidanza (alla 14ma sett. pupina si mise a testa in giù e disse: “mamma sono pronta, quando lo sei anche tu fammi un fischio”, la gine prescrisse… di non fischiare e vasosuprina, dato che la piccola ogni tanto mandava perentori avvertimenti x sincerarsi che avessi capito) quindi anche se ero alla 39+3 mantenemmo la calma. Le contrazioni continuarono tutto il giorno, chiamai il papo: “forse è meglio se non perdi tempo a venire a casa,non vorrei ti perdessi ciò che attendi da quando al preparto l’ostetrica ci descrisse le fasi del parto ovvero… la perdita del tappo mucoso”.15 minuti dopo il suo rientro… lo chiamai a vedere… lo spettacolo. Questo il dialogo:
    papo: “veramente mi aspettavo qualcosa di diverso”
    io: “tipo cosa scusa?!?”
    papo: “qualcosa di più…”
    io: “di più… corposo intendi? tipo… sughero?!?”
    papo: “si, ecco, infatti!!”
    Vi assicuro che mio marito è molto intelligente quindi, viene da pensare: gli uomini ci mettono il massimo dell’impegno ma proprio non riescono a capire… le cose nostre!
    Alle 20 decidemmo di andare in ospedale, trattennero me ma mandarono via lui “in fondo è un primo parto, ci vediamo domattina” COSA?!?!
    Io avevo perfettamente in mente il corso preparto con l’ostetrica che diceva: “fra una contrazione e l’altra riposatevi, ci sono donne che si addormentano”. Ecco, non so chi siano queste donne ma le invidio, penso siano un mito, xchè anche io non avevo pause, avevo solo contrazioni più forti e corte o più deboli e lunghe. Le prime due ore cercai di convincermi che dovevo avere pazienza, che aveva ragione la specializzanda (che, anche se continuo a ripetermi che è impossibile, avrà avuto 15 anni, figurarsi se poteva sapere cosa vuol dire partorire).
    All’1 uno scambio di sms:“forse è meglio che fai un salto, sembra che pupina non voglia aspettare domattina” - “peccato, mi ero appena messo a letto, dopo aver visto l’ultima puntata di Lost e aver giocato con i videogiochi”. Grazie caro, sia x aver visto Lost senza di me che… x partecipare così attivamente al mio dolore.
    Il mio è davvero il miglior marito del mondo, tentò di sorreggermi rischiando gli spezzassi la schiena, di consolarmi rischiando gli spezzassi due dita, ma sua figlia non voleva sentire ragioni.
    Dopo 2 ore di urli la specializzanda mi consigliò una doccia calda, più x togliermi dai piedi che x velocizzare; quando temette che rompessi la doccia con cui, non avendo altro, me la prendevo, mi spedì in sala parto dicendomi: “guarda che sei già avanti, io fossi in te non farei l’epidurale”, grazie del consiglio cara, se non avessi quasi perso i sensi in quel momento forse me ne sarei ricordata, nel tragitto verso la sala parto, che non ricordo, il papo racconta che urlavo: “chiamatemi l’anestesistaaaa”. Gli toccò attendere un’ora fuori dalla sala parto xché quell’angelo di anestesista, non x colpa sua ma xché non vi era pausa fra una contrazione e l’altra, non riusciva a praticarmi l’iniezione spinale, quando ci riuscì mio marito fu riammesso all’evento, questo il primo commento:“avete fatto senza di me? sembri ad un aperitivo!” e si rilassò al punto da addormentarsi appoggiato al muro, mentre io chiacchieravo amabilmente con una specializzanda simpatica addetta a tenermi compagnia (o meglio, monitorare che non ci fosse bisogno di ossitocina, ma le contrazioni non si sono mai fermate, nostra figlia è troppo forte!).
    Quando venne il momento, la meravigliosa Angela mi disse: “ok, te la senti di fare due spinte in piedi?” e io… sboronissima (sbruffona, n.d.t.): “certo”, mi alzai e se non fosse stato x lei a sorreggermi sarei finita in terra altro che in piedi.
    Eppure ho trovato la forza di tirare fuori la piccola terremotino che ha arricchito la nostra famiglia, alle 8.08 di martedì mattina. La specializzanda aveva ragione, sarebbe nata solo la mattina dopo… x colpa dell’epidurale xò (unica colpa, un nobel al suo inventore non lo dovrebbe togliere nessuno!).
    soniabaciNO@SPAMinwind.it

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  7. ...in questi ultimi mesi ho riletto più volte i capitoli del tuo libro dedicati al travaglio e al parto e ho ripensato spesso al mio...cominciato cogliendomi un pò alla "sprovvista" una domenica pomeriggio che avevo dedicato alla visita in ospedale di una mia cara amica, (che aveva partorito il giorno prima!), e alle votazioni! Edoardo sarebbe dovuto nascere non prima di un'altra settimana e tutti mi dicevano, dai profani agli "specialisti", che trattandosi di un primo figlio avrei potuto aspettarlo anche molto di più e che in questi casi i travagli vanno per le lunghe, non c'era da preoccuparsi, in fondo avevo tutto il tempo che volevo, tanto valeva rilassarsi, mettersi tranquilla e godersi quelle ultime, meravigliose settimane di Primavera della mia vita prima di divntare mamma!.. col cavolo!!! quella domenica pomeriggio, dopo aver fatto il mio dovere di cittadina italiana, (c'erarano le votazioni!, mi sono decisa che era il caso di andare a casa e di mettermi tranquilla, come mio marito tentava di suggerirmi già da un pò: forse quelle che pensavo fosserosolo contrazioni preparatorie rischiavano di essere qualcosa di più!? possibile?!? continuavo a chiederemi...di già?!così presto?! e così via, fino a quando non mi sono decisa a chiamare in ospedale, e a chiedere delucidazioni ad una gentile ostetrica, la quale molto affabilmente mi risponde, testuali parole: "ma no signora, non si preoccupi, NON é ABBASTANZA sofferente, non può essere in travaglio! si faccia una bella doccia calda e si rilassi un pò!"...questo succedeva intorno alle 19.30 di quella stessa domanica sera; alle 22.00, oltremodo spaventata dal dolore di quel "non travaglio" e non riuscendo a fornirmi una spiegazione lucida di cos'altro potesse starmi capitando, mio marito mi convince a raggiungere l'ospedale, a suo dire per un controllino: "così almeno stiamo tutti più tranquilli!"...siamo arrivati in reparto senza valigia e senza documenti, (che per fortuna erano in macchina però!), beccandoci una serie variegata di rimproveri dall'ostetrica di turno: a quanto pare ero in travaglio, e come!!! nonostante avessi frequentato con seria attenzione e costante impegno, (arrivando a prendrere perfino appunti!), il corso preparto organizzato dall'ospedale, una volta arrivata al dunque non solo non riuscivo a ricordarmi quasi nulla, ma ero in uno stato di obnubilazione tale che cominciavo seriamente a dubitare esistesse qualcosa o qualcuno in grado di poter essere minimamente d'aiuto...e che si, forse sarei addirittura morta! dell'epidurale neanche a parlarne, "prima" l'avevo sempre rifiutata, e quelli dell'ospedale dove ho partorito io non riescono a ricordarsi la data delle tue ultime mestruazioni neanche se gli e le ripeti 10 volte in mezz'ora, ma che tu abbia detto "no, grazie" all'epidurale anche 2 mesi prima se lo ricordano prefettamente!!! per fortuna, nonostante abbia avuto il tempo di "delirare" dignitosamente per un paio d'ore, il tutto si è svolto abbastanaza velocemente, e "solo" 5 ore dopo essere entrata in ospedale il mio Edoardo è venuto al mondo, riportandoci anche me! poco dopo mi sono trovata a commentare che quella del parto e la relativa nascita di mio figlio, sia stata l'esperienza più incredibile, ma imprescindibile della mia vita...vorrei dire che adesso ripensandoci mi viene da ridere, e fino a poo fa in effetti era così...ma riflettendo sul fatto che fra 4 mesi mi "tocca" di nuovo, chissà perchè, all'improvviso non trovo più tutto così comico!!! pr sicurezza cmq mi sono iscritta nuovamnte al corso pre-parto...che stavolta serva a qualcosa?!

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  8. Dopo due giorni e due notti che avevo rotto le membrane finalmente il cesareo!!!
    L'ultimo giorno l'ho trascorso in sala travaglio con le flebo per indurre le contrazioni ma mia figlia manteneva un rigorosissimo silenzio stampa! Quando, sfinita dalle urla delle altre donne ho chiesto che la facessero uscire in qualche modo mi avranno indubbiamente presa per pazza!
    Cesareo con anestesia spinale, un chirurgo simpaticissimo ed un anestesista gentilissimo, che volevo di più? Ah, dimenticavo....e come sottofondo le canzoni degli Stadio!

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  9. @francileoludo: oh mamma adesso mi commuovo!
    ah poi devo fare un annuncio: la vincitrice del post precedente è stata Micol! brava Micol che mi scrivi sempre e che ora ti troverai sommersa di pannolini.
    appena usciamo da questo post con la manina vi racconto cos'ho combinato ieri sera, e cos'ha combinato il pupo. baci e continuate coi commenti!

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  10. Cara Paola, scrivere e leggere è terapeutico e un grande grazie va a te che offri un contesto favorevole! Sono stracontenta x i pannolini!! Con "gli euri" risparmiati mi comprerò dei bei rossetti (coi quali i figli scriveranno sui muri) e la crema rassodante!!
    Buona Pasqua a tutte.

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  11. è l'effetto che fa satana....

    buona pasqua

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  12. Il mio è stato un parto di quelli tutto compreso. Nel senso di travaglio fino a dilatazione completa più cesareo. Il tutto scatenato un paio di settimane prima dalla scadenza del tempo da una simpatica gastroenterite raccattata dai pargoli di un'amica. Più o meno è andata così: la mattina, tutta spavalda, me ne vado all'ospedale a piedi per l'ultima lezione del corso preparto. All'ora di pranzo già sto male: vomito. Nel pomeriggio la faccenda peggiora. Chiamo il ginecologo, che prudentemente mi consiglia una vista in ospedale, fosse solo per una flebo per evitare la disidratazione. Alla fine, intorno alle 21 mi arrendo. E col dottor Ross (mio marito), che si era beccato a sua volta il malanno, aveva la febbre a 38 e stava in piedi solo grazie alla tachipirina, mi sono avviata all'ospedale. A dir la verità non volevo neppure portare la valigia: ero convinta che non avrei partorito. Ma il prudente consorte ha insistito, e ha fatto bene. Lungo il tragitto, ho cominciato a ballare sul serio: la mia ostinata convinzione che i dolori alla pancia fossero conseguenze della gastroenterite si è volatilizzata rapidamente. Quando siamo arrivati in ospedale, sembravamo la corte dei miracoli: per prima cosa ci siamo persi. Poi, quando siamo finalmente arrivati al padiglione di ostetricia mi sono ostinata a salire le scale, con il dottor Ross che mi guardava come se fossi impazzita, a sua volta sorretto dal poco tè (deteinato, perché l'amico che ci aveva gentilmente fatto la spesa mentre stavamo male è un po' distratto) che aveva ingurgitato prima di partire. A quel punto le specializzande mi hanno spedito dritta filata in sala travaglio: mi sono trovata in una lettino piccino piccino, col tocografo sulla pancia e certe contrazioni forti e ravvicinate che hanno mandato a farsi benedire tutte le mie ambizioni di tirar fuori la tigre che è in me. Niente respirazione, niente di niente: unica consolazione quel galoppo che era il cuore del mio topolino, mentre all'ostetrica chiedevo in continuazione: fai smettere il dolore, fai smettere il dolore! Nel frattempo il dottor Ross, evidentemente sopraffatto, ciondolava su una sedia e si svegliava solo alle mie grida per ripetermi "respira, respira". Poi crollava di nuovo. In un battibaleno, dopo aver sbandierato ai quattro venti per mesi che avrei preferito evitare l'epidurale, mi sono messa a chiedere che me la facessero subito. A quel punto mi sono rilassata, ma al momento delle spinte i medici si sono accorti di un problema al coccige (non diagnosticabile prima, voglio sottolinearlo, perché sono stati davvero bravissimi) e ho dovuto fare il cesareo. Il che, porca paletta, mi ha impedito di fare la cosa che desideravo di più immediatamente dopo il parto: mangiare un panino imbottito di prosciutto crudo!
    topieco@gmail.com

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  13. Alle 18.30 circa del 31 dicembre scorso mi sono presentata all'ospedale, perchè... che diamine, era il mio secondo parto , mi ricordavo si qualcosina vi pare?.... anche se erano passati un pò di anni(9 per l'esattezza)Al pronto soccorso mi accoglie un medico simpatico come una colica renale acuta che dopo avermi visitata con un sogghigno idiota come la sua ironia proclama: " FALSO travaglio, signora vada a casa, questa sera MI DISPIACE DEVE CUCINARE LO STESSO IL CENONE DI CAPODANNO"..e naturalmente "prenda 2 buscopan e auguri" A tua sorella, volevo rispondergli.Sono tornata a casa dei miei e ovviamente ho fatto il giro intorno al tavolo dove c'era ogni ben di Dio per festeggiare l'anno nuovo in arrivo, dolorante ogni tre secondi mi alzavo da tavola come uno yo-yo...a questo punto mio marito mi guarda ( la mia bimba grande continuava a fissarmi da un pezzo) e decide di portarmi dinuovo all'ospedale.Quando mi hanno ricoverata il medico di prima,quello simpatico, non c'era per il cambio turno,non mi hanno neanche fatto andare in camera, e una volta in sala parto un'infermiera molto gentile mi ha chiesto: "signora forse non le sembrerà il momento ma devo sapere, se la bimba nasce come prima nata dell'anno nuovo ci firma le delibere per i dati personali?", io in preda ad una contrazione ho risposto: "chieda a mio marito in questo momento mi sento incapace di intendere e di volere" così quando l'ho guardato mi sono resa conto che si stava già pettinando per le foto.A mezzanotte tutti si scambiavano gli auguri di buon anno fuori impazzavano i fuochi d'artificio ed io soffrivo tanto tanto.All'01.15 è nata la mia seconda stella, non è stata la prima di Torino ma la terza....e stato un capodanno favoloso, come mai avrei immaginato...peccato per quel medico , speriamo che magari una colichetta...Engi,ciao a tutte le mamme

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  14. non ho capito cosa c'entra satana

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  15. daniela - narayan[at]email.it8 aprile 2010 alle ore 13:37

    Io dovevo fare il cesareo perché la Ciuccellona era podalica. Mi sono alzata alle 4 e mezza di mattina e con mio marito siamo andati a prendere il treno destinazione Milano, ospedale Mangiagalli. Alle 7 ero lì, digiuna, depilata, un po' stanca ma pronta all'intervento. Ecografia di controllo: Ciuccellona si era girata e non avevo quasi più liquido. Si va con l'induzione del parto. Primo giro di gel, ehi, penso, non sento quasi niente, queste contrazioni sono uno scherzo, se va così sono a cavallo. Qualche ora dopo, e siamo verso le 18 (credo), secondo giro di gel. Un male che non ci potevo credere. Riuscivo a stare solo in piedi, o piegata a 90 gradi con la testa contro il muro quando arrivava una contrazione. Solo che ogni tanto dovevo fare un monitoraggio. "Vieni, cara, stenditi che facciamo un po' di monitoraggio", diceva l'infermiera. "Col (biiiiip) che mi stendo, lo faccio in piedi o te lo scordi!" ululavo io con grande imbarazzo del consorte. "Ha molto male, sa", diceva il poverino rosso di vergogna. Comunque i monitoraggi li ho fatti tutti in piedi.
    Quando dopo non so più quante ore ho sentito il ginecologo sentenziare che ero arrivata a ben due centimetri di dilatazione ho iniziato a supplicare chiunque per avere un'epidurale. Peccato che quella sera e quella notte tutti bambini di Milano e dintorni avessero pensato di venire al mondo alla Mangiagalli, e anche quando mi hanno finalmente portata in sala parto dell'anestesista nemmeno l'ombra. Sono arrivata a 5 centimetri e mezzo seduta sull'angolo del letto mugolando solo "Aiutatemi". Poi è arrivato lui. Un sogno, una visione. L'anestesista. Tutto è cambiato. Ho guardato mio marito e mi sono addormentata di schianto fino ai fatidici 10 centimetri. Ora di spingere. Mi ci sono applicata parecchio e comunque ho benedetto il momento in cui una delle mille persone che al momento fatidico affollavano la sala parto ha pensato di aiutarmi salendomi sulla pancia e spingendo insieme a me. Dopo 24 ore dalla sveglia del giorno prima è nata Lisa. Ho fatto la domanda più gettonata del mondo in sala parto ("Sta bene?") e ho pensato che alla faccia di tutto quel che raccontano sul fatto che poi il dolore te lo dimentichi, io non me lo sarei scordato mai. Oggi che la Ciuccellona sta per fare 10 mesi la penso ancora così, comunque un secondo pupo lo farei anche subito, ma per stare tranquilli il catetere dell'epdidurale me lo faccio mettere il giorno del test di gravidanza.

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  16. daniela - narayan [at] email.it8 aprile 2010 alle ore 13:39

    Scusa, m'è partito un invio multiplo e non so più quanti commenti ho mandato, scusa davvero!

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  17. Anche io fino all'ultimo non ho avuto per niente paura del parto, ed ero convinta che "ok, farà male, ma ce la farò!"

    Cronometro e agendina alla mano, quando le contrazioni sono state ogni 2 minuti ho svegliato mio marito e sono andata a piedi all'ospedale (che sta a 10 minuti...)
    mi visitano e sono già dilatata di 5 cm-

    "dai, non fa poi così male" mi dicevo

    due ore dopo l'epidurale non arrivava (anestesista impegnata)
    e io piangevo come se mi stessero picchiando!!!

    "quelle che si addormentano tra una contrazione e l'altra" molto probabilmente sono stata una di loro: ma non dormivo, perdevo conoscienza, svenivo! le ostetriche mi urlavano nelle orecchie e io non me ne accorgevo.

    dopo 6 ore arriva l'epidurale, e da un momento all'altro rido e scherzo con il personale ospedaliero-

    poi è il momento di spingere e sento ancora un gran male... scopro con sgomento che l'anestesia era un momento circoscritto...

    quando mi hanno appoggiato la bambina sul petto non me ne sono neanche accorta-
    mi sentivo come un investito sul ciglio della strada. investito da un Tir, per la precisione.

    mio marito piangeva, io piangevo,
    ma non di gioia: di esaurimento "grazie a dio è finita" pensavo, e ringraziavo gli Dei.


    Ma invece no!!! mi dovevano ricucire tutte le lacerazioni, ma io non avevo più l'effetto dell'anestesia!
    "è impossibile che tu senta male cocca, ora stai ferma!" sentenzia l'ostetrica-
    mi tenevano le gambe aperte in 3 e io urlavo e piangevo peggio che durante il travaglio!
    a questo punto l'anestesista, mossa a pietà, quasi di nascosto mi ha fatto un'altra pera in vena.. ma ormai mancava solo l'ultimo punto-

    per tre msi sono stata devastata là sotto, ma sono l'unica che ha sofferto così per i punti?
    io spero vivamente che col secondo parto ci si laceri di meno...

    i primi mesi con la bambina li ho passati tipo reduce, ero sconvolta mentalmente e psicologicamente.
    Da quel giorno il mio animale-totem è il canguro, che partorisce il cangurino quando è lungo pochi cm (anzi, esce da solo, si arrampica e si sistema da solo nella comoda tasca!)

    invece per noi è più qualcosa "tipo partorire il galeone dei pirati" ha detto qualcuna ;D

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  18. http://ilmondodipotolina.blogspot.com/2011/01/cronaca-di-un-travaglio-delirante.html

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