Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

martedì 29 dicembre 2009

I Pupi a Golume Zero

Ora che il capodanno si avvicina, siamo inseguiti dalle muffe

Altro che Natale: la vita nella casa-cantiere ci regala sorprese ogni giorno. Il nostro problema attuale sono i cosiddetti "ponti termici": una massa d'aria calda (proveniente dal basso, cioè dal riscaldamento a pavimento) che si scontra con una massa d'aria fredda (proveniente dall'alto, cioè dai giganteschi lucernari nelle camere in mansarda). Per un problema di isolamento degli infissi, nelle stanze si forma una cappa di condensa e umidità che nemmeno al bagno turco, con la differenza che questa è gelida, e sulle pareti è tutto un fiorire di muffe.
Io e Mike Delfino ormai giriamo per casa armati di spugnette intrise di candeggina: la muffa genera muffa e va tolta al più presto, come la gramigna, in attesa che ai primi di gennaio il nostro esimio costruttore risolva definitivamente la questione. Col tempo stiamo diventando degli esperti. Per esempio: sapevate che la muffa rosa è la più facile da eliminare? E comunque, sin dal principio ha una sfumatura più gradevole di quella nero-verdastra.
I bambini seguono le nostre attività con interesse scarso o nullo. La Pupa una volta ha commentato le nostre imprese coniando ad hoc l'espressione colloquiale "Qui ci vuole coraggio e gesso".
Il Pupo ha cercato in un paio di occasioni di inghiottire i cristalli di sale degli inutili deumidificatori a vaschetta che abbiamo piazzato qua e là come trappole per topi.
Posto che va sempre guardato a vista, sta facendo grandi progressi nella crescita e nell'autonomia. Spesso, essendo fermamente convinto che si tratti di un telefono, impugna il telecomando e portandoselo all'orecchio esclama: "Nenna! Nenna!", che è il suo modo di dire "Nonna".
Ogni mattina appena sveglio, dopo i due biberon di latte e biscotti (= 500 ml.) che si ciuccia, corre alla porta-finestra affacciata sul giardino per salutare gli operai. Se i disgraziati non gli prestano la dovuta attenzione lui si offende e li insulta nell'unico modo che conosce: agitando minaccioso la manina urla "Lelalelalela!" che credo voglia dire "Peste vi colga". Per il resto il suo vocabolario resta limitato. Come ho già scritto chiama tutti "Mamma", con l'eccezione di "Babba" (= sorellina) e "Lalalelale-pa" ( =lampadina), e schifa qualunque altra forma di espressione verbale: niente versi degli animali, niente "Papà", persino un evergreen come "Pappa" è messo al bando.
Mi sono convinta che la responsabilità sia della tata peruviana, anche detta Mamacita, che lo intrattiene in spagnolo dalle nove alle sedici, e si sa che i pupi bilingue parlano più tardi degli altri. A intermittenza mi viene in mente la figlia di certi miei amici che a dodici mesi spaccati batteva le manine esclamando "Ta-ia, Ta-ia", per incitare l'Italia che giocava ai Mondiali, ma per lo più me ne frego e mi godo i Pupi, che siano parlanti o muti.
L'altro giorno poi ho provato a guardarli senza audio, ovvero mentre ascoltavo la musica in cuffia. E' un esperimento che vi consiglio perché fa proprio un bell'effetto, specie scegliendo la giusta colonna sonora (provate con la canzone della Coca Cola: vorrei cantare insieme a voi in magica armonia eccetera). I bambini a Golume Zero sono meravigliosi: eliminati gli strilli, ogni loro gesto sembra delicato e pieno di senso, i loro passi si fanno simili a una danza. Una mamma romantica può anche commuoversi. E infatti ero lì tutta lacrimella e amorosa quando, a un certo punto, il Pupo si è tirato addosso tutto l'albero di Natale. Ma lasciate che ve lo dica: ero stordita come dopo una dose eccessiva di Prozac, il sorriso fisso e gli occhi sintonizzati al bello, e anziché schizzare a soccorrerlo sono rimasta immobile, calma, fino all'arrivo di Mike Delfino. Tanti auguri a tutti!

lunedì 14 dicembre 2009

Mamme e papà crescono

Noi genitori siamo sottoposti a stimoli continui
Si sente dire che i bambini di oggi sono sottoposti a stimoli continui. Ma secondo me a volte i più bombardati siamo noi genitori. Questo mese di dicembre è una vera corsa a ostacoli, per svariati motivi.
1. I bambini alternano malattie a rotazione. La Pupa è curiosamente astenica, soprattutto nei giorni feriali; pallida, lamenta "brividi alle braccia" e "male al centro della lingua" la mattina prima di uscire di casa, e continua a ripetere che tornerebbe a letto volentieri. Il Pupo, ancora incapace di strategie tanto elaborate, si è fatto venire (davvero) la congiuntivite e ha gli occhi cisposi da vecchio. Del resto già prima sembrava un anziano, per via del modo di camminare, gambe traballone e braccia rigide, e di un certo cardigan a scacchi acquistato da me e da suo padre col 70 percento di sconto da H&M's.
2. La Pupa conia vocaboli nuovi, non sempre di immediata comprensione. Io non glieli correggo perché mi fanno tenerezza e perché capire quel che dice è un esercizio di prevenzione dell'Alzheimer, più efficace delle parole crociate senza schema della Settimana Enigmistica. L'ultimo termine in ordine di apparizione è stato "sterodàzzilo", termine un po' criptico che diventa però limpido appena contestualizzato in mezzo agli amici brontosauri. Il Pupo, per converso, non dice niente. Chiama tutti "mamma", compreso Mike Delfino, le due tate ed Emilio, l'uomo tuttofare della casa-cantiere.
3. Nella casa-cantiere abbiamo trascorso parte della domenica pomeriggio dedicandoci a un laboratorio di decorazioni di Natale. Una di quelle cose che non avrei mai fatto se non avessi avuto figli. Nella stanza in cui ci siamo riuniti c'era un nugolo di bambini vocianti, tutti intenti a spalmarsi vinavil tra i capelli, a farsi male con le forbici a punta tonda e a infrangere sotto i piedi delicate palline di plastica trasparente. Un discreto casino, e a un certo punto Mike Delfino mi ha lasciato anche il Pupo, il più piccolo del gruppo, che ha deflagrato come una bomba atomica. Tra le sue attività del pomeriggio: buttarsi oltre lo schienale di un divano credendo che dall'altra parte ci fosse un altro divano (falso), tentare di infilare alberelli glitter delle dimensioni di un centimetro nello scarico del bidet (parzialmente riuscito), mangiare palline di polistirolo (fermato a un pelo dall'ingestione), leccare colla Pritt come fosse burro cacao (missione compiuta). Un massacro, anche se alla fine le decorazioni son venute bene. Alla fine del pomeriggio ho desiderato infilare per qualche istante la testa nel water per rinfrescarmi un po'.

martedì 1 dicembre 2009

Gli orari della scuola materna

Tardi. Sempre più tardi
Poiché la Pupa, in quattro anni di vita, ha già cambiato casa quattro volte, quando la scorsa estate abbiamo traslocato abbiamo deciso di tenerla nella stessa scuola materna di prima. In effetti a) l'anno scorso ci andava sempre piangendo, e ha cominciato ad abituarsi solo verso fine maggio, ricominciare da capo sarebbe stato un suicidio e b) l'asilo è bellissimo, monosezione, con pochi bambini e ampi spazi, e in più le maestre, due donne illuminate, usano il metodo di Bruno Munari.
Il problema è che la casa-cantiere in cui stiamo ora è piuttosto lontana da lì. I mezzi per arrivarci non mancano, basta essere un po' creativi. Si può scegliere:

a) la bicicletta, mia soluzione preferita anche perché viene guidata da Mike Delfino, tempo di percorrenza 12 minuti. Pro: velocità, contro: la Pupa arriva all'asilo conciata come un puré.

b) la macchina, tempo di percorrenza tra i 20 e i 45 (!) minuti. Pro: comodità della Pupa, che piantata sul seggiolino mi chiede di ascoltare in loop cantanti di nicchia come Regina Spektor, i Baustelle o Geoffrey Gurrumul Yunupingu. Contro: la lunghezza del viaggio e la mancanza di parcheggio nei dintorni dell'asilo, anche se ormai sono in ottimi rapporti con i portieri dell'Ata Hotel Executive, che mi lasciano parcheggiare lì davanti ("Sìsìsìtornosubitoiltempodilasciarlaesonodavoi").

c) il mitologico Passante Ferroviario, che nelle menti dei nostri illuminati amministratori rappresenta "una valida alternativa alla metropolitana". Ieri pioveva, a Mike Delfino serviva la macchina, e così io e la Pupa abbiamo deciso di servircene.
Se è vero che il tempo di percorrenza effettivo è di soli 7 minuti da stazione a stazione, va anche detto che il treno viaggia al livello -30 sottoterra e una volta sbarcati a destinazione nelle viscere della città si impiegano circa 18 minuti per risalire in superficie. Inoltre dalle parti dell'asilo della Pupa è in corso una gigantesca opera di ristrutturazione del quartiere e molte uscite della metropolitana (tutte quelle dalla parte che servirebbe a noi, ovviamente) sono chiuse.
A questo va aggiunto il fatto che prendere il Passante non è così facile. Forse lo è per i cittadini normodotati, ma io al mattino presto ho la reattività di una scimmia di mare. Così ieri mattina mi sono messa la Pupa al collo (per fortuna pesa solo 16 chili e riesco ancora a farlo) e l'ho portata in braccio da casa alla Stazione; il suo compito era tenere aperto l'ombrello. Una volta passati i tornelli mi è sembrato di vedere sul tabellone che il nostro treno stava per partire dal binario 6. Mi sono trascinata dietro la Pupa che si è messa a piangere dopo un metro: correvo troppo velocemente, lei aveva ancora l'ombrello aperto e ha pure sfregato la manina contro un muro, procurandosi una microscopica sbucciatura. Siamo balzate a bordo nel momento stesso in cui le porte emettevano il loro sconfortante "Pii-pii-pii" di chiusura. Sembrava uno di quei film in cui gli eroi sono inseguiti dai cattivi e si salvano per un pelo: ho lanciato in avanti la Pupa, qualcuno dei passeggeri l'ha afferrata, poi sono entrata io, passando in mezzo alle porte, con l'ombrello ancora aperto. La Pupa frignava per via della sbucciatura, per il caldo e lo sconcerto.
Dopo tre minuti mi sono accorta che avevamo sbagliato treno. Mi è venuto da piangere. Siamo scese alla stazione successiva e abbiamo preso la metropolitana (quella vera) fino all'asilo. Credo di aver camminato con la Pupa in braccio per circa due chilometri. Se mia nonna che sta lassù in cielo ieri mattina ha guardato giù si sarà messa le mani nei capelli pensando che sua nipote è rimbambita e avrà fatto qualche commento in biscegliese, tipo "ma se pote sapè ce ccose stà a fàsce?" (= si può sapere cosa combini?).
L'orario di ingresso all'asilo è dalle 8 alle 9. Siamo arrivate alle 9.12. Ogni giorno facciamo tardi per qualche motivo, ma ieri era quel tardi da porte sprangate, quel tardi in cui bisogna citofonare e dire il proprio nome e sottoporsi all'umiliazione di ripeterlo più volte perché la segretaria fa finta di non sentirlo, quel tardi in cui fatti i dieci gradini del vialetto d'accesso ti si para davanti la bidella e nemmeno ti sgrida, ma si limita a fare "grunt" come la bestia più brutta del cartone animato Monsters&co. e poi corregge vistosamente il numero dei pasti che ha segnato sul foglio della mensa. Ieri era così tardi che persino la porta dell'aula era già chiusa, l'ho aperta il tempo di buttarci dentro la Pupa come un panno sporco nel cesto della biancheria sperando che la maestra non se ne accorgesse, ma lei ha urlato subito "Mamma, mamma!" e tutti i bambini si sono girati, e l'ultima cosa che ho visto prima di richiudere è stato un occhio della maestra (uno solo, nello spiraglio della porta) e quest'occhio aveva un'aria riprovevole.
Ieri era così tardi che una volta gettata la Pupa in classe ho bloccato, da fuori, la maniglia con la mano. Lei ha cominciato a fare leva smanettando per uscire, pregandomi poverina di darle un ultimo bacio, ma io pur con il cuore a pezzi e fradicia di sudore ho resistito fin quando non ho capito che aveva mollato e si era rassegnata a passare la mattinata costruendo utili segnalibri natalizi assieme agli altri.