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venerdì 24 gennaio 2014

Vita con un neonato

Ahi ahi ahi ahi, come sempre sei un'emozione fortissima
Mi scuso per la lunga assenza con chiunque mi abbia rimproverato esplicitamente via email e con chi invece ha solo pensato di farlo (ma poi ha deciso di non infierire): la vita nell'ultimo mese è stata, per usare un eufemismo, un po' convulsa e frenetica. 
Regole/1 «I terzogeniti vengono su da soli». L'avrete sentito dire. Non credeteci. È una balla pietosa. E comunque la fatica che si fa ad accudire un neonato te la ricordi solo dopo il parto, quando il Pupo ce l'hai concretamente tra le mani. Io a 45 giorni dalla nascita della Piccolissima sono così stanca che per esempio continuo ad addormentarmi con lei poggiata sul petto o nell'incavo dell'ascella. Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte, la luce che ho dimenticato accesa sparata negli occhi, per un gradevole effetto Guantanamo. Spesso mi accorgo che ho sbavato sulla bambina (un po' come quando ti addormenti seduto durante un viaggio in treno). Quasi sempre ho un braccio, o entrambi, intorpiditi, e devo sbatterli forte contro il muro per recuperarne almeno in parte la funzionalità.
Regole/2 «Ciascuno dorma nel suo letto». Le geometrie notturne sono gravemente intorcinate. Dopo una breve pausa, il Pupo ha ricominciato a svegliarsi per paura dei mostri. È diventato la nostra Peppatencia: chi se lo trova nel letto, peggio per lui. Alcuni di voi forse ricorderanno le mie angosce pre-nascita della Piccolissima: ormai non me ne frega più niente, sono così stravolta che potrei addormentarmi anche sul fasciatoio. Ma Mike Delfino, cui essendo un uomo basta poco per perdersi, vaga smarrito e sospettoso come chi non è più sicuro che quella in cui vive sia casa sua. Di recente salendo per venire a dormire ha trovato la Pupa nel lettone in camera mia, mentre io, assopitami inavvertitamente al fianco del Pupo nel suo lettino a una piazza, gli russavo ed eccezionalmente sbavavo addosso. Il buon Mike prova ad esprimere con decisione il suo dissenso. «Qui non mi fate capire più niente», si è lamentato. «Smettetela con le migrazioni notturne, mi fate perdere tutti i riferimenti». Nessuno gli risponde mai, tranne la Piccolissima, che da ciascuno degli oscuri recessi in cui si trova fa capolino con il suo consueto «Lllè!»
Regole/3 «La prima colazione è quel momento importante della giornata che la famiglia non dovrebbe mai rinunciare a condividere». Poiché la Piccolissima soffre di irritabilità serale (alcuni le chiamano «coliche» ma io preferisco pensare a un'immaturità del suo sistema nervoso centrale) tende a prendere sonno abbondantemente dopo la mezzanotte. Quindi tutto rotola in avanti, mi addormento tardissimo e in genere riesco ad affacciarmi alla vita dopo le 10 del mattino. I Pupi (8 e 5 anni), sotto la guida attenta di Mike Delfino, in qualche modo arrivano a scuola comunque. Se anche preparo loro i vestiti la sera prima, in genere si mettono uno i vestiti dell'altra. Oggi pomeriggio andandola a prendere ho visto che la Pupa aveva per sovrannumero i pantaloni al contrario, cioè davanti dietro. Non ho avuto cuore di farglielo notare davanti ai compagni.
Regole/4 «Dopo il primo mese di vita del neonato è auspicabile distanziare le poppate, che dovrebbero avere cadenza regolare, ogni tre ore/tre ore e mezzo». A differenza della nonna media, il cui tipico mantra di fronte al(la) nipote che piange è «Non avrà fame?», mia madre per qualche bizzarra congiunzione astrale ripete ossessivamente «Non può aver fame. Ha appena mangiato», laddove quell'appena può indicare un intervallo di tempo compreso tra i cinque e i cinquecento minuti. Non le dò retta. E in ogni caso io non guardo mai l'orologio, mi baso sulla qualità e intensità dei «Lllè!» lanciati dalla Piccolissima nell'iperuranio, il che mi consente una libertà di movimento di otto/dodici minuti, che non bastano a fare la spesa ma al massimo ad arrivare alla copisteria all'angolo a fare quattro stampe a colori.
Chiuderò la curva dell'arcobaleno per immaginarlo come la tua corona. E con la riga dell'orizzonte in cielo ci farò un bracciale di regina Lei nel frattempo cresce sana e forte, grassa e viziata. Vive perennemente in braccio a qualcuno. Quando l'allatto le piace puntarmi i piedi contro il corpo e poi inarcarsi senza mollare la tetta, come se fosse fatta di cingomma e non di carne. Pur provando io un lieve disappunto per codesta bizzarra pratica certi suoi atteggiamenti insensati e incomprensibili mi inteneriscono. Pur nella fatica smodata già prefiguro la nostalgia per l'ultima volta che indosserà una certa tutina, l'ultima volta che l'allatterò, l'ultima volta in cui con sguardo strabico e assente sorriderà nel vuoto. Forse non avrò nostalgia di quelle che alcuni chiamano coliche. Domanda importante: vi ricordate quanto dura questa fase? Risposte Sincere, non Finto-Consolatorie, Cercansi.

Soundtrack: La descrizione di un attimo
Il solito sesso 

venerdì 3 gennaio 2014

Che sia un buon anno, un buon anno davvero

Sicut erat in principio et nunc et semper
Michelangelo reloaded
Poppata, cambio, nanna, bagnetto, poppata, cambio, nanna, ruttino, vomitino, ancora poppata, pianto. Come vi sta trattando questo brumoso inizio d'anno? Il mio confligge aspramente con lo Sturm und Drang e il desiderio di vita avventurosa all'ombra del quale fremo da che sono al mondo. Non mi resta che ninnare la piccola e scrivere questo post con una mano sola, vagheggiando i momenti in cui di nuovo potrò a) uscire per più di 45 minuti consecutivi b) dormire per più di tre ore di fila c) bere Spriz senza sensi di colp tornare a bere Spriz. La Piccolissima già mostra un carattere deciso, sfoggia un naso all'insù non presente in famiglia (nemmeno risalendo di tre generazioni) e una voracità non comune - cfr. al secondo controllo in ospedale, la pediatra: «Signora, potrebbe anche darle un po' meno da mangiare». «Credevo dovesse mangiare quando ne ha voglia». «Sì, ma così è esagerato». «In che senso, esagerato?». «Beh, lo capisce quando vede il rigagnolo di latte uscirle dalla bocca. È come il troppopieno della vasca da bagno, ha presente?».
Usami, straziami, strappami l'anima Anche per me che sono ormai trimamma ogni giorno porta con sé qualcosa di nuovo. Ciascun neonato ha le proprie specificità, ciascun neonato per esempio piange a suo modo. Nella mia memoria, che pure probabilmente m'inganna, la Pupa cinguettava con garbo. Il Pupo faceva versi da batrace - qui potrei sbagliarmi, magari il batrace è afono - mentre la Piccolissima è maestra di «lllè». Non so descrivere in altro modo i suoni da lei prodotti.
Come sta l'alieno che hai nella testa? La nascita travagliata ha lasciato alla piccolissima un notevole bozzo in testa: si chiama cefaloematoma e anche su questo ciascuno ha detto la sua. Neonatologo 1: «Passerà in un paio di settimane». Neonatologa 2: «Ci vorrà un mesetto». Pediatra 1: «Io dico 15, 20 giorni e si riassorbe». Pediatra 2: «Come al solito, nessuno dei miei colleghi ha capito un tubo. Questo da fluttuante e molle diventa calcifico, mi dia la mano, lo sente come fluttua? Questo calcifica, le diventa come una pallina da ping pong, ma lei non si spaventi, poi viene riassorbito dalla crescita della scatola cranica. A primavera non lo vede più». Tata filippina: «In Pilippine noi abbiamo tutti testa tonda, testa perfetta. Tu prendi un telo di stoffa, fai un copricapa, vedi? Stringi bene qui, sulla testa di bambina. Schiacci bene, lei piange...». «Lllè!». «... Ma non importa, tu fai finta di niente, poi smette. Due giorni e la testa diventa tonda». «Malù, forse non me la sento». «Tu però non ti lamenti se poi resta il bozzo». ZiaBubu (mia sorella), prendendo in braccio la bambina: «Ciao, nipotina nuova. Come sta l'alieno che hai nella testa?».
Parla in fretta e non pensar se quel che dici può far male Compagno del Pupo/ 1: «Mamma, ma ha le mani!». Compagno 2, rivolto al Pupo: «Ma come, questa è femmina! Per mesi ci hai detto che ti sarebbe arrivato un fratellino». Compagno 3: «È vero che l'avete chiamata Aiman?». Compagno 4: «È vero che ha i superpoteri come Aier Man?» (Iron Man, ndr). Mamma indiana: «Noi donne in India dopo il parto ci mettiamo una fascia sulla pancia, così rientra». Io: «Ma non mi sento così fuori forma». «Se mettessi la fascia, molto stretta, staresti anche meglio. All'inizio ti sembra di non respirare bene, poi ti abitui. Se vuoi ti aiuto». Mamma srilankese: «Dovresti fasciare anche le gambe alla bambina. Così crescono dritte». Mamma filippina: «È vero che aveva il cordone ombelicale intorno al collo? I bambini nati d'inverno ce l'hanno spesso. Colpa delle mamme che mettono sempre la sciarpa. Nel mio paese infatti non mettiamo la sciarpa». Io: «Nel tuo paese ci sono 30 gradi fissi». Mamma egiziana: «Il travaglio è stato lungo perché la bambina è femmina». Io: «No, è stato lungo perché era girata male». «Fosse stato maschio, sarebbe stato più veloce. Ecco perché io faccio solo maschi». Mamma egiziana/2: «È facile fare bambine come questa, ha la testa piccola». «Ma, veramente no». «Sì, sì, è piccola. Vedi? Testa piccola, nascita facile». Mamma filippina/2: «Oh come è bella. Speriamo che non diventi troppo brutta». Io: «Perché dovrebbe?». «Nel mio paese diciamo: bella in fasce, cresce brutta». Io: «Grazie». Il bello di mandare i tuoi figli a una scuola mista è che puoi attingere a fonti internazionali di saggezza popolare.
Scagli la pietra chi è senza peccato Dicevo, ogni neonato porta con sé qualcosa di nuovo. Con la Piccolissima, dopo la prima notte insonne (=travaglio) e le seguenti due pure (in ospedale è come stare a Guantanamo, ti entrano in camera e ti accendono la luce a qualunque ora) ho contravvenuto alla Madre di Tutte le Regole: mai fare dormire i bambini nel lettone. Stavolta alla terza notte, per la stanchezza, sono crollata secca con la neonata poggiata sul petto, e da allora me la tengo a fianco, come una piccola amorosa boule d'acqua calda. E ho scoperto che un po' vorrei smettere, un po' invece no. Ne riparliamo, n'est-ce pas?

Soundtrack (listen @ a loud volume): Mentre tutto scorre