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giovedì 29 settembre 2011

I pesci non chiudono gli occhi/2

E nemmeno il Pupo, a quanto pare
Sono lì che ascolto
distrattamente la Pupa e la sua amichetta Ginevra cinguettare allegramente sotto la doccia dopo un bagno in piscina. "Quando vedi il sangue non ti devi spaventare", dice la Pupa. "È segno che sei cresciuta, non è una cosa brutta. È solo l'inizio di una nuova, grande avventura". Gulp! Mi si stringe lo stomaco. Ma come, già parlano di quella cosa? È vero che secondo le ultime ricerche la pubertà è sempre più precoce, ma 6 anni mi sembra un po' troppo precoce. E poi, chi gliel'ha spiegata questa storia alla Pupa? Mi risultava fosse cosa da mamme, ed essendo io la mamma... Sospiro e scuoto la testa, quando sento Ginevra: "Ma da te è venuta la fatina o il topolino?". E la Pupa: "Al primo dentino è venuta la fatina e mi ha portato due monete, non una. E al secondo invece è venuto il topolino e mi ha portato un soldo di carta! Comunque ti prometto che di sangue ne esce pochissimo, solo qualche goccia all'inizio".
Fiuuu.
Il Pupo, invece, non è nel suo periodo migliore. Dopo una settimana di scuola materna gli è subito venuta l'otite, con contorno di raffreddore (che ci ha subito attaccato) e tosse.
Colto dallo sconforto, mentre la tata - aka Mamacita - era voltata dall'altra parte, ha afferrato e rovesciato un'intera confezione di cibo per pesci (in scaglie) nell'acquario. Pare incredibile ma Mamacita,
per paura che la sgridassimo, non ci ha detto nulla. Siamo tornati a casa la sera e abbiamo trovato i quattro pesci rossi tutti gonfi, imbolsiti e quasi immobili. L'acqua sembrava melma di stagno. Pieno di spirito d'iniziativa (=dopo mie preghiere miste a minacce) Mike Delfino li ha tirati fuori uno a uno e li ha parcheggiati temporaneamente nel lavandino della cucina. Poi, ancorché vagamente irritato (=imprecando in dialetto veneto stretto) ha svuotato tutto il contenuto dell'acquario. In parte il guano è finito sulle mie rose, che guardacaso ero appena riuscita a far guarire dagli afidi. Io comunque, senza perdere il sorriso (=rivolgendogli insulti pesanti però a bassissima voce, in modo che non mi sentisse) ho pulito la vasca e l'ho riempita di nuovo, poi ci ho ripiazzato quei disgraziati dei pesci.
Nel dubbio, siccome li stavo già curando per una batteriosi, gli ho sbriciolato in acqua una compressa di Bactrim. (A proposito, sapete come si fa a sbriciolare il Bactrim? Nel tempo ho acquisito una tecnica quasi perfetta). Tornando ai pesci e - finalmente - al titolo di questo post che è anche un bel romanzo di Erri De Luca, indovinate un po': quel giorno e per tutto il giorno successivo sono andati di corpo come se avessero fatto l'idrocolonterapia, ma ora sono in forma perfetta. Lindi e luccicanti fuori, e pure dentro.

lunedì 26 settembre 2011

I pesci non chiudono gli occhi

Possibile che nessuno mi sente?
Il Pupo con la zeppola è uno spasso. Lui direbbe "uno spasso". Parla in modo così buffo che arrabbiarsi con lui è impossibile (almeno, per me). In questo periodo la sera fa un po' di capricci per andare a letto: gloriosa conquista dei suoi (quasi) tre anni, visto che fino ad ora spedirlo a dormire è sempre stato facilissimo.
Diciamo che ti lavora ai fianchi con l'obiettivo di prenderti per sfinimento. In questo, e lo dico con una certa fierezza, ha preso da me. Dopo i classici riti dentini lavati-favola della buonanotte-bacini bacini, all'inizio tenta un approccio suadente, il tipico cinguettio con variazioni sul tema "Mi fai le coccole?", facilmente ignorabile. Poi, immerso nella quiete e nella penombra della sua stanzetta, comincia ad affastellare improbabili lamenti. Un suo pezzo forte sono "i mostri del giardino", tra cui un temibile galletto ruspante che verrebbe a trovarlo tutte le notti. Io e Mike Delfino, che nel frattempo siamo svenuti sul divano due (2!) piani più sotto - ok, sì, lo so, qualcuno dirà hai voluto la casa grande, ora non rompere i c... - finché è possibile tendiamo a fingere di non sentirlo. Normalmente a quel punto entra in casa, come in una sit-com, uno dei vicini della casa-cantiere: "Ma scusate, voi non lo sentite mica, il Pupo?". "Chi, noi? Noooo". "È lì che strilla e vi chiama come un disperato, poveretto". "Aaah. Ma vedrai che adesso smette". "Avrà qualcosa". "No, non avrà niente". "Volete che vada io?". Di solito a questo punto io e Mike alziamo gli occhi al cielo.
(Nel frattempo, da sopra, a 80 decibel) "Mamma! Sono io!". "Papà, mamma! Mi fate le coccole?". (Rivolto a Mike Delfino). "Daniele! Daniele Lorenzon! Sono tuo figlio!". E per finire: "Possibile che nessuno mi sente?". A quest'ultimo richiamo, ieri sera, non ho saputo resistere. Sono salita e l'ho trovato con uno strofinaccio (!) in mano, seduto nel lettino: "Mamma, hai dimenticato qui il tuo pigiama".
Ora, io dico: va bene che mi vesto un po' ad minchiam, ma indossare uno strofinaccio al posto del pigiama è eccessivo perfino per me.
In tutto ciò resta un mistero come la Pupa, nella stanza accanto, non si svegli. Ma di lei vi scriverò presto, e per ora vi saluto.

lunedì 19 settembre 2011

Pregiudizi e superchiappe

Ah, li ha adottati? Mi scusi, non lo sapevo

Mentre i Pupi sguazzano felici godendosi gli ultimi scampoli d'estate a casa della nonna e io combatto con la feroce tentazione di reinserire la moderazione dei commenti in questo blog, nell'acquario di casa due pesci rossi su quattro hanno un'orribile malattia della pelle. Temo finirà malissimo.
Cerco di non pensarci e di distrarmi con altro. Tipo che Gioia, il giornale per cui scrivo, ha deciso di ospitare una nuova rubrica. Esce tutte le settimane e la tiene una mamma adottiva che si fa chiamare Amaltea. Dovreste leggerla; è istruttiva. Nella prima puntata, Amaltea racconta di un incontro al parco con una signora "abbastanza giovane, madre di due bambini". Ecco la trascrizione del dialogo:
"Carini i bambini, lei è italiana?"
"Sì."
"No, glielo chiedevo perché i suoi figli mi sembravano stranieri".
"Sì, infatti sono russi, li abbiamo adottati da poco tempo".
"Oddio, mi scusi non lo sapevo".
"Beh, comunque non c'è niente di male, direi."
"No, infatti, anzi, pensi che anch'io e mio marito volevamo adottare dei bambini".
"Ah, e poi?"
"Lui mi fa: ma scusa, visto che a noi i figli ci vengono perché li dobbiamo adottare?"
"In effetti".
"Ma sa, mica tanto. la fa facile lui, poi nove mesi di gravidanza me li faccio io: e non puoi mangiare il prosciutto, e finiti tutti gli aperitivi... e poi i bambini piccoli, le nottate, le poppate che ti rovinano. Lei almeno se li è trovati fatti, e guardi pure come sono carini".

Ps le superchiappe del titolo sono quelle dei miei figli, ovvio.

lunedì 12 settembre 2011

Primo giorno di scuola

Fin qui tutto bene
Ingresso glorioso a scuola per il Pupo (3 anni a novembre), e per la Pupa, entrati rispettivamente alla materna, e in prima elementare (anzi: prima classe delle primarie - ma vi avviso che mi rifiuto di abituarmi a usare quest'espressione).
Ne avevo già scritto, ma prima dell'iscrizione siamo stati un po' indecisi: mandarli nella scuola di bacino, con altissimo tasso di bambini stranieri, o in quella del bacino adiacente, un po' più pettinata e fichetta? Dopo lieve tentennamento, ha vinto la scuola di bacino.
Quali erano i dubbi? Semplicemente che con tutta quella babele di culture e lingue diverse un certo, chiamiamolo, ehm, caos organizzativo potesse avere il sopravvento.
Due numeri per capire di cosa stiamo parlando Nella classe del Pupo i bimbi stranieri sono il 70-80%, in quella della Pupa più del 50%.
La sensazione per ora/1 Alla materna - a tre giorni dall'inizio - l'impressione è che tutto funzioni abbastanza. La struttura è bella (un grande classicone inizio 900 con superfinestre e gran giardino sgarrupo sul retro) ma devo dire che quei povericristi hanno pochissimi giochi, persino secondo i miei criteri esistenziali di tipo "minimal". Per una classe intera ci saranno una decina di libri, una scatola (piccola) di Lego, poche costruzioni in legno, qualche macchinina scassata, il famoso Angolo del Gioco Simbolico (con due Cicciobello neri, nudi, e uno bianco, nudo anch'esso), e poco altro. Stamani ho portato un paio di sacchettoni pieni di libri e giochi tipo puzzle e le maestre mi hanno (non esagero) applaudito commentando: "È arrivata la Giocheria!". Per dire.
Un'altra cosa che mi hanno detto le maestre È che fanno lavoro doppio per spiegare cose che a noi sembrano scontate e per altri non lo sono. Tipo che un papà egiziano si è rifiutato di firmare i moduli per le gite extra-scolastiche (anche quelle in quartiere) con la seguente motivazione: "Se viene a scuola bene, ma in gita con voi non ce lo mando". Letterale. Beeene, ho pensato. "Ma il bambino parla italiano?" gli hanno chiesto allora le maestre. E lui ha risposto: "Non serve. Tanto tra 5/6 anni torniamo in Egitto". Tentativo di replica: "Ma scusi, dovrà pur andare a scuola, comunicare con gli altri bambini". Risposta: "Non importa". Calcio di rigore finale: "Guardi che questo modulo deve firmarlo sua moglie". Parata: "Mia moglie non firma niente, firmo io per lei".
Peraltro, l'inserimento del Pupo È cominciato mercoledì scorso ed è durato 15 minuti in tutto. Noi siamo stati cacciati quasi subito. Il suo ingresso-tipo è entrare in aula come un tifone, sfilarsi le scarpe e lanciarle in un angolo (prima o poi gli faranno capire che deve metterle nell'armadietto). Poi si sfrega le mani compiaciuto e si mette a giocare con gli altri in modo compulsivo senza nemmeno voltarsi per salutarci. I suoi compagni si chiamano Cutt, Bendon, Afif, Nirlu e Lorenfo. L'ultimo nome credo proprio di aver capito quale sia, gli altri, esotici, sono più difficili. Vi aggiorno appena ne decifro qualcuno.
La sensazione per ora/2 Alle elementari abbiamo avuto un Primo Vero Grande Inizio emozionante. Pupa scortata da ambi i genitori, con zaino rosso della Seven (son certa che lo ricordate - ce l'avevamo anche noi) scelto da lei, unica in mezzo a un oceano di Winx, Spiderman e Ben Ten Forza Aliena. Entriamo in palestra e troviamo la tipica formazione a semicerchio, bambini in prima fila e genitori alle spalle, discorsino del vicepreside e assegnazione delle classi. Mia velocissima lite con una madre-Barbie che è riuscita ad arrivare alle 9.50 anziché alle 9.30 (il primo giorno!), piazzandosi in tutto il suo metro e 70 coi tacchi davanti ai bambini. Le ho chiesto un paio di volte con garbo (giuro) se poteva spostarsi. Lei niente: continuava a far la splendida e a salutare conoscenti a voce alta. Del discorso e di sua figlia, chissene. A un certo punto le ho detto: "Guardi, non è difficile. Il concetto è che i bambini stanno davanti, i genitori dietro". Lei si è inviperita: "Sono abbastanza intelligente per capire le cose, sa?". Quando l'hanno chiamata, sua figlia recalcitrava, le si attaccava alle gambe come una pupa piccola. E lei le ha urlato: "Ma che fai, sei impazzita?" spingendola via da sé, al punto che le insegnanti le hanno detto: "Signora, adesso si rilassi e lasci tranquilla la bambina". Poi li abbiamo accompagnati in classe. Lei si è attaccata al cellulare e quando è uscita stava ancora parlando.
La Pupa, in compenso Era super tenera, tutta seria, nel suo abito color glicine e i codini che subito si sono disfatti. Si è seduta in primo banco accanto a un bambino di nome Mario, che non abbiamo ancora stabilito se è rumeno. All'uscita le ho chiesto: "Ti sei fatta degli amici?". E lei: "Mario. È bello e molto spiritoso. E pensa che fortuna: è proprio il mio compagno di banco, esatto esatto".
Il bilancio (provvisorio) Alla domanda "Allora, com'è la scuola" i miei figli hanno risposto: "È bellissima" (Pupa). "È belliffima" (Pupo).

mercoledì 7 settembre 2011

In viaggio con mia figlia

Venite con me?





Come è come non è, sono passati otto giorni dall'ultimo post pubblicato. Voi siete come quelle amiche di cui mi ricordo ogni sera prima di addormentarmi: le penso sempre e poi, durante il giorno, non riesco mai a chiamarle. Ma prima di raccontarvi di a) il mio viaggio a Londra da Chris Martin (!) e b) il primo giorno di scuola materna del Pupo (!!) e c) il tavolo che ho provato a trasformare con il decoupage accorgendomi solo alla fine di averlo decoupato al contrario (con tutte le immagini che guardano il muro - vi spiegherò) volevo farvi una proposta pazza che però magari chissà.
I have a dream.
Da tempo immemorabile:
fare un viaggio con mia figlia. Io e lei, fuori stagione, lontano da tutto (e da tutti).
Mi sono iscritta a una mailing list di gente strana. Viaggiatori balsamici, si chiamano. E mi hanno mandato questa proposta: una settimana sul Mar Rosso, a Berenice che è la parte meno turistica (e, mi dicono, più bella), per mamme e pupi. Dal programma leggo che il viaggio è:
"in una cornice naturalistica straordinaria, il deserto orientale egiziano e la parte più preservata della barriera corallina del Mar Rosso. È organizzato da Balsamic People e Hotelplan con residenza al Lahami Bay Resort di Berenice e, come tutti i Balsamic Breaks, è stato disegnato per essere un’esperienza di vita memorabile, piacevole e benefica per il corpo e per lo spirito tra persone interessate a respirare la vita.












COSA POTRETE CONDIVIDERE CON I VOSTRI FIGLI
Innanzitutto tre esperienze esclusive e speciali di questa settimana, alla scoperta della sua storia millenaria, della cultura delle popolazione beduina e di un ecosistema, sopra e sotto l’acqua, tra i più interessanti del mondo:
ASTROTOUR (dalle 18,30 alle 21.30). Uno straordinario viaggio tra stelle e costellazioni complici il buio del deserto e un raggio laser di 3 km e un telescopio. Il "maestro" è Thomas; natali austriaci, egiziano per adozione e astrologo per passione. La cena sarà preceduta da una osservazione del deserto in silenzio.
SNORKELING SAFARI (mezza giornata). Per tutti, grandi e bambini, la ‘’sessione di laurea’’ in barriere corallina a mare aperto dopo tre giorni di snorkeling dalla spiaggia con il biologo marino che insegna a riconoscere i coralli e i pesci e il funzionamento di uno degli ecosistemi più belli del mondo. In una parola, lo splendore in technicolor di una natura di commovente bellezza in un reef a mare aperto (e nuotando tra le tartarughe).
WADI GEMAL CAMP (dalle 15 alle 21.30). La straordinaria esperienza di partecipare al Festival delle Tribù beduine di Wadi Gemal. Un festival loro (si chiama "The Characters of Egypt’’) a cui pochi stranieri sono invitati. I vostri figli potranno giocare con i bambini del deserto, vedere le gare di cammelli e tiro alla fune, camminare sui trampoli, ballare con voi la loro musica, mangiare per una sera in tenda, alla loro maniera. Un’esperienza memorabile a cui i bambini arriveranno preparati da un dopocena di introduzione ad una cultura vecchia di 8.000 anni.
Oltre a questo condividerete con i vostri bambini:
Una cucina sana e di qualità
Una spiaggia ampia con facili ingressi a mare in uno dei momenti migliori dell’anno per andare in Egitto
Due serate di presentazioni naturalistiche (sul deserto e la barriera corallina)
Le uscite in canoa e windsurfing (se praticate questi sport)."

Eccetera, eccetera (compreso la dieta vegetariana, il corso di massaggi e la meditazione coi bimbi per chi la vuol provare). Le settimane possibili sono due: dal 22 al 29 ottobre e dal 29 ottobre al 4 novembre. Là in quel periodo la temperatura è perfetta e l'acqua del mare calda.
Una pazzia? Forse, ma mi piacerebbe tanto provarci. E magari condividerla con voi. Il link per maggiori dettagli è www.balsamicpeople.com, lo copio e incollo per intero perché quell'altro non funzionava. Tra l'altro vi consiglio di farci un giro perché è proprio carino, al di là di questo specifico viaggio! E c'è anche un indirizzo email: info@balsamicpeople.com.
Ok, adesso siete libere di dirmi che sono fuori di testa, ma cavolo, quanto bello sarebbe?
Ps se avete delle curiosità, scrivete. Io mi sono già un po' documentata.
Pps qualcuno me l'ha chiesto in privato ma rispondo pubblicamente perché è un'info utile: il viaggio 1 adulto + 1 bambino costa sui 1800 euro tutto compreso (voli, pensione completa, attività). Poi ci sono tutte le altre combinazioni: 1 adulto + 2 bambini, 2 adulti + un bambino, 2 cavalli + 1 ghepardo, eccetera.