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sabato 28 marzo 2009

Metodi infallibili per fare addormentare un neonato

Canti tibetani e altre curiose strategie
Scrive Paolo, che non è ancora padre ma che sarà (spero presto) un padre fantastico: "Dicono che chi non ha figli non può sapere. Ma sbagliano. Io provo sempre a cantare. E a volte si addormentano (non quelli di prima, ma i bambini). Canto canzoni che non esistono, con suoni al posto delle parole, e strofe che si ripetono sempre uguali. E facendolo li tengo (sempre i bambini) a contatto con il mio torace. Secondo me sono le vibrazioni delle corde vocali, e non la canzone in sé, a cullarli fino al sonno".
Paolo ha ragione. Mio padre, che ha tre figli e due nipoti, nei decenni ha affinato la (quasi infallibile) tecnica da lui denominata "del canto tibetano". Si tratta di un gorgheggio basso e rassicurante, che sale dalle viscere, ed è simile a questo (provate a fare clic sul cavallo di sinistra. Poi, per curiosità, sugli altri. Addormentamento a parte, è spassoso per gli adulti e diverte molto anche i bambini, dai tre/quattro mesi in su). La melodia è semplice, poche note acciambellate l'una sull'altra; chiunque, con un po' di impegno, può produrne una simile. E' uno dei casi in cui gli uomini (padri, nonni, zii acquisiti, amici in transito) giganteggiano sulle donne, per via della voce profonda. Con un po' di pazienza, un uomo dal timbro appena più corposo di quello di Farinelli può addormentare anche il neonato più riottoso. Altri consigli sul tema nei prossimi post, e intanto, se avete voglia, raccontatemi le vostre strategie...

1 commento:

  1. Wow, sono fortissmi i cavalli che cantano!
    Mio marito aveva una strategia molto semplice: si sdraiava sul lettone insieme al piccolo e lo teneva stretto a sè proprio sotto l'ascella. L'odore di papà lo rassicurava e si addormentava subito. Giuro che è vero.
    Irene

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