Oggi a pranzo una lettrice di questo blog mi ha minacciato: «Guai a te se metti online quel che ti sto raccontando», perciò non lo faccio. Però una cosa posso dirla, mi anche ha sgridato perché scrivo troppo di rado. Dunque, sappiate che il 25 di ottobre o giù di lì vado in maternità e spero di poter essere più assidua. L'altra sera, intanto, ho riso perché dopo anni 4 (quattro) d'assenza è rientrata in casa la culla in giunco che ciclicamente una mia collega carissima mi presta per ospitare i corpi dei miei figli quando sono microscopici. Quasi all'istante il Pupo è uscito di testa e ha cominciato a compiere gesti inconsulti persino per uno scollegato come lui, tipo andare a sbattere negli stipiti delle porte come farebbe una mosca impazzita contro i vetri. Dopo qualche minuto di esitazione abbiamo capito che era scioccato per quel primo segno tangibile dell'arrivo di una creatura più minuscola di lui.
È tutto vero Invece l'altroieri, durante il nostro giorno settimanale di solidarietà (=cassa integrazione a rotazione), ho potuto portare il Pupo alla sua prima lezione di judo. Davanti al portone del palazzo che ospita la scuola ci saranno state 30 persone, tra bambini e mamme, queste ultime essendo un nugolo di pseudofighe alquanto insolito per la zona (periferia nord di Milano). Al che ho pensato, forse il judo attira le ex-ragazze bene, depilate e stivalate e taccate manco stessero accompagnando i figli alla cresima. Subito dopo ho pensato, ma perché siamo qua fuori in trenta ad aspettare su quaranta centimetri quadrati di marciapiede? E quasi all'istante, una in italiano raffinato dice: «Oh cos'è, ma non risponde nessuno al citofono?»
(Madre 2, la più vicina alla porta) «Non so cosa dirvi, io ho schiacciato, ma qui dove c'è scritto "Segreteria Judo" non risponde nessuno».
(Io): «Scusa se mi intrometto, hai provato a schiacciare quello sotto, dove c'è scritto "Saletta palestra"?»
(Madre 2): «Eh, non ti credere che non ci ho pensato, ma è inutile che suono. Tanto sono due cognomi: "Saletta" e "Palestra"».
Le cose stanno sfuggendomi di mano Io non lo so se è perché sono miei, e sappiamo che ogni scarrafone eccetera, ma i Pupi mi fanno molto ridere, e un po' mi inquietano.
Primissima frase pronunciata dalla Pupa stamani alle 7.31, appena sveglia, non «Ciao», non «Buongiorno», non «Ho sonno», ma, con voce cristallina: «Mamma, mio fratello mi ha detto che una volta una signora ha avuto una bambina, e che questa bambina appena nata ha avuto anche lei un figlio, quando aveva zero anni. È vero?»
(Pupo, intercettando al volo la conversazione): «È vero. Quella bambina aveva già gli ovetti, sia nell'ovaio destro che nell'ovaio sinistro».
(Io): «Bambini, da dove vi vengono queste informazioni?»
(Pupo, quasi 5 anni): «L'ho letto sul giornale».
(Pupa): «Non ci credo, dì la verità. L'avrai visto nel dvd Il meraviglioso viaggio della vita».
il Pupo è quello coi calzoni neri. |
(Tipa stivalata): «Allora come sono andati i primi giorni di scuola di tuo figlio?»
(Tipo tamarro): «Abbastanza bene ma ora chiedo che gli cambiano la classe». (cosa facilissima peraltro, ndr)
(Lei): «E perché?»
(Lui, abbassando la voce): «Perché il suo vicino di banchetto... eeeeh... è albanese».
Ora io con la panza che avanza sto diventando un po' come i malati terminali o le persone molto anziane: dico esattamente quel che penso e nell'istante esatto in cui lo penso. Allora, ho paura che prima o poi finirò col prenderle da qualcuno, e vorrei chiedervi un consiglio su come evitarlo. È abbastanza urgente, perché peggioro di giorno in giorno. Grazie.