Non sono riuscito a centrare il bersaglio
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Da sin: Pupo, Laccio (in basso), Mike D., io, Pupa |
Gli è che questo cielo d'Irlanda, con tutti i suoi temporali, mi trasmette inquietudine. «La forza accumulata di tante piccole cose sarà la chiave delle tue vittorie», predice il mio ultimo oroscopo de
L'internazionale. Mi sforzo di non crederci, agli oroscopi: anche perché da tre anni, la collega astrologa che lavora qui al giornale mi predice costantemente scenari pessimi. Ma quando attraverso un momento di fatica o di tensione mi ci rifugio - tanto non ho niente da perdere, mi dico.
Tanto per cambiare La scuola del Pupo, 4 anni e mezzo suonati, mi chiama ogni due per tre per avvisarmi di un fatto: mio figlio si è fatto la pipì addosso mentre giocava. Stamattina, puntuale,
driin, «Ciao Paola, sono Marina, il Pupo si è
sporcato di nuovo, sai, facendo la pipì».
«Ah. Nel senso che se l'è fatta addosso?».
«Stavolta no. Era in bagno. Mi ha spiegato: "Ho armato il cannone, ho puntato, ma non sono riuscito a centrare il bersaglio". Il problema è che abbiamo esaurito i suoi cambi, e anche quelli del compagno di armadietto. Puoi venire a portargli qualcosa?»
«Però ci metto mezz'ora. Come fate nel frattempo?»
«Abbiamo trovato un cambio provvisorio. Ma fai in fretta, è da femmina».
Regressioni e avanzamenti Ultimamente si verifica dunque questo curioso evento: il Pupo, in teoria educato all'utilizzo del gabinetto ormai da un paio d'anni, si diletta a farsela addosso. O se anche non si diletta, di certo non se ne preoccupa.
«Pupo, mi spieghi perché lo fai?»
«Pe
lché sto giocando e mi dimentico».
«Non puoi fare uno sforzo per stare più attento?»
«Quando sono in gia
ldino
licolda
lsi è impossibile. Quando sono in bagno, a volte, mi metto a chiacchie
la
le con qualcuno e sbaglio mi
la».
Il Pupo dunque: peggiora nella minzione, migliora nel disegno (sopra, un esempio della sua più recente espressione artistica) e, soprattutto, dice cose interessanti. Tipo:
«Mi piace il f
leddo, ma non l'acqua f
ledda. Mi piace il f
leddo su cui puoi sta
lci sopla: la neve, il ghiaccio, il vento (?), la bufe
la (?), il cono, la gelatina e l'acciaio. Hai capito??».
Se doni qualcosa a qualcuno La Pupa dal canto suo cresce lieve, limitandosi ad attraversare qualche crisi di assestamento. Essendo ancora molto Pupa, scoppia a piangere all'improvviso quando è contrariata. Anche lei è un cielo d'Irlanda. Di recente un suo pensierino, mi ha raccontato la maestra, ha fatto il giro della scuola: «Sono generosa perché
ho saputo che se doni qualcosa a qualcuno poi
rischi che ti torni indietro raddoppiata».
Dietro una porta un po' d'amore La cosa bella della Pupa è che non ha pregiudizi. Le piacciono tutti. Per dire, solo di un bambino in classe con lei una volta le ho sentito dire, «Somiglia
un po' a una damigiana» (in effetti). Poi ha aggiunto: «Però è adorabile». Anche suo fratello è come lei: i suoi compagni sono tutti «bravi e buoni». Sabato al Salone del Libro di Torino ho avuto il piacere di intervistare
Lilian Thuram, proprio lui, l'ex calciatore, che ha scritto un libro contro il razzismo e giustamente mi diceva: «Razzisti non si nasce, si diventa. È una questione culturale». Bella persona e non privo di cervello, a differenza di una delle mamme che frequentano la nostra scuola. Di mestiere
catechista, di recente ha detto a una mia amica:
«Allora, sei capitata nella classe fortunata».
E lei, senza capire: «Sì, in effetti mi trovo benissimo».
(Catechista): «Bene. Non vi è sparito ancora nulla?»
(Mia amica): «???»
«Be', so che avete in classe lo zingarello, Fabio. Non ha rubato nemmeno un astuccio, possibile?»
Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti Purtroppo non ho assistito personalmente al dialogo riportato sopra. Domenica mattina, tornando dal Salone, ho risposto male a un tassista, fino a farmi tremare la voce, per molto meno (aveva fatto un timido accenno alla difficoltà di inserire i bimbi al nido perché "gli extracomunitari ci passano davanti"). Mi arrabbio ancora molto per queste cose. Ho chiesto alla collega che era con me: «Secondo te ho esagerato?». Lei: «No. Però eri
borderline». Allora volevo chiedervi, ma sono l'unica a reagire così?