Gli uomini sono un po' ruvidi, ma il punto non è solo questo
Da una settimana circa la scuola materna del Pupo annuncia la "possibilità di uno sciopero" per oggi. Ieri pomeriggio chiamo per avere aggiornamenti:
"Sono la mamma di un Pupo. Mi dice se domani lo mando a scuola o no?"
"Non lo sappiamo ancora".
"In che senso, scusi?"
"Bisogna vedere. Suo figlio in che classe è?"
"Nella classe arancione."
"Classe arancione, classe arancione, mi faccia controllare..." (rumori in sottofondo)
(Dopo tre minuti) "Mi spiace, non sappiamo ancora. Deve chiamare domattina alle otto e mezza e glielo diciamo".
"Allora io secondo lei, tipo, dico qui al lavoro che forse vengo, forse no? Forse mi prendo le ferie, forse no?"
"Eh, in effetti. Non ha qualcuno che anche avvisato all'ultimo può venire a prendersi cura del Pupo?"
"Guardi, migliaia di persone che fanno la fila davanti a casa mia per occuparsene".
(Lei, non cogliendo l'ironia) "Vede? Allora non c'è problema".
Stamattina alle 8.35, dopo decine di tentativi (ovviamente era sempre occupato) riusciamo a telefonare scoprendo che la scuola è aperta. Complice l'incendio di un camion nei pressi di casa nostra - non è male come scusa, se ci pensate: sono in ritardo perché si è incendiato un camion - arriviamo alle 9.21. Io, che proseguirò il percorso verso il lavoro con Mike Delfino, resto fuori ad aspettare in macchina. Lui porta dentro il bambino, poi esce e mi fa:
"Ho messo la maestra al suo posto".
"In che senso, scusa?"
"Mi ha fatto gli occhiacci perché ero in ritardo di un minuto e io le ho detto che non era mattina da fare occhiacci, e che i loro modi sono vergognosi. Che nulla togliendo al sacrosanto diritto dello sciopero, dirlo così all'ultimo è un'infamia".
"Urca."
"Perché urca?"
"Uhm, niente. E lei cos'ha detto?"
"Ha detto 'non commento', poi ha aggiunto: 'mi piacerebbe che aveste rispetto per chi accoglie i vostri figli e se ne prende cura con amore'."
"E tu?"
"Ehm... ho detto che mi pare che il rispetto ci sia".
"Sì però quella parola, infamia, usata per i picciotti di mafia..."
"In effetti le tremava un po' il labbro. Mi ha detto 'Guardi che sono mamma anch'io', e io: 'peggio mi sento'.".
"Devi considerare che in fondo loro hanno in mano i nostri bambini".
"Maddai, cosa vuoi che faccia? Che si metta a menare il Pupo perché ce l'ha con me?"
"No, però..."
"Però cosa?"
"Io se fossi al posto suo non riuscirei a essere tanto armoniosa e carina con il bimbo, un istante dopo che suo padre mi ha svergognato davanti a venti nani. E poi, davvero, infamia..."
"Ho esagerato?"
"Eh."
Tre ore dopo Mike Delfino mi manda il seguente sms: "Chiamato maestra per scusarmi. Mi ha fatto mille moine, era tutta giuggiolona. Mi ha spiegato che con i tagli continui alla scuola le cose vanno sempre peggio, e che loro si sentono meno che un numero. Credo proprio che sia innamorata di me".
Ora, teoria dell'innamorata delusa a parte, l'episodio è istruttivo. Le cose, a scuola, vanno sempre peggio. Alle elementari della Pupa per esempio la segretaria - bravissima - non riceve lo stipendio da quattro mesi. Il Ministero sostiene che, poiché lei è un'ex insegnante, non stia svolgendo il suo ruolo: vogliono riassorbirla e spostarla non si sa dove. Lei ribatte che lì c'è tanto da fare e che ormai è segretaria da dieci anni. Loro per ripicca non la pagano, e comunque la segreteria chiuderà: per qualunque esigenza, ci hanno spiegato, andremo nella scuola gemella. A tre chilometri di distanza. La maestra della Pupa l'altro giorno mi si avvicina circospetta e mi bisbiglia: "Signora, quando esaurisco la mia quota fotocopie posso chiederle se me ne fa qualcuna in ufficio?". Nel frattempo, avrete letto sui giornali che la scuola privata della moglie di Bossi ha ricevuto 800.000 euro di finanziamenti.
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