Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare
(Disclaimer: questo post non fa ridere. O quasi) Nel frattempo è successo che sono andata e tornata da Barcellona proprio nei giorni in cui il mondo si interrogava con orrore su quell'aereo caduto e su quelle povere persone. La cosa agghiacciante è stata che abbiamo tutti - io, e i miei compagni di viaggio - tirato un sospiro di sollievo quando abbiamo saputo che era successo per via del maledetto pilota. E da allora ci penso e non riesco a ricacciare indietro un senso di disagio misto a colpa e imbarazzo e gratitudine perché a me non è toccato.
Che non merita nemmeno due colonne su un giornale Stamattina come tante mattine ero davanti a scuola a chiacchierare e qualcuno ha detto: «Occhio che ci sono in giro gli orecchioni». Una mamma: «Speriamo che mio figlio li prenda prima di diventare grande, ché altrimenti diventa una malattia pericolosa». Io: «Ma per la parotite (nome scientifico degli orecchioni, ndr) ci si vaccina». Lei: «Ma io sono contraria ai vaccini. Cioè, non a tutti. I vaccini vanno bene per le malattie gravi tipo meningite. Per orecchioni e morbillo invece no. Queste sono malattie che ci sono sempre state, dunque vuol dire che farle ha senso».
Se tu te la sei voluta allora non importa niente Fino al 1980, quando si è diffusa la vaccinazione contro il morbillo, la malattia uccideva una media di 2 milioni e mezzo di bambini ogni anno (la fonte diretta è Wikipedia ma tutti gli studi scientifici confermano questo dato). Nel 2012 il morbillo ha ucciso 122.000 persone in tutto il mondo. Prevalentemente bambini sotto i cinque anni. Purtroppo è in aumento il numero di chi decide di non vaccinare i figli. È un trend. Una moda. In che senso fare il morbillo ha senso?
Ma se tuo padre lo sapesse qual è stata la tua colpa Un vero legame diretto tra vaccini e malattie come l'autismo non è stato mai dimostrato. Molti genitori di bambini autistici affermano che lo sviluppo dei loro figli era normale finché non hanno fatto i vaccini all'età di circa 18 mesi. Il punto è che l'autismo in genere insorge a quell'età. Proprio poco dopo l'inoculazione dei vaccini. Si tratta di una concomitanza temporale, non di un rapporto causa-effetto. Ma molte persone, come la mamma di stamattina, sono convinte del contrario, anche per colpa di uno studio famoso (Wakefield) che poi fu dimostrato falso.
Lui, che quando tu sei nata mise via quella bottiglia Se vi state annoiando, sappiate che vorrei poter dire altrettanto. Invece mi arrabbio moltissimo, soprattutto perché so che non riuscirò mai a convincere le mamme come quella che ho incontrato stamattina. Noi in casa siamo dei vaccinisti sfrenati. E mentre ero a Barcellona la Piccolissima ha ricevuto l'ultima dose dell'esavalente. Mike Delfino mi ha raccontato che ha riconosciuto il Centro vaccinale fin dalla strada, e che per farle l'iniezione hanno dovuto tenerla in tre. Un effetto collaterale c'è stato: non ha rivolto la parola a suo padre per più di un'ora, fin quando cioè lui non l'ha lasciata al nido, tra le braccia amorevoli delle maestre.
Se solo immaginasse la vergogna Quel che non vi ho ancora detto è che mi sono iscritta all'università. Un altro piccolo impegno che si somma a un lavoro (ancora) a tempo pieno, alla cura della casa, dei figli, ogni tanto anche di Mike Delfino. In attesa che mi stampino al primo esame (tra un paio di settimane circa) mi barcameno come posso. Studio nei ritagli di tempo, rinuncio al riposo, dimentico appuntamenti dal dentista. Per fare prima andiamo a scuola in bicicletta: oggi ho investito il polpaccio di un cinese che mi ha tagliato la strada scendendo all'improvviso dal marciapiede. «Ti ha detto una cosa che credo significhi "imbecille"», mi ha spiegato la Pupa, didascalica.
Era fiero di sua figlia Sono intanto orribilmente orgogliosa dei bambini. Il Pupo e la Pupa crescono e mi sono vicini, complici. Mike Delfino queste sere sta facendo tardissimo al lavoro e loro si mettono a letto quasi da soli. Vi ho già detto che il Pupo ha paura: dei mostri, del buio, dei mostri, del buio. Ieri allora li ho baciati a lungo e poi, mentre uscivo dalla stanza, ho sentito la Pupa che gli diceva: «Guarda che se vuoi c'è la mano» (lui ambisce a tenergliela stretta per addormentarsi, nell'oscurità). Gliel'ha sussurrato con un tono tenero e caldo, dentro le sue parole non c'era giudizio ma solo amore e comprensione. Ho pensato che era come se gli stesse dicendo: «Ehi, guarda che c'è l'autobus per il mondo dei sogni». Ho pensato che davvero sarei disposta a ipotecare casa se qualcuno mi dicesse che anche da grandi saranno così. Molto forti, incredibilmente vicini.
Soundtrack: È stata la mia carissima amica - colei che mi ha aiutato a far nascere la Piccolissima, sempre sia lodata - tramite un suo recente post, a farmi ricordare Piccola storia ignobile, questa bellissima canzone di Guccini a cui non pensavo da un po'. Ce n'è una versione rimasterizzata meravigliosa su Spotify. Ma potete sentirla anche su YouTube. Mi piacciono tanto, tanto, le storie intrecciate di padri, figlie e drammi - al punto che forse ci scriverò un romanzo. Allora prendetevi il lusso di ascoltarla in cuffia più e più volte, ad alto volume, soprattutto la frase in cui dice "Se solo immaginasse la vergogna". Poi provate a dirmi che non vien voglia di cantarla ad alta voce senza tema di rendersi ridicoli, come fece Julia Roberts - Pretty Woman in quella vasca da bagno che spero ricordiate, con Richard Gere, all'epoca fichissimo, nell'altra stanza ad ascoltare incredulo e poi aprirsi in un sorriso.
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