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domenica 25 ottobre 2009

Prima di avere figli

Una volta, a Londra, nella mia vita precedente

Non ve l'ho mai detto, ma nella mia vita precedente mi è capitato di frequentare delle rockstar. Dieci anni fa uno di loro mi ospitava a Londra, e una sera mi ha portato in con sé in un locale semibuio di Chelsea. Niente di trasgressivo, anzi: i presenti sedevano tutti attorno a un tavolo con l'aria depressa, sorseggiando roba triste come succhi di mango o ananas. All'epoca i "rehab" per la disintossicazione non erano tanto di moda, ma gli Alcolisti Anonimi esistevano eccome: il mio amico ne faceva parte, ed ecco perché siamo finiti lì.
Il mio amico mi ha presentato il tizio che mi sedeva accanto. "Paola, Nick. Nick, this is Paola", "Nice to meet you", eccetera. Dopo i convenevoli il tizio se ne è rimasto lì in un angolo, pallido e ingobbito, a biascicare frasi di circostanza a voce bassa. E io nella penombra a pensare che era orribilmente noioso, e a pregare che arrivasse qualcuno a salvarmi, finché il mio amico, quello che mi ospitava, mi ha chiesto: "Ma Paola, Nick è famoso anche da voi in Italia?" e in quel momento, folgorazione, mi sono data dell'idiota. Gli ho parlato per un'ora e non ho capito che era Nick Cave.

In tutti questi anni mi è capitato di ripensare, ridendo, alla mia stoltezza. Poi l'altra mattina ho incontrato di nuovo Nick Cave, che non vedevo da allora. Era di passaggio a Milano per un concerto e un reading, e l'ho intervistato per tre quarti d'ora nelle viscere ovattate di un hotel di lusso. Ha scritto un libro molto bello (La morte di Bunny Munro), e abbiamo parlato a lungo di quello, e poi dei bambini - il protagonista del suo romanzo ha 9 anni - e poi anche dei figli, miei e suoi. Proprio quella mattina, la Pupa mi aveva dipinto le mani di stelle, cuori e soli color fuzzia. "Those homemade tattoos are very nice", mi ha detto Nick. L'ho ringraziato da parte della Pupa, poi tra me e me ho considerato che avevo cambiato idea su di lui, e che non è orribilmente noioso, anzi. Ho considerato anche che le cose in un locale semibuio di Chelsea sembrano diverse da quello che sono in realtà, e poi che avere dei bambini ti cambia la prospettiva; io per esempio a volte provo nostalgia per quei tristi succhi di mango e per ciò che rappresentavano, e chissà se anche Nick Cave.

mercoledì 21 ottobre 2009

Dialoghi mattutini

Mi dispiace, devo andare

"Buongiorno, Pupa. Ti ho portato il lattino. Hai fatto una bella nanna?"
"Sì, ho sognato che andavamo a Treviso a casa di Bau" (Mike Delfino) "e c'era nonna Giunilde, anche detta Mamma di Bau, e lo zio Enrico, anche detto Enrì, e Giàina, anche detta sorella di Bau. La casa di Treviso mi fa andare giù con la testa".
"E cosa facevamo a Treviso?"
"Andaviamo tutto il tempo in altalena e se pioveva stavamo in casa e saltaviamo dal divano al tavolo".
"Che bello. Chissà com'era contenta la Mamma di Bau. E c'era anche il fratellino?"
"Sì, ma era un lemure di Madadascar e si chiamava Mortino".
"Lo menavi anche nel sogno?"
"No, però gli faceviamo tutto il tempo CiccioPernacchia. E lui rideva come Pippo: gosh, gosh, gosh".
"Mi sembra un sogno bellissimo. Speriamo che quello della prossima notte sia altrettanto bello".
"Sì, ma io vado a dormire dalla Nonna Mao, quindi lo racconto a lei".
"Ah, vai a dormire dalla Nonna Mao?"
"Sì, mi sono già messa d'accordo. Ci resto DUE giorni" (facendo il segno di "tre" con le dita della mano).
"Ah cavoli, Pupa, ci resti tanto tempo. Ma sei sicura che la Nonna Mao lo sa? Perché vedi, io non lo sapevo".
"Sì, Mamma Mao, l'ho già avvisata."
"Ah. Che bambina indipendente. E non sentirai la mia mancanza?"
"Eh, stavolta no. Qualche volta anche i bambini devono andare lontani dalle loro mamme. E poi, anche la casa della Nonna Mao mi fa andare giù con la testa. Adesso scusami, ma devo fare un fiume di pipì".

venerdì 16 ottobre 2009

Bambini e primi freddi

Anche gli scaldasalviette hanno un cuore

Tutte le sere prima di crollare priva di sensi penso con una punta di rammarico che avrei dovuto/voluto aggiornare il blog e che un'altra giornata è passata. Ieri sera l'ho pensato più intensamente del solito e ho giurato a me stessa, al pupazzo di Barbottina e alla Pupa addormentata che oggi avrei posto rimedio alla cosa, ed eccomi qua - peraltro con nuovo, inaspettato materiale.
Ieri sera Mike Delfino era via per lavoro. Va in trasferta più o meno due volte all'anno e ogni volta succede qualcosa. Non pensiate che non partiamo preparati: per l'occasione arruoliamo la Nonna Mao, che viene a dormire nel letto della Pupa (che è come questo qua). Il Pupo, poveretto, resta da solo nella sua stanza e io mi infilo la Pupa nel lettone. Piace a lei ma soprattutto a me posarle la mano, durante la notte, sul minuscolo e morbido fianco e mantenere il contatto più a lungo possibile.
Peccato che ieri si siano verificati due problemi:
1) il riscaldamento nella casa-cantiere non è partito.
La palazzina è nuova di pacca, ci sono i pannelli solari e un sistema fichissimo, autonomo, di nuova generazione, efficace, efficiente, dai consumi ridotti. Coi primi freddi ho invocato a gran voce il volonteroso Riccardo, l'Idraulico del Cantiere, che è rimasto da noi fino alle otto e mezza di sera, poi si è dichiarato soddisfatto: "Ciao, signora, ci vediamo domani". "Grazie Riccardo, gentilissimo. Allora è tutto a posto?". "Sì, non ti preoccupare". "Ma perché lo scaldasalviette del bagno arancione pompa come un dannato nonostante io abbia abbassato il termostato?". "Perché non se n'è ancora accorto". "Ma chi? Lo scaldasalviette?". "Sissignora, che ti credi. Pure loro ci mettono un po' a capire le cose".
Alle undici, poco prima di andare a letto, ho realizzato che lo scaldasalviette era ancora rovente. Roventi pure le mattonelle del bagno arancione. Nel resto della casa tutto taceva (per una volta, bambini compresi).
Durante una delle numerose sveglie notturne (cfr. punto 2) ho realizzato che anche nel bagno blu, quello del piano di sopra, sembrava di stare in una sauna. A spanne ho calcolato che tra toilette di sopra e di sotto solo un diciassettesimo della casa era riscaldato, e mi son detta: buttasse male, metterò i bambini a dormire nella vasca.

2) La Pupa si è ammalata! Stavo giusto considerando che quest'anno, all'asilo, non aveva ancora preso neanche il raffr... e ieri sera, ecciù. Arcisorbole, ho pensato, con tutto l'Oscillococcinum che ingurgitiamo spero almeno che guarisca in fretta. Ma la notte scorsa mi ha preso a botte tutto il tempo, girandosi e rigirandosi come un involtino nel letto durante il suo agitatissimo sonno. Pim! Pum! Patapàm! Stamattina mi sono alzata pesta, e non era solo stanchezza. "Pupa, oggi niente asilo. Sei malata". "Evviva!". "Però non devi menare il fratellino". "No, mamma, lo tempesto di baci". "Ok. Non troppo, però, che hai il raffreddore". "Sì, ma non ti preoccupare. Con i muscoli che ho, ce la faccio lo stesso. Tipromètto che non mi stanco, di baciarlo".
Quando il Pupo ha starnutito la prima volta stavo uscendo per venire al lavoro. Non mi sono voltata.

martedì 6 ottobre 2009

Non ci posso credere!

Ristampano il mio libro!
Scusate per l'abuso di punti esclamativi, di solito non ne uso, ma questa volta mi sembravano azzeccati. Mi hanno appena comunicato che ristampano il mio libro! Sono felicissima! E' una notizia meravigliosa! Evviva! Per l'occasione, eccovi il testo di una canzoncina che piace molto al Pupo:
"Battiam battiam le mani/ Arriva il direttore, battiam battiam le mani/ All'uomo di valore, gettiamo tulipani/ E un mazzolin di fior, cantiamo tutti in coro, evviva evviva/ ed un topino d'oro doniamo al vincitor".
In realtà l'originale (si tratta di un brano di Gino Latilla, del 1954) recita "Ed unacoppa d'oro doniamo al direttor", ma la Pupa ha voluto modificare il testo per il suo fatellino. Purtroppo su internet non ho trovato link per farvene sentire l'audio, ma spero che alcuni di voi la conoscano: è una canzoncina che mette sempre di buon umore sia i Pupi che i genitori, e che canterò di qui a sera, per festeggiare! Evviva, evviva, e grazie a tutti per il sostegno!