Ahi ahi ahi ahi, come sempre sei un'emozione fortissima
Mi scuso per la lunga assenza con chiunque mi abbia rimproverato esplicitamente via email e con chi invece ha solo pensato di farlo (ma poi ha deciso di non infierire): la vita nell'ultimo mese è stata, per usare un eufemismo, un po' convulsa e frenetica.
Regole/1 «I terzogeniti vengono su da soli». L'avrete sentito dire. Non credeteci. È una balla pietosa. E comunque la fatica che si fa ad accudire un neonato te la ricordi solo dopo il parto, quando il Pupo ce l'hai concretamente tra le mani. Io a 45 giorni dalla nascita della Piccolissima sono così stanca che per esempio continuo ad addormentarmi con lei poggiata sul petto o nell'incavo dell'ascella. Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte, la luce che ho dimenticato accesa sparata negli occhi, per un gradevole effetto Guantanamo. Spesso mi accorgo che ho sbavato sulla bambina (un po' come quando ti addormenti seduto durante un viaggio in treno). Quasi sempre ho un braccio, o entrambi, intorpiditi, e devo sbatterli forte contro il muro per recuperarne almeno in parte la funzionalità.
Regole/2 «Ciascuno dorma nel suo letto». Le geometrie notturne sono gravemente intorcinate. Dopo una breve pausa, il Pupo ha ricominciato a svegliarsi per paura dei mostri. È diventato la nostra Peppatencia: chi se lo trova nel letto, peggio per lui. Alcuni di voi forse ricorderanno le mie angosce pre-nascita della Piccolissima: ormai non me ne frega più niente, sono così stravolta che potrei addormentarmi anche sul fasciatoio. Ma Mike Delfino, cui essendo un uomo basta poco per perdersi, vaga smarrito e sospettoso come chi non è più sicuro che quella in cui vive sia casa sua. Di recente salendo per venire a dormire ha trovato la Pupa nel lettone in camera mia, mentre io, assopitami inavvertitamente al fianco del Pupo nel suo lettino a una piazza, gli russavo ed eccezionalmente sbavavo addosso. Il buon Mike prova ad esprimere con decisione il suo dissenso. «Qui non mi fate capire più niente», si è lamentato. «Smettetela con le migrazioni notturne, mi fate perdere tutti i riferimenti». Nessuno gli risponde mai, tranne la Piccolissima, che da ciascuno degli oscuri recessi in cui si trova fa capolino con il suo consueto «Lllè!»
Regole/3 «La prima colazione è quel momento importante della giornata che la famiglia non dovrebbe mai rinunciare a condividere». Poiché la Piccolissima soffre di irritabilità serale (alcuni le chiamano «coliche» ma io preferisco pensare a un'immaturità del suo sistema nervoso centrale) tende a prendere sonno abbondantemente dopo la mezzanotte. Quindi tutto rotola in avanti, mi addormento tardissimo e in genere riesco ad affacciarmi alla vita dopo le 10 del mattino. I Pupi (8 e 5 anni), sotto la guida attenta di Mike Delfino, in qualche modo arrivano a scuola comunque. Se anche preparo loro i vestiti la sera prima, in genere si mettono uno i vestiti dell'altra. Oggi pomeriggio andandola a prendere ho visto che la Pupa aveva per sovrannumero i pantaloni al contrario, cioè davanti dietro. Non ho avuto cuore di farglielo notare davanti ai compagni.
Regole/4 «Dopo il primo mese di vita del neonato è auspicabile distanziare le poppate, che dovrebbero avere cadenza regolare, ogni tre ore/tre ore e mezzo». A differenza della nonna media, il cui tipico mantra di fronte al(la) nipote che piange è «Non avrà fame?», mia madre per qualche bizzarra congiunzione astrale ripete ossessivamente «Non può aver fame. Ha appena mangiato», laddove quell'appena può indicare un intervallo di tempo compreso tra i cinque e i cinquecento minuti. Non le dò retta. E in ogni caso io non guardo mai l'orologio, mi baso sulla qualità e intensità dei «Lllè!» lanciati dalla Piccolissima nell'iperuranio, il che mi consente una libertà di movimento di otto/dodici minuti, che non bastano a fare la spesa ma al massimo ad arrivare alla copisteria all'angolo a fare quattro stampe a colori.
Chiuderò la curva dell'arcobaleno per immaginarlo come la tua corona. E con la riga dell'orizzonte in cielo ci farò un bracciale di regina Lei nel frattempo cresce sana e forte, grassa e viziata. Vive perennemente in braccio a qualcuno. Quando l'allatto le piace puntarmi i piedi contro il corpo e poi inarcarsi senza mollare la tetta, come se fosse fatta di cingomma e non di carne. Pur provando io un lieve disappunto per codesta bizzarra pratica certi suoi atteggiamenti insensati e incomprensibili mi inteneriscono. Pur nella fatica smodata già prefiguro la nostalgia per l'ultima volta che indosserà una certa tutina, l'ultima volta che l'allatterò, l'ultima volta in cui con sguardo strabico e assente sorriderà nel vuoto. Forse non avrò nostalgia di quelle che alcuni chiamano coliche. Domanda importante: vi ricordate quanto dura questa fase? Risposte Sincere, non Finto-Consolatorie, Cercansi.
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