Chiedo tu cambi tutta la mia vita, ora
Stamattina Tiziano Ferro ha presentato il suo nuovo album - che poi è un lussuoso «best of» con una manciata di inediti - nell'altrettanto lussuoso cortile del palazzo del centro di proprietà di una nota maison di moda. Fuori, nella vetrina dello showroom, ho visto un vestitino da bambina da 1300 euro. Dentro il cortile invece era pieno di limoni (gli alberi) con tanto di limoni (i frutti) sui rami. Ho pensato strano però, a fine novembre, a Milano. Poi ho guardato in su e ho visto che a proteggere il cortile c'era un soffitto di cristallo che rendeva l'aria mite, più che accettabile pure per un manipolo di giornalisti selvaggi come me e i miei colleghi del mondo della musica.
E so che serve tempo, non lo nego Mentre Tiziano Ferro ci raccontava le sue canzoni, le sue storie sentimentali e il suo sconcerto nell'apprendere che i dischi non si vendono più come una volta, ho riflettuto su quei - quanti saranno stati? 150, 200? - metri quadrati di cristallo agganciato a possenti tiranti d'acciaio perché non precipitasse. Certo era più pulito dei vetri di casa mia, il che a cascata mi ha portato a immaginare pazienti lavavetri acrobati che per serbarne il lindore mettono a rischio le proprie vite - l'ultimo, a San Francisco, è caduto due giorni fa dall'undicesimo piano, miracolosamente salvandosi. Ecco, allora vorrei sapere voi cosa ne pensate di quella lastra di vetro, messa lì al fine di separarci dal cielo e di permettere l'esistenza dei limoni sui rami, a fine novembre, a Milano.
L'amore va veloce e tu stai indietro Ciò detto, Tiziano Ferro ha scritto molte belle canzoni, alcune vicine al capolavoro, è un bravo cristo, ha sofferto, e non ce l'ho con lui. Ce l'ho piuttosto con chi continua a offrirmi compensi ridicoli perché io scriva post sponsorizzati. Ce l'ho con chi mi spinge in metropolitana per entrare per primo nel vagone, ce l'ho con chi sputa per strada - e no, non sono solo stranieri. Ce l'ho col tempo che non basta mai e con le persone che al tempo non danno valore, con chi non riesce a darmi un appuntamento preciso e rimanda le interviste quattro, cinque, sei volte come se fosse del tutto irrilevante. Intanto lunedì prossimo devo consegnare il mio libro e dire che mi sento molto compressa è dir poco.
Un bene più segreto sfugge all'uomo Dall'universo della Piccolissima arrivano frattanto notizie contrastanti. Alla vigilia del suo primo compleanno sto tentando di darle il latte vaccino, nel biberon. Del mio non restano che poche gocce e in più sono esausta. L'altra sera sono riuscita a fregarla mentre dormiva. Ha ciucciato nel sonno e prima di capire che non quella non era la tetta si era già scolata 120 ml. Ieri sera invece l'ha bevuto da cosciente, e con gusto. Credevo con ciò di aver scollinato ma stamani alla vista del bibe mi ha regalato le sue migliori pernacchie. Poiché ho resettato le precedenti esperienze e non ricordo nulla, eccomi qua: accetto consigli. Come si fa?
La vertigine non è paura di cadere Sapevate che anche i Duran Duran hanno inciso la loro versione di Perfect day? Non è spregevole ma preferisco di gran lunga l'originale.
Quanto al mio giorno perfetto, è stato proprio l'altroieri. Mi sono sdraiata a letto al buio tra i Ratti Maggiori mentre il loro Trovastelle proiettava costellazioni sul soffitto. Ero frantumata dalla stanchezza. Il Ratto col favore delle tenebre mi ha afferrato la mano e poi ha sospirato: «Mamma, come è bello stare con te». La Ratta, già nel dormiveglia, ha aggiunto con voce sognante: «Sì, mamma, davvero. È meraviglioso». Non c'era nessuna lastra di vetro tra noi. Nessun riparo da tenere ossessivamente pulito, ma pioggia che cade, vita che scorre.
Soundtrack: Indietro
Il fascino della rosa: un fiore senza tempo
3 settimane fa