Il Pupo, la proprietà privata, le spiagge sarde
Per i Pupi è stata un'estate gloriosa: tre mesi di mare in tre diverse località. Sono tornati a casa ieri, floridi, felici e più tamarri che mai.
C'è il dettaglio che il Pupo è nato in un posto in cui è normale entrare e uscire dalle case altrui: dove abitiamo noi, le porte dei vicini sono sempre aperte. E così ha trasferito questo concetto anche in vacanza: appena arriva in spiaggia sceglie la famiglia più appetibile, che poi sarebbe quella con i giochi migliori, i sacchetti di patatine più grandi, i castelli più alti. Individua l'obiettivo, parte in quarta e va a farsi adottare. Credete che qualcuno lo cacci? Macché. Nessuno resiste al fascino dell'angelo biondo. Gli estranei fanno per il Pupo quello che nemmeno i suoi genitori: lo viziano, pendono dalle sue labbra, lasciano che distrugga a calci le più sofisticate piste di biglie. La Pupa, meno sfrontata e più consapevole, di solito lo manda avanti. In qualche modo il Pupo controlla che la scena sia sicura - come gli eroi dei thriller - poi manda un messaggio telepatico alla sorella, che a quel punto lo raggiunge.
Non pensiate che ai Pupi basti una famiglia per mattina. La permanenza massima registrata è 40 minuti. Poi si stufano, e cambiano ombrellone, il che lascia un senso di amaro disincanto e non troppo mascherata delusione nei genitori e fratelli affidatari, che si erano illusi di essere stati scelti per sempre.
Può essere che quest'estate li abbiate incontrati anche voi. Hanno avuto successo soprattutto al Poetto, la grandissima spiaggia di Cagliari, frequentata tendenzialmente da autoctoni scuri di capelli, tra cui era facile individuare uno sfacciato tronchetto di 90 centimetri con un casco di trucioli chiari. Col passare dei giorni il Pupo al Poetto è diventato come Marco Carta ad Amici: era tutto un "Aiò, Fabio, vedi che è arrivato il Pupo, guarda come è biondo". "Michela, guarda che bel piccioccheddu". "Eja, Nenè, ti ho detto che il Pupo è qui con me". Io e Mike Delfino abbiamo vissuto al traino, circondati d'affetto e di verità non sempre richieste - ma quanto pesa?, mannaggia quanto pesa, gli piace mangiare, eh?, il clima di Milano fa schifo - e, anche se stare soli era impossibile, di certo non ci siamo annoiati. L'ultimo giorno mi è spiaciuto non poter avvisare tutti che stavamo partendo. Ma su una spiaggia libera con centinaia di ombrelloni come fai? Dovresti noleggiare uno di quegli aerei con lo striscione pubblicitario che, specie in passato, sorvolavano il lungomare. L'estate sta finendo e il Pupo se ne va. Aiò.
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