Every breath you take
Per esempio non capisco perché Costanza Miriano, scrittrice e blogger cattolica&oltranzista, abbia scelto di non pubblicare i miei commenti a latere del suo resoconto del convegno in favore della famiglia tradizionale tenutosi a Milano lo scorso weekend. Nel primo le chiedevo perché nel suo resoconto non dicesse (ormai lo sanno anche i sassi) che della «bellissima platea» del convegno faceva parte anche il prete pedofilo don Mauro Inzoli. Ma Costanza, sorpresa!, non mi ha pubblicato.
Il giorno dopo era martedì e le ho chiesto perché non citasse nemmeno i La Russa senior e junior, pure loro presenti nella «bellissima platea»; i La Russa, mi sono permessa di scriverle, mi sembrava fossero noti per sfasciare famiglie, più che per sostenerle. Nemmeno questo, Costanza ha pubblicato.
In subordine - era ormai mercoledì - le ho chiesto allora per quale motivo avesse citato nel suo post i salumi Gran Brianza. «Ti pagano per farlo? O semplicemente ti mandano a casa i cosciotti di suino gratis?». Non mi ha pubblicato neanche questo.
Every move you make Poi ho avuto il dannato gastrovirus e non ho avuto la forza di scrivere più nulla. Comunque in redazione noialtre sfaccendate parliamo abbastanza spesso di Costanza Miriano. Ci colpisce il suo look, diciamo, assieme emancipato e succinto, che per noi continua a essere in netto contrasto con le tesi che lei sostiene. La conoscete? Penso di sì, è l'autrice del best seller Sposalo e sii sottomessa, tradotto pure in spagnolo e polacco. Miriano è di Perugia e andava a scuola con una mia collega, che interrogata a riguardo ha dichiarato: «Da ragazzina aveva un'aria molto, ehm, poco sottomessa». Oggi, che è moglie e madre di quattro figli, si accompagna volentieri con l'amico Mario Adinolfi, ex deputato Pd (?), proprio colui che nei giorni scorsi alla trasmissione radio La zanzara ha dichiarato: «La moglie sottomessa cristiana è la pietra fondante, la pietra su cui si edifica la famiglia. Sottomessa significa messa sotto, cioè la condizione per cui la famiglia possa esistere. Una donna mite. E sottomessa non significa che non c'è la parità, eh. Sono due cose diverse».
Every bond you break Stamani, guariti dal gastrovirus, io, il Pupo e la Piccolissima siamo andati a un laboratorio di autoproduzione di bambole organizzato proprio dietro casa. I partecipanti - da 3 a 8 anni - erano tutti maschi. (Il Pupo ha chiamato la sua bambola «Elvis» e mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno, ma questo non c'entra). Mi ha colpito la madre di uno di loro, un bambino dal nome arabo; lei aveva occhiali dalla montatura severa e una ruga alla Ligabue che le spaccava in due la fronte. Sopra i pantaloni indossava una specie di camicione, sopra il camicione il chador. Era, è, italiana.
Every step you take Cos'hanno in comune Costanza Miriano e la mamma del laboratorio di pupazzi, che per tutta la mattina si è mangiata le unghie e ha osservato nervosa l'orologio - forse solo perché aveva una torta in forno e temeva di bruciarla? Qual è il punto di contatto tra la donna con la ruga sulla fronte, i capelli schiacciati sotto il chador e l'aria timida - e la donna bionda, trucco e messa in piega impeccabili, sicura di sé, che si fa fotografare trionfante accanto al Papa e altri vip e poi vende 80.000 copie scrivendo «Chissà, magari si apre una stagione di donne sottomesse per scelta, felici, libere di servire non da schiave ma da donne che possono avere tutto, e scelgono la parte migliore»?
I'll be watching you Non raccontiamoci per piacere che burqa e chador sono l'espressione della libera scelta di donne che semplicemente hanno un’altra concezione del mondo rispetto a quella occidentale. Lo sarà veramente quando vedremo donne musulmane in bikini, leggings o minigonna. Il sottotitolo del libro di Costanza è pratica estrema per donne senza paura. Mi fa (sor)ridere perché nei suoi testi scomoda spesso San Paolo, ma a me, ogni volta che lo incrocio, viene in mente solo Cinquanta sfumature di grigio. Mi secca un po', poi, che Miriano ripeta di far parte «di una schiera di donne risolte e pacificate, che hanno ricevuto in eredità la libertà fin dalla nascita; che non devono rivendicare nulla, che non gridano in piazza, perché questa libertà non è più in pericolo». Allora. Prima di tutto dovrebbe farsi un giro qui nel Bovisashire, dove abito io. Poi, quale libertà esattamente ha condotto la donna italiana con la ruga sulla fronte a indossare il chador? Mi spiace molto che Costanza non mi abbia mai pubblicato, perché in fondo, a ben vedere, la domanda che avrei voluto farle è questa.
Soundtrack: Every breath you take. (C'è chi crede sia un pezzo romantico e vorrebbe usarlo come colonna sonora alle proprie nozze. Attenzione perché invece parla di gelosia, ossessione, controllo. Anche nel refrain «Oh, can't you see - You belong to me» - «Non capisci che mi appartieni?». Quando Sting l'ha scritta stava uscendo da un brutto divorzio, e lui stesso ha raccontato di essersi accorto della sua atmosfera cupa, sinistra e opprimente solo molto tempo dopo. Ciò non mi impedisce di cantarla a squarciagola ogni volta che la sento passare in radio).
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