Il Pupo 2.0 ha perso un dentino e sibila come non mai. La scuola va «benissimo» e lui è un bambino nuovo, che tra le altre cose la sera apparecchia da solo la tavola in modo spontaneo e creativo. Per premiare il suo spirito di iniziativa ci troviamo perciò costretti a mangiare usando i coltelli da pesce e le forchette da insalata, di cui è un grande amante. Si cena sempre a lume di candela perché «è romantico e misterioso». Tra i piatti dispone banane che ha tagliato lui stesso a pezzetti, col coltello. «Non ti è familiare, mamma?» mi chiede indicandomi ogni volta, orgoglioso, gli stessi gruppetti di bucce e polpe. Per non frustrare la sua passione per il table setting evito di rispondergli che mi sembrano buttate lì a caso. A fine cena occorre anche mangiare i bocconi anneriti.
Vedo passare persone, e cani Per qualche motivo insondabile la gente si sente in dovere di raccontarmi tutti i fatti suoi, sempre. In particolare, sono un magnete per gli sciroccati. Poiché non sono ancora rientrata dalla maternità - lo farò lunedì prossimo - incontro persone perlopiù nella sala d'attesa del pediatra oppure all'asilo, o a scuola: dunque il mio target di riferimento sono sciroccate femmine e prole-munite.
Sciroccata 1, aka donna che conosco da dieci minuti al termine di un monologo in cui ha parlato solo di sé e dei suoi figli: «... E naturalmente il bambino non lo faccio vaccinare».
Io: «Eccallà. Guarda, non sono la persona adatta con cui parlare di questo tema».
Lei: «Peeerché?»
Io: «La mia tesi di laurea è sulle malattie infettive, e sui vaccini».
Lei: «Io ho sentito parlare di bambini che sono diventati autistici dopo il vaccino. Ci sono un sacco di studi in tal senso. E poi i vaccini distruggono il sistema immunitario, e questo lo sanno anche i sassi».
Io: «Se tutti ragionassero come te, il mondo sarebbe allo sbando».
I matti vanno contenti, sull'orlo della normalità Per fortuna quando incontro uno sciroccato ho imparato a dirgli subito quello che penso e a girare i tacchi. È curioso, ma di recente mi sono anche imbattuta in diverse sostenitrici della corrente da me denominata «bambinismo senza limitismo».
Sciroccata 2, aka donna che conosco da cinque minuti, incontrata a una festa di amici: «... E insomma tu come ti trovi con il tuo pediatra? No, perché la mia mi ha ricusato».
Io: «Come? Non ho mai sentito una cosa simile.»
«Sai, ritengo che i bambini non debbano conoscere limiti né imposizioni. Hai letto il libro Smettila di reprimere tuo figlio? In pratica la tesi, che io trovo validissima, è che un bambino abbia sempre un motivo per fare quello che fa. Quelli che possono sembrare pianti e capricci sono in realtà espressione di un bisogno profondo. Sei tu, genitore, a doverli comprendere, interpretare e accettare. Perciò io, avendo intuito che mia figlia non gradiva essere visitata sul lettino, ho chiesto alla pediatra di visitarla in braccio a me. Lei ha sbuffato ma poi ha accettato. Però insisteva per svestirla. Le ho spiegato che alla bambina non piace: anche se ha solo 18 mesi sa farsi capire benissimo. Le ho proposto di visitarla attraverso la maglietta. Insomma ne è nata una discussione, al termine della quale la pediatra mi ha indicato la porta e mi ha detto di cercarmi un altro dottore. Ne conosci uno bravo?»
Io: «Forse ci vorrebbe un dottore bravo per te».
A caccia di grilli e serpenti Mentre la Piccolissima esce con discreta fatica e mille menate accessorie dalla sesta malattia, Pupo&Pupa attraversano un periodo splendido. L'altra mattina in piscina, mentre si asciugavano da soli i capelli, li osservavo riflessi nello specchio e pensavo: diosanto, sono belli da far male. La Pupa aiutava il Pupo ravviandogli con le mani le ciocche bionde, lui aveva la testa piegata di lato e la guardava con affetto. Da qualche tempo tra loro non c'è urgenza, ma pace. La scorsa settimana lui le ha regalato una bambola morbida, di pezza, ma nessuno di noi sapeva dove diavolo l'avesse presa. Lei ha ringraziato e poi ha insistito un po'. «Dai, dimmi da dove viene». Lui, sorridendo: «Ehm... l'ho trovata per strada». Lei: «Dai, non ci credo». Lui: «Ehm... l'ho trovata nella spazzatura». Lei, ridacchiando: «Dai, dimmi la verità». Lui, dopo un'esitazione: «D'accordo, d'accordo. L'ho trovata in un sogno». La Pupa si è stretta nelle spalle come a dire: occhei, questa spiegazione è plausibile. Io, in quell'esatto istante, ho pensato che se il Pupo fosse un uomo mi innamorerei di lui.
Soundtrack: I matti
Povero me