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lunedì 22 dicembre 2014

Fallimenti prenatalizi

We were born sick Nei giorni già densi che precedono le festività il precario menage maraonide è funestato da continue ricadute della Piccolissima, la quale nel mese di dicembre ha frequentato il nido per un totale di sei giorni, uno in più di quel che ci permetterebbe di usufruire della quota scontata del 50% causa malattia. La graziosa cialtrona passa dunque con disinvoltura da un malanno all'altro. «Possiamo a questo punto ragionevolmente sostenere che mia figlia è cagionevole, doc?» ho chiesto stamani alle 8.07 al pediatra. «In effetti», mi ha risposto lui con voce cavernosa (come ho già scritto, nutro il forte sospetto che risponda dal cesso alle chiamate dei genitori preoccupati).
Every sunday's getting more bleak Nell'inverno del nostro malcontento la Piccolissima si è svegliata ieri mattina con la febbre a 39 e un muco appiccicoso che le aveva - scusate il dettaglio - cancellato i lineamenti del volto. Da mesi in famiglia noi adulti si esce solo alternati, dovendo uno dei due restare a casa a badare alla figliola colante. I ratti maggiori non se ne curano ma continuano imperterriti nelle loro attività di disturbo della quiete.
I'll tell you my sins Incapaci di comprendere con esattezza di quali peccati siamo chiamati a rispondere, teniamo botta come possiamo. Gli incastri vita-lavoro si fanno via via più complessi. Io perdo progressivamente il senno anche grazie alle chat di mamme su Whatsapp, donde provengono notizie contrastanti sulle feste scolastiche e i compiti da eseguire. Nel casino ho ciccato l'orario della festa del Pupo: per la prima volta nella nostra carriera da genitori io e Mike Delfino siamo arrivati in ritardo alla recita natalizia.
Only then I am human Quindici minuti ci sono stati fatali. Siamo arrivati ultimi, quando i bambini di tutte le prime erano già sciamati dalla palestra in cui avevano intrecciato canti melodiosi fino in classe, dove avevano cominciato ad azzannare fette di pandoro e addobbi. «Mamma», la frase che non avrei mai voluto sentire, «Non siete venuti alla recita», mi ha detto il mio cucciolo-miele vestito da angioletto. Quaranta paia di occhi si sono posati su di noi.
And she's buying a stairway to Heaven Per consolarmi la rappresentante di classe mi ha intasato lo smartphone di improbabili video in cui il Pupo è un puntino sfuocato. «Tuo figlio se lo ricorderà per tutta la vita», mi ha detto un'altra mamma. Il giorno dopo mi ha chiamato un'amica, infuriata con l'ex marito. «Paola, so che non ci crederai. Quel colpevole idiota mi ha fatto tardare alla festa di Natale della scuola. Mi ha detto un'ora per l'altra, sono arrivata ed era già tutto finito. Una cosa, ti giuro, da vigliacchi. La bambina stava malissimo. Non mi sono mai sentita così miserabile». «Neanch'io», le ho risposto, e non sapevo cos'altro aggiungere.
Gonna put my pink dress on Nei momenti di difficoltà il maraonide si distingue per la sua capacità di reagire. Anche se questa volta persino mia madre, in genere indulgente e comprensiva, mi ha blandamente insultato per la mia inettitudine, mi sono sforzata di fingere che nulla fosse successo e il giorno dopo mi sono presentata alla recita della Pupa con inutile anticipo e un velo di rossetto sulle labbra. Per risarcimento ho fatto prelevare il Pupo dalla sua classe e ci ho portato pure lui. «Facciamo che vale come fosse la mia?» mi ha chiesto. «Paola, grazie al cielo oggi ce l'hai fatta», mi ha salutato la maestra di matematica. «Abbiamo saputo che ieri hai sbagliato orario». Quel che si dice una fama meritata.
One day baby we'll be old Ora ditemi per piacere che almeno una volta è successo anche a voi. Se non questo, almeno qualcosa di simile. Svelatemi qualcosa che io possa un giorno raccontare ai miei figli per riderne con loro.
And think of all the stories we could have told Sono tuttavia fortunata perché laddove un altro uomo mi avrebbe crocifisso, Mike Delfino ha incassato signorilmente e mi ha detestato in silenzio per un paio di minuti al massimo. I ratti maggiori hanno altrettanto fortunatamente ereditato il mio senso dell'umorismo: sono bambini spiritosi, abituati a drammatizzare solo eventi vacui e inessenziali. Non posso proprio lamentarmi di loro, se non per un dettaglio che ho inquadrato solo di recente: da una certa ora in poi, si deteriorano. Diciamo che dalle 19 perdono tono, vanno fuori controllo. Diventano insopportabili mucillagini, si fanno miagolanti e meosi (questo è un aggettivo che abbiamo inventato in famiglia, penso renda l'idea). Mentre scrivo questo post, al piano di sopra dorme il sonno dei giusti il Pelloni, primogenito della mia carissima Pellona, un santo di sei anni e mezzo insospettabilmente diventato amico del Pupo. Stasera io e Mike Delfino li guardavamo giocare e mentre lui infilava una serie di «Sì, certo», «Grazie mille», «Volentieri», «D'accordo», abbiamo pensato di aver sbagliato qualcosa nell'educare i nostri figli. Il punto è che non abbiamo mica capito cosa.


Soundtrack: Take me to church
Stairway to heaven
4th and vine
One day/Reckoning song

mercoledì 10 dicembre 2014

Ricorrenze

«E tu chi sei?» domandò il Bruco. […] Intimidita, Alice rispose: «Io – a questo punto quasi non lo so più, signore – o meglio, so chi ero stamattina quando mi sono alzata, ma da allora credo di essere cambiata più di una volta».

Tomorrow's gaining speed on you Stamani è arrivata in camera nostra la Pupa, morbida e stropicciata di sonno. «Sono le 8.08, mamma, lo sai?» ha pigolato con i segni del lenzuolo in faccia. Diciassette minuti dopo, maledicendo la sveglia che non era suonata, ho trascinato fuori casa i due ratti maggiori. Io sotto il cappotto indossavo un pile quasi nero, dei jeans macchiati, i fantasmini al posto delle calze. «Siamo arrivati giusti giusti», ha trillato il Pupo con la sua esse da Jovanotti alle 8.39, entrando disinvolto a scuola dal cancello della vergogna. «Non proprio, Pupo», gli ho urlato firmando il registro dei ritardi davanti agli occhi giudicanti della commessa, ma lui era già scomparso in fondo al corridoio.
And love, love will be my strongest weapon Dopo aver lasciato i ratti maggiori, sono tornata a casa in tempo per guardare la Piccolissima cominciare la sua giornata. Assieme a Mike Delfino ho aperto la porta della sua stanza che era inondata di sole, proprio come il giorno in cui è nata. Lei se ne stava sdraiata nel lettino sveglia, tranquilla. Si era messa il ciuccio in bocca da sola, e si guardava le mani. Poi ci ha visto e ha sorriso. 
Make it all okay Pensavo di recente che negli ultimi mesi la Piccolissima ha triplicato il suo peso, ed è cresciuta in altezza di 30 centimetri. Cose che nella vita non le succederanno più. Poi pensavo che ha molti capelli, quasi solo in cima alla testa: sembra un misto tra Fonzie e Rihanna. E poi: cammina, ma solo attaccata ai muri. Scivola insomma felice e prudente lungo la vita, cercando di continuo un punto d'appoggio. Passa tanti minuti ad attaccare e staccare magneti dal frigo: speriamo tutti che, a differenza dei ratti maggiori, sia una persona contemplativa. Mangia volentieri zuppa di cipolla, sogliola, lenticchie. Dice «Am, am» quando qualcosa le piace molto, fa un chiaro «Prrr» quando non gradisce più. Strappa di continuo i peli al cane, poi gli infila la manina in bocca come farebbe un circense mettendo la testa tra le fauci di un leone. Lui resta immobile e si lascia strappare le tonsille mentre scuote perplesso la coda, spennellandole il volto. 
Not again, not today Una volta quand'ero incintissima della Pupa, dieci anni fa, nel backstage del concerto dei R.E.M., ho avuto la fortuna di incontrare Michael Stipe. Lui mi ha posato una mano con le dita piene di cerotti bianchi - gli servivano per non farsi male mentre suonava - sul pancione. L'ha lasciata un po' lì. Era calda. Poi mi ha fissato e mi ha detto: «Have a good delivery».  Mentre l'avevo davanti ho pensato, come sarebbe bello essere sempre guardata così da un uomo.
Forgiveness is the only hope I hold La Piccolissima nel frattempo chiama «mamma» le piastrelle della cucina, i suoi giochi, il padre, i fratelli. Io per ora sono il suo mondo. Da due giorni ha la febbre e il naso che cola, ma non lo sa. Questa settimana non andrà all'asilo, ma non lo sa. Dipende da me, da noi, in tutto; però non sa neanche questo. Stasera dopo cena le abbiamo messo davanti una torta con la sua prima candelina. L'ha guardata con scarso interesse, era stanca, aveva la febbre. Poi ha tentato un sorriso. Oggi il mio amore piccolissimo e grandissimo compie un anno, e nemmeno se lo immagina.

Soundtrack C'è in effetti un bellissimo album dei R.E.M. del 2004, si intitola Around the sun. Ascoltatelo tutto per piacere, specie The final straw. Poi pensate a Michael Stipe su quel palco, con i cerotti bianchi attorno alle dita.