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Vi aspetto!

mercoledì 26 gennaio 2011

Giorni difficili

In ginocchio da te
La mia vita continua a essere costellata di imprevisti e piccoli incidenti. L'altroieri portavo il Pupo all'asilo, per esempio.
Poiché è un vero tamarro però convinto di essere un principe, egli, 2 anni per 15 chili di peso, non è disponibile a posare le sue eleganti scarpette sul marciapiede. Nooo. Si corre solo in casa, al massimo al parco. Il passeggino, poi, è un'invenzione idiota, da non considerare nemmeno, perciò non resta che un'alternativa: farsi trasportare da un adulto, se necessario anche per chilometri (vi ho già detto che dopo la nascita del Pupo ho cambiato taglia di magliette perché mi sono cresciute le spalle? Dalla S alla M, sì, forse ve l'ho detto).
Ebbene, mentre camminavo con il Pupo in braccio ho visto che in fondo alla via, proprio di fronte a me, sbucava uno dei miei vicini di casa-cantiere. "Guarda amore, c'è Dario! Lo vedi laggiù, che ci viene incontro?". "Allà?". "Sì amore, quello è Dario". "Anka". "No, non è Monica. Non lo riconosci? È Dario! Da-rio. Ciao, Dario". "No, Bubu". (...)
La conversazione con il Pupo era tanto interessante, ed ero talmente concentrata sull'arrivo del famigerato vicino, che non ho guardato dove mettevo i piedi e... sono scivolata in una pozza ghiacciata. Sono caduta letteralmente in ginocchio, proprio di fronte a Dario. Mi sono sfasciata i pantaloni - e pure il ginocchio - però ho salvato il Pupo. In quell'istante esatto ho pensato: ora sì che sembro demente.
Naturalmente ho finto di non essermi fatta niente ("Figurati, Dario, mi piace ogni tanto inginocchiarmi davanti ai miei vicini tenendo il bambino in braccio, per strada, alle 9 del mattino") e sono ripartita zoppicando in direzione dell'asilo. Il Pupo, in stato di choc, continuava a ripetere "ua", "aduta", "ozza" ("bua", "caduta", "pozza") alle maestre. Anche con loro ho finto che non mi facesse per niente male. Arrivata al lavoro sono andata in bagno e ho visto che perlamiseria, sanguinavo un bel po'.
Mentre lottavo per trattenere le lacrime mi è venuto il seguente pensiero: perché queste cose mi succedono di continuo? Per esempio, ho le gambe piene di lividi perché ogni sera vado a sbattere contro un mobile basso abbastanza nuovo - saranno tre mesi che l'abbiamo, e anche tre mesi che ci finisco contro ("Ma che cav°? Ma chi ha messo qui questo coso?").
Un altro esempio: ieri a pranzo ho incontrato un papà milanese con cui spero di lavorare a un progetto. Ci siamo conosciuti tramite il blog e ieri l'ho visto per la prima volta. Mentre seduta a tavola gli spiegavo tutta entusiasta quel che ho in mente ("E qui, e lì, e devi sapere che") ho tirato una manata al bicchiere che avevo davanti. Ettolitri d'acqua gasata fredda sul suo risotto e sul suo maglione. Lui, siccome è gentile, continuava a mangiare come se nulla fosse: "Non ti preoccupare, è buonissimo lo stesso". E mi ha pure offerto il pranzo!
Last but not least, ieri sera al ristorante con Mike Delfino e altri due amici mi è venuto un dolore pazzesco allo stomaco. Credevo di morire. Siamo tornati a casa in fretta e furia, in qualche modo ho raggiunto il letto, poi sono rimasta lì per un bel pezzo a contorcermi dal dolore, in posizione fetale.
(Io): "Aiutoaiutoaiuto mi sembra come quando stavo per partorire".
(Mike): "Possibile?"
(Io): "Sìsìsì ti giuro sto malissimo".
(Mike si alza, prende un libro dalla libreria, si mette a sfogliarlo come se nulla fosse)
(Io): "Be' che fai?"
(Mike) "Ho preso il libro dei nomi, voglio essere pronto a qualunque evenienza".
(...)
Per fortuna stamani avevo un appuntamento dall'osteopata.
"Signora lei ha avuto una colica addominale, il tratto che unisce l'intestino digiuno, il mesentere e la valvola di Oddi, per non parlare del duodeno, qui è tutto compromesso".
"Compromesso come, scusi?"
"Per darle un'idea, è come se ci fosse passato sopra un Iveco Daily, ma ora la sistemo io. Poveretta, è già un miracolo che sia arrivata fin qui. Sa, i dolori delle coliche sono secondi per intensità solo a quelli del travaglio".
"Ah ecco infatti, mi sembrava".
"Signora e questo cos'è? Passino quei brutti lividi, la storia del mobiletto me l'ha spiegata, ma lei ha anche un versamento di liquido nel ginocchio. Si può sapere cos'altro ha combinato?"

Ecco. Io. Vorrei. Che. Voi. Mi. Diceste. Che. Non. Sono. L'unica.





giovedì 20 gennaio 2011

Gomitare gomitare, voglio solo gomitare

Avete presente quando la vita va più veloce di voi, e

Non riesco a tener dietro ai vostri spassosi commenti sulla presenza del Quaq. in casa Sarkozy per via dei numerosi imprevisti che di continuo mi tradiscono. Dunque mi chiedo, e vi chiedo: ma perché, proprio quest'anno che ci siamo tutti vaccinati contro l'influenza stagionale + H1N1, la sorte ci condanna a raccattare tutti i virus alternativi in circolazione? Voglio dire: è una punizione, forse siamo stati troppo presuntuosi nel ritenere che non ci saremmo ammalati?
L'altra sera, mentre partecipo a un meeting (aaah, che modo fico per dirlo) con i miei amici-vicini, mi squilla il telefono. È Mike Delfino. Superato il primo iniziale istante di fanciullesco stupore ("che c*@§o mi telefona a fare, visto che sono a 10 metri da casa?") rispondo.
"Gattòso" (il mio nuovo soprannome, ndr), "puoi venire in qua?" mi sibila Mike con aria da cospiratore.
30 secondi dopo apro la porta di casa e trovo la Pupa sdraiata sul divano al piano di sotto, avvolta in una coperta. Mike, al suo capezzale, le tiene la mano e mormora sconnesse parole di conforto. Nei suoi capelli d'angelo si stagliano inconfondibili tracce di... gòmito - sapete cosa intendo.
"Oh, nouououoh, Pupa. Sei stata male?"
(lei, piagnucolando) "Mamma, la mia amica Olivia ha paura di morire".
"E questa da dove ti viene?"
"Anch'io ho paura di morire".
"Amore, è solo un po' di gòmito. Adesso vedrai che ti pass..."
"Bluaaaargh!" (segue svomitazzata a spruzzo, di possente gittata. Converrete con me: è il peggior tipo).

Abbiamo passato, come è ovvio, una notte infame - e insonne: come non se ne vedevano da tempo. Mike ha dormito nel letto della Pupa, in stanza con il Pupo. È una soluzione che adottiamo quando qualcuno di noi, a rotazione, è malato.
"Vado in camera di contenimento", mi dice con aria rassegnata. Al mattino dopo il report è sempre infausto. "Il mio compagno di stanza fa casino", mi spiega ogni volta. A quanto pare - io non ho mai provato l'ebbrezza di dormire con lui - il Pupo ogni notte fa ad alta voce il reboot delle parole imparate fin lì. È come se installasse degli aggiornamenti sul pc. A intervalli regolari salta su: "Coccò, pla, mammà, papà, bujo, nudo, piò-piò, maa, baa". È ancora molto basic ma dobbiamo riconoscere che il numero dei vocaboli segue un trend di crescita costante. Entro il quarto trimestre 2011 gli analisti attendono la comparsa della parola "ciao".
A me, in compenso, con la Pupa è andata peggio. Ho cambiato federe e lenzuola 4 o 5 volte. Per quanto foderassi il posto-letto della piccola con asciugamani e telini, lei è sempre riuscita a gòmitare altrove. Anche addosso a me. Dormiva 20 minuti, poi si svegliava di soprassalto e "Bluaargh!", con conseguenti urla disperate. A un certo punto, a mezzanotte circa, ho dovuto farle la doccia (!). Quando non gomitava, mi interrogava. "Mamma, che giorno è oggi?". "Il 18... credo". "Anche tu sei stata male il 18 d'inverno?". "See". "Mamma, l'inverno è quasi finito?". "Pupa, dormi, percaritàdiddio". "Anche tu da 5 anni e mezzo sei stata male e hai gomitato?". "See. Ora dormi". E così via.
Proprio mentre meditavo di portarla al pronto soccorso, verso le 4, ha finalmente preso sonno. E io con lei, se non fosse che la mattina dopo... avevo già mal di stomaco. Per farvela breve il virus gomitillo, da noi ribattezzato Fast and furious, ha colpito nell'ordine la Pupa, me, Mike, il Pupo, la ragazza alla pari appena arrivata dall'Estonia, e stanotte... i miei genitori, accorsi nel frattempo per darci manforte. C'è di buono che dura un giorno, massimo un giorno e mezzo - il che non impedisce agli amici e parenti più scafati di trattarti come un monatto: ieri per 4 secondi netti è stata da noi la sorella di Mike Delfino, ma indossava una sciarpa-scafandro e ripeteva ossessivamente "Statemi lontano, statemi lontano, statemi lontano".
P.S. Alcuni di voi mi chiedono, anche in privato, come va con la nuova ragazza alla pari. Nome di battesimo Monika, dal Pupo ribattezzata "Anca" proprio come la parte del corpo, per ora sembra carina, a parte il fatto che ha contratto il virus e che al momento parla solo inglese. Va detto che la Pupa, sempre disponibile e amabile, ci aiuta molto con le traduzioni. Per esempio "Put the money" diventa "Puzza mani", e altre cose che presto vi dirò.
P.P.S. Mi hanno invitato, per sabato 22, alla trasmissione con Marco Pesatori su Radio2: si chiama Astrologica, va in onda dalle 17 alle 18, in questa puntata si parlerà di mamme&segni zodiacali. Mi farebbe tanto piacere se l'ascoltaste (poi, naturalmente, vi racconterò com'è andata).

venerdì 14 gennaio 2011

Gennaio, è tempo di bilanci

In realtà credo che si dica "autunno, è tempo di bilanci"
Ma ho pensato che partire con un po' di anticipo non faccia male. Così, a 10 giorni di distanza da quando l'ho stilata, ho ripreso in mano la mia lista di buoni propositi per capire se sono partita con il piede giusto oppure no. Il ragionamento è: prima mi accorgo che sto clamorosamente ciccando gli obiettivi, prima posso correggere il tiro.
1: non mangiarsi + le unghie - fallito.
2: non ridursi all'ultimo quando si deve consegnare un lavoro - fallito.
3: cambiare lavoro - non è ancora successo.
4: cura capelli - ahahah.
5: piscina 3 volte/settimana - ci sono andata oggi, venerdì 14, per la prima volta.
6: non bere + superalcolici - ehi, finora ce l'ho fatta!
7: cura piante - fallito. Kaput. Mettere in ordine il cassetto - fatto. Ora è a posto, finché non ci ripassa la Pupa (o la nuova ragazza alla pari).
8: sentire e vedere amiche, uscire con Mike Delfino la sera - zerella, siamo senza ragazza alla pari (però stamattina ho fatto colazione con una lettrice del blog, Mamma Pellona!)
9: in bici al parco - fa troppo freddo.
10: convincere la Pupa ad addormentarsi da sola: diciamo piuttosto che da quando ho scritto la lista sono quasi sempre riuscita a convincere Mike Delfino a occuparsi lui di metterla a letto!

Bene. Direi che finora ho raggiunto circa l'1% dei miei obiettivi. E voi?
Però attenzione, ora arriva la notizia bomba. Sul numero di gennaio di AD - Architectural Digest ho trovato un servizio di pagine e pagine sulla sontuosa dimora della sorella del presidente Sarkozy, di mestiere interior designer. Questi due elementi (il suo albero genealogico + il lavoro che fa) ci spingono a ritenere che abbia una bellissima casa e un ottimo gusto, giusto?
Poiché so che siete osservatori acuti vi chiedo di porre l'attenzione sulla foto di pagina 148, che mi sono presa la briga di passare allo scanner e riportare qui, in esclusiva per i vostri attenti occhietti. La domanda per voi è: chi compare, discreto ma baldanzoso, proprio in un angolo della camera dei bambini?

lunedì 10 gennaio 2011

Maschi. Che abbiano 2 anni o più di 30, poco cambia

Quando sei qui con me questa stanza non ha più silenzio, ma strepiti
"Non è possibile pagare un prezzo così alto per una disattenzione", rotola e si contorce dal dolore Mike Delfino, sudato e ansimante, nel suo letto. Se da un lato i suoi contorcimenti mi rendono insonne e vagamente nervosa, dall'altro una simile lucidità di analisi, tale acutezza di pensiero mi colpisce. Non già perché io sottovaluti l'intelligenza del fustacchione che vive con me, ma perché il poveretto in questo momento è confuso, indebolito, innocente vittima dell'ennesimo, furioso attacco di dissenteria. In due giorni avrà perso tre chili.
Un passo indietro: l'azione qui descritta ha avuto luogo ai primi di gennaio. Eravamo ospiti di una famiglia di amici in una casa sperduta nella campagna della bassa Toscana. Bello, per carità, la natura incontaminata eccetera. Però vivono con un cane feroce che si ostinano a non ritenere tale (e che il giorno della nostra partenza ha sgozzato in meno di un minuto un povero bastardino che era entrato per sbaglio in giardino). La padrona di casa, che è una ragazza deliziosa, fuma e poi butta le cicche per terra. "Le raccolgo dopo, tutte assieme". "Ma perché non ti prendi un portacenere, scusa?". "Ah! Ce l'avevo, ma l'anno scorso i topi se ne sono impadroniti". "Come, i topi?". "Sì, non sai quanti ce n'erano. Abbiamo dovuto...". "Sszok!", uno schiocco secco sotto il mio piede. "Ohmmadonnasanta, che cos'è?" chiedo, con un infarto in corso. "Non ti preoccupare, è una trappola per topi, però è già scattata". "Ah".
In questo luogo idilliaco, il vicino più vicino è a 2 km di distanza. La pattumiera si butta a 7 km. La scuola elementare è a 18 km. La piscina più vicina, a 35 km. Il gruppo scout, a 60 km. Insomma per fare le cose ci vuole un certo impegno. Ai miei amici la buona volontà non difetta, anche se a parer nostro avrebbero potuto fare qualche sforzo in più nel settore "comunicazione e pubbliche relazioni": per esempio, dire chiaramente che l'acqua del rubinetto non va assolutamente bevuta perché il pozzo è inquinato, non sussurrare un'indicazione a mezza voce ("A proposito, sarebbe meglio bere l'acqua della bottiglia") mentre il Pupo si arrampica sui muri e la Pupa cerca di dare fuoco a parte dell'arredamento.
Mike Delfino, purtroppo, non ha sentito.

Tralascio ulteriori considerazioni su macro-temi e quesiti esistenziali come: "Se viveste in una casa in cui l'acqua non è potabile, mettereste grandi cartelli per avvisare gli ospiti, fareste di tutto per accertarvi che abbiano capito, o piuttosto non direste (quasi) nulla e lascereste a loro il brivido della scoperta?". Sono questioni su cui io e Mike ci siamo interrogati a lungo.
Mi premeva però raccontarvi che, nottetempo, non solo tutti i gatti sono bigi, ma anche tutti i maschi sono uguali.
Il Pupo, ieri, ore 2.38: "Aaagh! Coff! Gasp!".
Io, traslandomi in un picosecondo nella sua stanza, col solito infarto in corso: "Ma che diav... Pupo, tutto bene?".
Lui: "Coff! Coff! Coff!"
"Prendi, amore, prendi lo sciroppo naturale da 18 euro al centilitro".
"Glu, glu"
"L'hai preso? Bravo."
"Azzi" (che non è stic... ma "grazie")
"Cuccu! Cuccu! Cuccu!"
"Cuccu... e che diav... ah, ciuccio! Adesso te lo trovo, il ciuccio. Tieni, amore".
"Azzi. Maaa! Maaa!"
(traducendo velocemente con la presenza di spirito propria delle 2.38). "Maaa? Maaa sarebbe... fammi pensare... il topo! Tieni il topo, amorino".
"Azzi. Gniùdo?".
"No amorino, non puoi metterti nudo a quest'ora. Adesso si fa la nanna. Non toglierti le calze!"
"Bujo?"
"Sì, e buio e si dorme. Se ora fai la nanna abbiamo qualche speranza che non si svegli anche la Pupa."
(Come volevasi dimostrare) "Mamma, posso alzarmi? È già mattina?"
"No Pupa, dormi, ti prego. Ignora questo maschio molesto, tappati quelle orecchiette d'angelo, fingi d'esser sola in questa stanza. Un giorno, forse, ci riuscirai sul serio".

domenica 9 gennaio 2011

Ora devo proclamare la vincitrice del Quaquerello

Prima che arrivi Pasqua, visto che il tema era "buoni propositi per il nuovo anno"
Innanzitutto: mi siete piaciute un sacco. Poi, non so se trovarlo rassicurante o vagamente sconfortante, ma... ho scoperto che in fondo desideriamo più o meno tutte le stesse cose, che in ordine sparso sono:
1. avere più cura di sé
2. "darsi" meno sul lavoro, ché non ne vale la pena
3. cucinare di più
4. (apparentemente in contraddizione con il punto 3): dimagrire
5. smettere di mangiarsi le unghie
6. fare più sport
7. essere un pochino più coppia, un po' meno famiglia (vedi weekend romantici a 2, o anche solo cenette una tantum)
8. godersi di più i figli
9. avere un altro bimbo
10. vedere di più le amiche/le persone che amiamo.

Ed ecco la top 5 dei propositi più surreali/divertenti:
1. andare ALMENO 2 volte alla settimana dall'estetista (Jessica sei grande! Siamo tutte con te)
2. avere Hugh Jackman in casa come ragazzo alla pari (LaLaura)
3. fare rafting senza morire annegata (JuleZ)
4. dire al capo che è un microcefalo (buon proposito di Anonima. In molte concordano)
5. capire se mio figlio è Psycho oppure ci fa (LaLaiza).

In tutto ciò, e dopo aver a lungo riflettuto, vi annuncio che la vincitrice è... MammaMaila, che esordisce così: "io, anonima lettrice del blog da due anni, alla fine mi rivelo per un Quaquerello". Di fronte a una tale dichiarazione d'amore nei confronti del pupazzo giallo non posso restare indifferente. Chiedo però a MammaMaila:
a) di mandarmi in privato il suo indirizzo,
b) una volta che avrà il Quaquerello, una foto del trofeo
c) di non tornare nell'anonimato dopo questa gloriosa vittoria!
Il mio undicesimo buon proposito per il nuovo anno: cercherò di rimettere in palio al più presto un altro pupazzo. Lasciatemi solo il tempo di trovarlo.

martedì 4 gennaio 2011

Buoni propositi per il nuovo anno

E chi manda la lista più divertente vince un Quaquerello (di nuovo)
Ebbene sì, ho trovato un altro Quaquerello: l'anno non poteva cominciare meglio. Prima di tutto, una domanda a cui sono particolarmente affezionata: do you remember Quaquerello? Ne avevamo parlato qui, per esempio. E poiché in molte ancora mi scrivete in privato chiedendomi dove si può reperire il mirabile oggetto, ho pensato di farvi cosa gradita mettendone uno in palio in un nuovo, ghiotto concorso: dovete scrivere la lista dei vostri 10 (non uno di più, non uno di meno) buoni propositi per il nuovo anno, se possibile "raccontandoli" un po'. Ecco i miei, non necessariamente in ordine di importanza:
1. smettere di mangiarmi le unghie (questo ce l'ho in lista da 26 anni).
2. non ridurmi all'ultimo quando devo consegnare un libro/un articolo/una traduzione.
3. cambiare lavoro (o posto di lavoro) nel corso del 2011. Se non fosse che ormai è troppo tardi, avevo anche pensato di laurearmi in medicina.
4. curare i capelli e non andare sempre in giro come una che ha appena subito l'elettrochoc.
5. andare in piscina 3 volte alla settimana.
6. non bere mai più superalcolici (lo faccio al massimo 2 volte all'anno e poi la notte non chiudo occhio. l'ultima volta il 26 dicembre un whisky torbato senza ghiaccio, che sia maledetto chi l'ha inventato e anche il mio amico che con il suo esempio negativo mi ha indotto in tentazione).
7. curare le piante. togliere sempre la muffa dal pozzo di luce in cima alle scale. mettere in ordine quel dannato cassetto.
8. sentire (e magari vedere) di più le amiche. sentire di meno, e vedere di meno, le persone che proprio non sopporto. Uscire con Mike Delfino la sera, una volta alla settimana (questo in realtà siamo riusciti a farlo abbastanza)
9. andare ogni tanto in bici al lavoro passando attraverso il parco, senza perdermi e senza cadere sul ghiaino (e senza bucare la gomma essendo poi costretta a spingere).
10. convincere la Pupa ad addormentarsi da sola, senza trenino autocico. Pettinarle i capelli e non mandarla sempre in giro come una che ha appena subito l'elettrochoc. Convincere il Pupo a non dire "bleah" quando vede nel piatto qualcosa che non gli garba, a non rovesciare il biberon contenente succo/acqua/brodo (!) sul divano, tenerlo lontano da vino e caffè per i quali, in maniera del tutto immotivata, prova un'irresistibile attrazione. Istigarlo a chiamarmi "ciucciola" ("cucciola") almeno tre volte al giorno.
Aspetto le vostre liste!