Neomamme, ovatta e coccinelle gialle
Mi ha scritto Irene, in un commento al post precedente: "Cara Paola, 'perdita, abbandono, passaggio': hai toccato un nervo - sciatico - scoperto, mi hai fatto commuovere".
Carissima Irene, sei tu che hai fatto commuovere me, e siccome il tuo commento è bellissimo mi permetto di dargli il risalto che merita, trasformandolo in un post, e ti ringrazio tanto. Eccolo:
Mio figlio Giorgio adora contare, e all’asilo ha un gruppetto di amici. All’inizio erano 4: Pier, Riccardo, Gabriele e Andrea. Poi si è aggiunta una femmina, Chiara, e sono diventati 5. Poi Pier si è trasferito a Bari, e sono diventati 4, ma poi in rapida successione si sono aggiunti: un’altra femmina, Martina, quindi 5, e poi addirittura un 'verde' (un 'grande'), Michele, e quindi adesso sono 6.
Pensavo che avresti a stento notato l’assenza di Pier, siete così piccoli. Non ti ricordi nemmeno uno dei bimbi del nido. Invece è passato più di un mese e mi racconti: 'Pier aveva la voce piccola (trad.: acuta) e mi chiamava Zoggio'.
Pier aveva un bel gioco, che si chiamava l’acchiappafarfalle di WinniePooh. Pier ti voleva sempre dare un pezzo della sua merenda all’uscita dell’asilo, tu che sei un noto schizzinoso la respingevi e lui ci restava male. Poi ti chiedeva, vieni a giocare a casa mia Zoggio. Io e la mamma di Pier stavamo timidamente gettando le basi di un’amicizia: mentre voi pasticciavate con i colori a dito e sperimentavate il volo a pesce sul divano, noi ci confidavamo e ci scambiavamo consigli.
Vedi, per i grandi non è facile aggiungere un nuovo amico ai pochi che gli anni e le scadenze quotidiane ci lasciano, né basta un giorno per poter dire di avere un amico in più in lista. E sicuramente pensavi a Pier che aveva appena avuto un fratellino, quando l'altro giorno mi hai detto, 'mamma, vorrei anch’io un fratellino'. Io – apprezzando il vorrei – con un minuscolo magone ancora presente chissà dove ho provato a spiegarti che i bimbi prima di essere bimbi sono desideri nel nostro cuore, e che i fratellini li manda il cielo, noi li possiamo desiderare, a volte arrivano e volte no, noi non possiamo sapere cosa succederà.
'Mamma, adesso ti spiego una cosa: sai perché Pier ha cambiato scuola? Perché il suo armadietto non ha più il nome scritto sopra, ma la coccinella gialla c’è ancora'. Hai un po’ invertito il nesso causa effetto, ma il concetto ti è chiaro. Il nome non c’è. E la tua mamma si sente un pelettino (tua nuova espressione) più sola. Tu non sei più un neonato. E io non sono più una neomamma senza età, immersa in una fragile bolla ovattata di sonno, che gioca ad accudire la sua bambola più preziosa. Sei un bambino, e cominci a riflettere, a ragionare e a scoprire insieme alla tua mamma non più tanto giovane, dotata di un odiosissimo nervo sciatico, che le cose sono, o potrebbero essere. Poi qualcosa cambia, e non sono più.
Ho traslocato su erounabravamamma.it
Vi aspetto!
venerdì 8 maggio 2009
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Quando hai la tua "bambola" non vedi l'ora che cresca, che parli con te e poi rimpiangi quei giorni in cui accettava tutto senza opporsi, senza i "NO" urlati, senza le ribellioni.
RispondiEliminaIo con il secondo ho cercato di assaporare meglio le varie fasi della crescita, senza fretta... non cambia nulla, il tempo passa comunque ma forse ti resta qualcosa di più!
Avere tra le braccia il terzo neonato- la bambina finalmente!- da tre settimane, godersela il più possibile assaporando ogni istante, gioire dei suoi primi sorrisi e della sua crscita, ma averne già nostalgia..immergersi in questa bolla dal profumo di "galatina"..
RispondiEliminai figli mi rendono più consapevole del tempo che passa, la voglia di sentire le sue prime parole (cosa risponderà ai fratelli che le dicono "bella topa"?) è sempre accompagnata da quel senso di malinconia.
ok si può sempre sperare di averne un altro, ma poi un giorno arriverà la menopausa..speriamo di avere tanti nipoti!!