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giovedì 19 marzo 2009

Diventare mamma

Tutte le strade portano a te
Ci sono domande sciocche, inutili e crudeli. Domande che non andrebbero mai fatte. Eccone una: “La maternità è l’esperienza più bella della tua vita?”. Provate a rispondere qualcosa di diverso da “Oh, certo, è la cosa migliore che mi sia mai capitata”.
Pensateci un momento: frasi come “Be’, diciamo la seconda in classifica, dopo l’anno di studi a Barcellona all’università”, o anche solo “Credo di sì, ma mi prendo un po’ di tempo prima di dare un parere definitivo” vi appiccicano immediatamente addosso l’etichetta di Pessima Madre.
I segnali dal mondo fuori non lasciano spazio a dubbi interpretativi: noi neomamme dobbiamo essere felici, ringraziare la sorte benigna perché ora abbiamo un bimbo; in Italia, paese da anni inchiodato al triste numeretto di 1,3 figli per donna o giù di lì, c’è chi ne fa due ma pure chi ne fa zero. Quindi, non tutte possono sperimentare la nostra stessa gioia.
Ma cosa rimane davvero, dopo una nascita, di quello che abbiamo tanto a lungo sognato durante l’attesa? Cosa resta nell’aria dopo che la polvere si è posata - dopo le prime, confusissime ore trascorse in ospedale a passeggiare su e giù tra la stanza e la nursery, a ricevere orde di parenti e amici in visita, tra prove di allattamento, sedute collettive di cambio pannolino e riflessioni improbabili, da “E se me l’hanno scambiato in culla?”, a “Sono stata io?” oppure, più semplicemente, “E adesso?”

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