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mercoledì 18 marzo 2009

D-DAY (IL GIORNO DELLE DOGLIE)/1

Fare un figlio è come lanciare nel mondo un amo a forma di punto interrogativo. Bisogna essere preparati, raccomanda qualcuno. Per fortuna e purtroppo, per quanto impegno ci si metta, in realtà non si è mai preparati abbastanza: né a metterlo al mondo, né ad allevarlo quando sarà nato. Ci si sforza di informarsi, confrontarsi, di mettere in fila i pensieri, di prendere le misure. Ma quel che si crede prima non corrisponde mai a quel che sarà dopo.

Eppure avevo letto un’infinità di manuali. Parlato più volte con tutte le amiche che ci erano già passate. E scrupolosamente interrogato mia mamma, che oltre a me ha partorito naturalmente due gemelli. Podalici.

- (Io): “Mamma, come è stata la mia nascita?”
- (Mamma): “Un travaglio lunghissimo. Almeno ventiquattr’ore, forse di più. Sei nata alle due e mezza del mattino. Dall’ospedale ho telefonato a tuo padre, che era rimasto a casa. All’epoca” (= quando gli indiani ancora assalivano le diligenze) “non era frequente che gli uomini assistessero al parto”.
- (Io): “E cosa gli hai detto?”
- (Mamma): “Niente, che avevo voglia di fare due chiacchiere. Lui continuava a chiedermi: è successo qualcosa? E io gli rispondevo, per prenderlo in giro: mannò, che cosa vuoi che sia successo. Poi non ce l’ho fatta più. Sono scoppiata a ridere e gli ho detto: è nata Paola”.
- (Io): “Hai sentito tanto male?”
- (Mamma): “Umpf”.
- (Io): “In che senso, umpf?”
- (Mamma): “Nel senso che poi te lo dimentichi”.
- (Io): “Ah. E la nascita dei gemelli?”
- (Mamma): “Eh, quella sì che è stata divertente. Avevo un pancione enorme. Quando mi sedevo mi arrivava alle ginocchia”.
- (Io): “E cosa c’è di divertente?”
- (Mamma): “Be’, all’epoca” (= quando i treni ancora andavano a vapore) “non si facevano le ecografie. Il mio ginecologo era una capra e non ha capito che la mia era una gravidanza gemellare. Mi diceva: signora, sento due battiti, ma uno è sicuramente l’eco dell’altro. Io insistevo: guardi che nella mia famiglia ci sono stati dei gemelli, guardi che sento calci e pugni dappertutto, o ho in pancia la Dea Kalì oppure questi sono due. E lui: signora, non faccia scene. È uno solo ma è molto grosso”.
- (Io): “Allora che hai fatto?”
- (Mamma): “Quand’ero di otto mesi e mezzo non riuscivo neanche più a entrare in macchina. Mi ero proprio stufata. Così, sapendo di avere una dilatazione passiva del collo dell’utero, una mattina che il mio ginecologo non è di turno mi presento in ospedale. Dico: ho le contrazioni. Mi visitano: signora, lei è dilatata, è entrata in travaglio. E mi ricoverano”.
- (Io): “Cioè, li hai imbrogliati?”
- (Mamma): “Sì. E siccome le contrazioni non c’erano a un certo punto l’ostetrica mi tasta tutta la pancia per capire come va e dice: ma signora, qui dentro ce ne sono due. Mi fanno una radiografia e arriva la conferma, sono gemelli. Mi danno un po’ di ossitocina, poi per farli uscire cominciano a saltarmi sulla pancia, letteralmente. Sai, erano girati tutti e due di piedi”.
- (Io): “Quindi hai partorito due gemelli podalici prima del termine, grazie a un bluff e senza cesareo?”
- (Mamma): “Sì, ed erano anche belli cicciotti. Non ti dico come ci è rimasto male il ginecologo capra, quando l’ha saputo”.
- (Io): “Ma hai sentito molto male?”
- (Mamma): “Bof”.

Con poche variazioni, è così che mia mamma – negli anni – mi ha sempre descritto i suoi parti. Aggiungendo ogni volta, alla fine, il commento: “Comunque è stato bellissimo”.
Credo che l’atteggiamento con cui noi ci prepariamo alla nascita di nostro figlio – più o meno serene, ottimiste, fiduciose – dipenda in larga misura da come nostra madre l’ha vissuto, e da come ce l’ha raccontato. Non che faccia la differenza, una volta al dunque: per quanto s’illuda, nessuna donna è mai davvero pronta. E in fondo il bello è proprio questo.

5 commenti:

  1. Paola, grazie, il blog è bellissimo e utilissimo, anche a risvegliare qualche ricordo sopito.
    Ho amato molto il racconto dei parti della tua mamma.
    Sono molto curiosa di leggere il libro.
    Un abbraccio affettuoso dalla tua compagna di pancia (la tua prima, la mia unica).

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  2. grazie a te frensis! che bello leggerti. riscrivimi e torna spesso a trovarmi. aggiorno di continuo. a presto

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  3. da gemella (quella citata nel racconto della madre alla figlia), devo dire che pur trattandosi di parto podalico con annesso bluff ginecologico, io e il gemello siamo venuti fuori sani e divertenti. l'unico problema è che abbiamo un cervello in due, ma quello indipendentemente dal tipo di parto.

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  4. NON E' VERO che avete un cervello in due. Vi ho dotati di ogni bendiddio.
    smettetela di diffamarmi figli degeneri.
    siete belli e bravi e intelligenti e pubblicamente affermo che mi piacete e sono orgogliosa di voi tre figli.

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  5. Ecco...miracolo della radio, scopro l'esistenza di questo blog (e del libro): inizierò proprio da qui, dal primo post!

    Cris, in attesa della prima pupa (se il ginecologo non si e' sbagliato)

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