Poi dicono che in Italia non nascono bambini. Per forza
Domenica sono caduta in tentazione e ho tagliato la frangia alla Pupa. E pensare che da quando ho l'età della ragione il mio motto è: mai tagliare la frangia a sé stessi o ai propri figli, a meno di non essere parrucchieri professionisti. E invece questa volta l'ho fatto, perché lei insisteva: «Mamma, mi vanno i capelli negli occhi». E infatti: ho tagliato troppo, e tutto storto, e ora la Pupa ha una frangia a zig zag, lunga da due a quattro centimetri, priva di qualunque criterio. Ieri pomeriggio mi ha chiamato al telefono mia madre, che era appena andata a prenderla a scuola, per dirmi: «Complimenti, Paola. Dopo quasi sette anni, sei riuscita nell'intento di far sembrare tua figlia una demente».
Ma la cosa davvero strana è che la settimana scorsa ho messo un annuncio su Subito.it. Il testo più o meno recitava: «Regalo lettino con le sbarre in discrete condizioni, a chi se lo viene a prendere». Questo perché, come sapete, il Pupo è passato al letto normale (nel caso ve lo steste chiedendo: ebbene sì, nottetempo il disgraziato continua a migrare verso camera nostra al motto di «Mamma, io devo stale con te»). Risultato: in mezz'ora mi hanno risposto in 20. Così ho tolto subito l'annuncio, ho detto di sì al primo in ordine di tempo, e poi mi sono sforzata di scrivere a tutti gli altri, per spiegargli che il lettino non era più disponibile.
Qui sta il brutto, perché un sacco di gente mi ha confessato di aver perso il lavoro, di essere disperata e di non sapere come fare: non dico a comprare un giocattolo al figlio, ma nemmeno i vestiti. Le mutande. I calzini. I grembiuli di scuola. Alcuni mi hanno chiesto se li aiutavo. Sto provando a farlo, organizzando raccolte tra amici e conseguenti spedizioni in vari luoghi d'Italia. Però ecco, insomma, ci sono rimasta malissimo. Perché sono convinta, è vero, che la felicità non passa attraverso il circuito monetario. Ma sentire che ci sono persone che non hanno nemmeno i soldi per prendere un paio di scarpe al proprio figlio mi sembra davvero troppo. E mi chiedo: dove ho vissuto io fin qui, con gli occhi foderati di prosciutto, per non accorgermi che eravamo a questo punto? Che in una manciata di minuti venti poveri cristi ti chiedono se per piacere, per piacere, per piacere possono avere il tuo lettino usato? La crisi ci schiaccia. Che ne pensate? Quali sono le vostre esperienze, dirette o indirette? Avete qualche idea (costruttiva), qualche strategia? Mi è venuta anche l'ideuzza di fare un pezzo su Gioia, a partire da questa storia del lettino. A proposito (e scusate se mi permetto): se avete anche voi qualcosa che marcisce in cantina o in solaio, provate a pensarci, magari, alla possibilità di regalarlo.
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